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Vale il viaggio: il Grande Cretto di Gibellina di Alberto Burri

 In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli. 

Il Grande Cretto di Gibellina è una delle opere di land art più estese al mondo, fu progettata e realizzata da Alberto Burri (1915-1995), artista di Città di Castello, mio concittadino, tra il 1984 ed il 1989 e completata nel 2015, in occasione del centenario della nascita dell'artista.
Questo gigantesco monumento sorge nello stesso luogo dove una volta si trovava la città di Gibellina, distrutta completamente dal devastante terremoto del Belice del 1968 e ne ripercorre le vie ed i vicoli, infatti l'opera è stata realizzata accumulando, ingabbiando e cementificando le macerie degli edifici, che viste dall'alto appaiono ora come un grande cretto di cemento bianco, formato da blocchi alti un metro e settanta e fenditure larghe dai 2 ai 3 metri, valorizzando artisticamente il luogo e congelando la memoria storica del paese.
A circa 15 km dal Grande Cretto si trova Gibellina Nuova, la città rinata grazie al sindaco Ludovico Corrao, che vide nell'arte un riscatto sociale per Gibellina e creò ex novo una città sperimentale disseminata di opere di arte contemporanea, realizzate da importanti artisti tra cui Consagra, Pomodoro, Paladino, Fontana, Isgrò

Il Grande Cretto con i suoi 80000 mq è una delle opere di land art più estese al mondo

Al MAC (Museo di Arte Contemporanea) di Gibellina Nuova viene ripercorsa la storia della rinascita della città grazie all'arte contemporanea

fotografie del Cretto di Gibellina dall'alto in esposizione al MAC di Gibellina Nuova

Il Grande Cretto Bianco spicca in mezzo ai campi e le colline arse dal sole di questa zona interna della Sicilia

Il Grande Cretto visto dalla strada...

...e dall'interno

L'ingresso all'interno dell'opera è gratuito

Il soggetto del cretto non è nuovo per Burri infatti lo riproduce a partire dagli anni '70 anche in numerosi quadri di medie dimensioni




Sulla Provincia di Trapani vedi anche:




Vale il viaggio: Cattedrale di Troia (Puglia)

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

L'imponente Cattedrale di Troia è testimonianza dell'illustre passato di questa città, infatti fu costruita fra il 1093 ed il 1125 ed è un capolavoro dell'architettura romanica pugliese, in cui si fondono anche elementi bizantini ed islamici.
Di notevole interesse sono soprattutto il rosone, eccellente esempio di tecnica scultorea a traforo, che appare simile ad un ricamo merlettato e l'elaborato ed armonioso gioco di parti architettoniche e sculture decorative, che caratterizza tutto l'esterno della chiesa.

 La facciata è divisa in due parti da un cornicione: nella parte inferiore si trovano archi ciechi ed il bel portale bronzeo, mentre nella parte superiore spicca il rosone

Il rosone, unico nel suo genere, è composto da undici colonnine, connesse a degli archi che fungono da cornice, suddividendolo in undici spicchi decorati con la tecnica scultorea a traforo, che lo fanno sembrare un ricamo

Figure scolpite sul cornicione

L'esterno dell'abside è decorato da archi aggettanti, sorretti da due ordini di colonne dai capitelli scolpiti

Due leoni stilofori ravvivano la decorazione esterna dell'abside

Particolare di uno dei leoni stilofori dell'abside

Anche l'interno della cattedrale presenta pregevoli decorazioni, come questo rilievo visibile sul fianco sinistro dell'ambone, raffigurante un leone che assale un ariete ed è a sua volta attaccato da un cane

Sulla Puglia vedi anche:






Vale il viaggio: affreschi del Castello di Gambatesa (Molise)

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

Perla nascosta del Molise, questo meraviglioso ciclo di affreschi che decorano le sale del piano nobile del castello di Gambatesa fu commissionato dall'allora feudatario Vincenzo I di Capua d'Altavilla e realizzato nel 1550 dal misterioso pittore Donato Decumbertino, di cui non si conoscono altre opere.
I temi rappresentati sono molto vari e comprendono figurazioni mitologiche riprese dalle Metamorfosi di Ovidio, paesaggi ispirati a Roma Antica, rappresentazioni delle Virtù, trompe l'oeil, decorazioni vegetali intrecciati a falsi pergolati, canneti, busti di imperatori romani, formando un mondo fantastico che coinvolge il visitatore.


la firma del pittore


particolare

Raffigurazione del Ponte di Tivoli e di tralci intrecciati su un pergolato 

trompe l'oeil di una falsa libreria

La parete delle Virtù (Fortitudo e Caritas) e dei Fori Imperiali

trompe l'oeil di un tendaggio

raffigurazione di un busto antico

Sala del canneto

Sul Molise vedi anche:






Altri palazzi affrescati in Italia:



Una città in 5 foto: Vercelli

In questa rubrica, attraverso 5 foto, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso: infatti penso che, a volte, con le immagini, si comunicano le proprie emozioni meglio che con mille parole...

La città di Vercelli presenta un ricco patrimonio storico-artistico, molto interessante da visitare, composto da chiese, tra cui spicca la Basilica di Sant'Andrea, monumento più insigne della città, torri medievali, piazze e palazzi antichi: il centro storico sorge sull'area di un luogo romano fortificato ed è delimitato da eleganti viali, il cui tracciato corrisponde alla scomparsa cerchia di mura, distrutta nel 1704.
Notevole anche il lascito artistico del pittore Gaudenzio Ferrari, il più illustre esponente della pittura rinascimentale piemontese, che dipinse nella chiesa di San Cristoforo, fra il 1529 ed il 1534, bellissimi affreschi delle Storie della Maddalena e Storie della Vergine  ed a cui è stata dedicata un' interessante mostra nel museo Arca, polo espositivo cittadino ricavato nell'ex chiesa di San Marco.
Vercelli inoltre è un importante centro commerciale ed agricolo, soprattutto per quel che riguarda la coltivazione del riso, grazie alla sua posizione in un' area della pianura Padana ricca di corsi d'acqua e canali, che permettono un' abbondante irrigazione.

La Basilica di Sant'Andrea vista dal chiostro: monumento simbolo di Vercelli fu costruita fra 1219 e 1227 per volere del cardinale Guala Bicchieri e combina elementi architettonici gotici e romanici in un insieme di grande maestosità ed armonia

La Crocifissione, uno degli affreschi realizzati da Gaudenzio Ferrari nella chiesa d San Cristoforo: un capolavoro di intensa tensione drammatica, affollato di personaggi

La torre dei Tizzoni, una delle torri medievali della città, risalente al XV secolo, presenta base quadrata e sviluppo ottagonale

La Cattedrale dedicata a S.Eusebio, combina elementi antichi, come il campanile medievale del XII secolo e la cupola costruita nel 1860

Lo spazio espositivo Arca, situato nel centro storico di Vercelli, occupa la navata centrale dell' ex chiesa di San Marco, costruita nel 1266, di cui rimangono alcuni affreschi recentemente recuperati. Lo spazio fu destinato per alcuni anni ad ospitare un mercato coperto e dal 2007 è stato convertita in sede espositiva cittadina per le arti visive, ospitando numerose mostre, tra cui quella su Gaudenzio Ferrari nel 2018

Altre città da visitare in Piemonte:





Una città in 5 foto: Piacenza

In questa rubrica, attraverso 5 foto, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso: infatti penso che, a volte, con le immagini, si comunicano le proprie emozioni meglio che con mille parole...

Piacenza è una tranquilla città emiliana, che sorge sulla riva destra del fiume Po, la cui fondazione risale al periodo romano (218 a.C.) con il nome di Placentia: costituì a lungo un importante punto di passaggio sia per la via Aemilia che per la via Postumia ed anche attualmente continua ad essere un nodo strategico di grande importanza logistica e commerciale, per la sua posizione al centro di una fitta rete di comunicazioni stradali, autostradali e ferroviarie.
La città ha un centro storico molto esteso, che presenta numerose emergenze artistiche: eleganti palazzi tra cui spiccano il Palazzo Comunale detto Il Gotico ed il Palazzo Farnese, sede dei Musei Civici  e notevoli chiese antiche di stile romanico come Sant'Antonino ed il Duomo o rinascimentale come la chiesa di Santa Maria in Campagna ed anche gotiche come la Chiesa di San Francesco.
Le bellezze artistiche di Piacenza sono state ulteriormente valorizzate nel 2018 dalla possibilità di salire sulla cupola della chiesa di Santa Maria in Campagna, per vedere da vicino gli splendidi affreschi realizzati dal Pordenone tra 1530 e 1535 ed anche sulla cupola del Duomo per vedere gli affreschi altrettanto belli, che realizzò il Guercino fra 1626 e 1627, un'esperienza da non perdere per gli amanti dell'arte.

In Piazza dei Cavalli, così chiamata per la presenza delle due statue equestri in bronzo dei Farnese, domina la scena il Palazzo Comunale detto il Gotico, edificato a partire dal 1281, si erge su un grandioso portico ad archi acuti rivestiti in pietra bianca e marmo rosso di Verona che creano un bel contrasto di colori con il livello superiore in cotto, sormontato da un coronamento a merlatura e torrette che conferisce verticalità a tutta la costruzione.

All'interno della basilica di Santa Maria di Campagna, percorrendo un antico camminamento, riaperto grazie al contributo della Banca di Piacenza, si può raggiungere la cupola per vedere da vicino gli splendidi affreschi realizzati da Antonio de Sacchis detto il Pordenone tra il 1530 ed il 1535

Affacciato su una bella piazza, il Duomo fu costruito fra 1122 e 1233 ed è di stile romanico con innesto di elementi gotici: presenta una facciata a capanna in marmo rosa veronese ed arenaria, con rosone trecentesco e portali riparati da protiri a loggia, adorni di sculture, il campanile alto 71 metri, in laterizio fu costruito nel 1330.

La cupola del Duomo è impreziosita dal ciclo di affreschi realizzato da Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino fra 1626 e 1627, una delle sue opere più importanti. La salita alla cupola avviene attraverso un percorso museale attraverso  camminamenti medievali che consentono continui affacci sulla città e sull'interno della Cattedrale, fino ad arrivare al loggiato della cupola da cui è possibile ammirare da vicino il ciclo pittorico, la cui visione è accompagnata anche da uno show di luci

La Basilica di Sant'Antonino fu eretta nel IV secolo e riedificata in forme romaniche nell'XI secolo, ha forme insolite con una grande torre ottagonale ed un alto e slanciato pronao gotico detto Portico del Paradiso, opera di Pietro Vago (1350)

Altri posti da vedere in provincia di Piacenza:

Una città in 5 foto: Castell'Arquato

Vale il viaggio: Bobbio ed il suo Ponte Gobbo

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Una città in 5 foto: Parma

Una città in 5 foto: Modena

Una città in 5 foto: Bologna

Una città in 5 foto: Ferrara

Una città in 5 foto: Comacchio

Azulejos a Obidos

Girando per le strade del Portogallo è impossibile non notare le numerose decorazioni di piastrelle di ceramica bianche e blu dette azulejos, il cui nome deriva dalla parola araba al-zuleique, che significa piccola pietra liscia e lucidata.
Questo tipo di decorazione divenne tipica nell'architettura portoghese dal XV secolo, rimanendo in auge fino ai giorni nostri, andando ad abbellire chiese, conventi, fontane, palazzi, scalinate, giardini ed anche stazioni, con disegni geometrici oppure raffigurazioni a tema religioso come le vite dei santi o a tema profano come favole o eventi relativi alla storia del Portogallo.
Anche ad Obidos queste decorazioni non mancano e sono visibili soprattutto all'interno della Porta da Vila, principale accesso al centro storico e dell'Igreja de Santa Maria.

Obidos accoglie i visitatori attraverso la Porta da Vila, all'interno della quale si trova questa cappella settecentesca decorata da azulejos che illustrano storie della Passione di Cristo

Le pareti dell'Igreja de Santa Maria sono decorate da azulejos

Il rivestimento di azulejos della chiesa fu realizzato fra XVII e XVIII secolo

L'Igreja Santa Maria è la chiesa principale di Obidos ed è abbellita anche da un bel soffitto affrescato

Sugli azulejos vedi anche:




Sui dintorni di Lisbona vedi anche:







Azulejos a Lisbona, parte 2

Girando per le strade del Portogallo è impossibile non notare le numerose decorazioni di piastrelle di ceramica bianche e blu dette azulejos, il cui nome deriva dalla parola araba al-zuleique, che significa piccola pietra liscia e lucidata.
Questo tipo di decorazione divenne tipica nell'architettura portoghese dal XV secolo, rimanendo in auge fino ai giorni nostri, andando ad abbellire chiese, conventi, fontane, palazzi, scalinate, giardini ed anche stazioni, con disegni geometrici oppure raffigurazioni a tema religioso come le vite dei santi o a tema profano come favole o eventi relativi alla storia del Portogallo.
Anche a Lisbona sono numerose le decorazioni realizzate secondo questo stile, visibili sia all'aperto,  lungo le strade, su palazzi, fontane, piazze, sia all'interno della metro o di chiese come Sao Vicente de Fora e l'Igreja e Convento da Graça.
Inoltre nella capitale portoghese si trova anche il Museo Nacional do Azulejos, una struttura molto vasta allestita all'interno di un ex-convento cinquecentesco, che ripercorre tutta la storia di questa forma d'arte, esponendone pregevoli esempi.

Miradouro de Santa Luzia, Alfama

Interno dell'Igreja e Convento de Graça

Decorazione sulla facciata di un palazzo nel quartiere Graça

Una rappresentazione di una delle favole di La Fontaine (L'Asino e il Cane), esposte nell'Igreja Sao Vicente de Fora

Particolare della rappresentazione di una delle favole di La Fontaine, esposte nell'Igreja Sao Vicente de Fora

La cappella barocca all'interno del Museo Nacional do Azulejos

Particolare della decorazione della cappella barocca all'interno del Museo Nacional do Azulejos

Museo Nacional do Azulejos


Parti di un pannello lungo 36 metri esposto al Museo Nacional do Azulejos, che raffigura Lisbona prima del terremoto del 1755

Sul Portogallo vedi anche: