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Time Warp Mannheim e Cocoon Club Frankfurt: mio reportage aprile 2008

 Francoforte sul Meno by night


Inizia la primavera e si lascia la calda Italia per la fredda Germania, infatti il 3 Aprile ci siamo messi in viaggio per Francoforte, per una buona causa, cioè la ricerca di nuove emozioni e nuovi suoni che sapevamo di poter trovare in terra tedesca grazie ad un club come il Cocoon e ad un'evento come il rave-festival Time Warp.
locandine Cocoon Club a Francoforte
Dopo aver girellato per la grigia Francoforte, ed aver passato molto tempo nel fornito negozio di dischi Freebase, dove abbiamo incontrato anche dj Raresh, la sera di venerdi 4 Aprile, si va al warm up del Time Warp che è ospitato dal famoso Cocoon Club di Sven Vath, un posto che non ha bisogno di presentazioni, iper-moderno, con la consolle a forma di astronave, un sound-system potente ma ben calibrato, con dei corridoi intorno alla pista centrale contornati di schermi in cui scorrono le immagini di tutti i flyers delle varie edizioni del Time Warp, dagli anni 90 ad oggi.
La clientela è molto ben selezionata,e la presenza femminile di qualità alta, numerosi gli inglesi, gli spagnoli e gli italiani presenti, entriamo alle 23:30, mentre nell'altra sala, il Micro, che solo dopo una certa ora si trasformerà in dancefloor, stanno ancora finendo di cenare, come si vede dai vetri trasparenti: nella sala principale alle 24 già si comincia a ballare tracce selezionate dalle sapienti mani del grande capo Sven Vath, e gradatamente il locale e la pista si riempono sempre più.

la consolle spaziale del Cocoon Club Frankfurt
L'inizio del set di Sven Vath è morbido e deep, ben strutturato il suo set, che comincia a salire con pezzi come il rmx di Dubfire a System 7-Spacebird e District One-Handsome, il tutto contornato da un'animazione colorata,e truccata nei modi più fantasiosi,e da dei getti di aria ghiacciata, stile club di Ibiza, che ti rinfrescano il corpo quando l'atmosfera si surriscalda, non c'è che dire, tutto è studiato nei minimi particolari per far sentire a proprio agio la clientela.
Al set di Sven Vath segue il live dei due svedesi Minilogue, autori dell'ottimo ep Jamaica, recentemente uscito su Cocoon Records e quindi, pur non essendo dei novellini, sono pronti ad essere ulteriormente lanciati da Sven Vath, in questo caso talent-scout: i due si esibiscono in una postazione allestita proprio per i live a stretto contatto col pubblico, e suonano musica allegra, divertente, con cassa vigorosa ed anche alcuni inserti vocali robotici, pensavo fossero più mentali e viaggiosi, invece un live tirato che gli fa meritare la palma dei migliori della serata, almeno secondo me.
Minilogue live al Cocoon

Dopo di loro, alle 4, tocca a Loco Dice, che parte molto piano fra minimal ed house, mettendo, fra gli altri, dei remix di Inner City-Good life e di Romanthony-Let me show you love, poi comincia ad ingranare la quinta solo dopo un'ora di set, suonando il pezzo di Ilario Alicante-Vacaciones en Chile e continuando su ritmi più sostenuti, ma ad una certa ora, visto anche l'ormai scarso numero di fanciulle rimaste rispetto ad inizio serata si decide di andarsene e risparmiarsi per la maratona del giorno dopo.









Sabato 5 Aprile ci trasferiamo 80 km più a Sud, a Mannheim, inseguiti da pioggia e vento, e verso le 22 ci dirigiamo alla Maimarkthalle, dove il mega-evento Time Warp è già iniziato dalle 19, un rapido giro per orientarsi nelle varie sale, e notiamo che la sala minimal rispetto all'anno scorso è stata ingrandita ed invertita di posizione con la sala elettronica.
Ci stabiliamo inizialmente in sala uno, dove, dopo un set techouse del talento locale Nick Curly(8bit Records), concluso con la sempre coinvolgente John Spring-Lava lava, tocca al live di Brian Sanhaji, artista entrato da tempo nelle grazie di Chris Liebing, e proprietario dell'etichetta Enable, uno dei pochi artisti in line up che non avevo mai sentito dal vivo: lui si presenta con una maglietta con scritto Detroit ed il suo live è techno, forse più tedesca che detroitiana, ma comunque potente e saltellante, gran ritmo, ottima esibizione per lui.
A mezzanotte in punto tocca a Chris Liebing e si accendono veramente le luci sul Time Warp, dotato quest'anno di laser potentissimi e spettacolari, che accompagneranno, con le loro evoluzioni, le performance degli artisti sia in sala uno che in sala due: l'intro di Liebing riprende le note di Jaydee-plastic dreams, ed il suo set procede con una minimal-techno potente e continua, che fa saltare tutti, felici, incluso lo stesso Liebing con il sorriso stampato per tutto il set.
Ghianda,io e Francesco
Dopo un'ora di Liebing, trasferimento in sala uno, dove c'è l'olandese Dylan Hermelijn aka 2000 & One, che suona live tutti i suoi più grandi successi degli ultimi anni, come Tropical Melons, Pak Pak, Pecan, con rielaborazioni e distorsioni di grande effetto, poi un salto in sala 3, dove sta suonando Karotte, per prendere atto che è invivibile e piena di italiani in attesa di Carola e degli altri artisti minimal che di lì a poco si sarebbero succeduti al mixer, e ritorno in sala uno, dove ha cominciato il suo set di due ore il grande uomo nero della techno, Carl Cox.
Il suo set, rispetto a Liebing, è più caldo nei suoni, ma con più pause, alcune di troppo, fra electro ed acid, seguite però da ripartenze mozzafiato, comunque sia Liebing che Cox hanno fatto una techno con qualche inserto di casse minimali, dimostrando entrambi più volte l'abilità tecnica nel mixaggio, che gli è riconosciuta universalmente.

Un passaggio da Sven Vath, che tiene la pista per mano trascinandola con The Amazing-Qu'est-ce que vous voulez, e ci si va a fare un antipasto di Laurent Garnier, che è nel bel mezzo del suo set di 8 ore nella sala cinque, isolata dalle altre room, più piccola, molto club, e coperta da una campana di vetro: il francese gli sta dando di techno-funky e ci piazza anche la sua storica hit The man with the red face.
Un pò di riposo nell'area chill-out, dove coloro che hanno ceduto per ko già abbondano, e si ricaricano le pile per il live degli Alter Ego, che suonano tutti i pezzi del loro ultimo album, Gary, Jolly Joker, Why not, finendo in bellezza con Rocker, musica divertente e non troppo impegnativa.
dj Laurent Garnier on the mix
Sono le 7 del mattino ed optiamo per le ultime due ore del set di Laurent Garnier, e non ce ne pentiremo...musica spettacolare, varia, con inserti geniali, ed il sole comincia a splendere anche sulla Germania.. finalmente, infatti si balla sotto le luci dell'alba che filtrano dalla campana di vetro, rendendo l'atmosfera unica…anche le condizioni atmosferiche quindi rendono omaggio al genio del francese, che finirà di suonare alle 9 sotto un sole cocente.
Grande musica per grandi momenti in queste due ore, in cui balliamo le sue produzioni come The man with the red face (messa per la seconda volta), Crispy Bacon, Coloured city, pezzi house come Byron Stingily-You make me feel, altre tracce più viaggiose, quasi neotrance, altre ancora techno, ed infine grande chiusura con Out of space dei Prodigy, ed i suoi colleghi dj Carl Cox, Karotte e Liebing a ballare con lui in consolle.
dj Richie Hawtin durante il suo set
Finalmente poi si riesce a mettere piede anche nella sala minimal, dove sta finendo il suo set Luciano e comincia Villalobos, con un pezzo dubstep,molto particolare, poi piazza qualche bomba, ci dà la sveglia con Pitto-Sexvibe, poi si perde un pò con canti latineggianti, e lo abbandoniamo per Richie Hawtin, che è nel pieno del suo set di 7 ore.
Il suo stile è il solito, alza e toglie i bassi, ed il pubblico va in delirio, qualche bombetta qua e là, ottimi gli ipnotici visual di Ali Demirel, poi per un pò cede il testimone ad Heartthrob, che suona anche il proprio remix di Personal Jesus dei Depeche Mode, e noi ci andiamo a fare il nostro mezzogiorno di fuoco in compagnia delle tracce sconosciute ma bellissime di Raresh, grande talento, selezione musicale ottima, peccato per l'impianto che nella sala tre in cui suona il romeno non è dei migliori, infine un altro salto da Richie Hawtin per onor di firma e la stanchezza prende il sopravvento…all'ora di pranzo si va a dormire.


Top:
molta più cura per le luci al Time Warp, in particolare i laser
il set di Laurent Garnier
il set di Raresh
Laurent Garnier che suona Prodigy-Out of space alle 9 del mattino sotto il sole
Loco Dice che suona Ilario Alicante-Vacaciones en Chile al Cocoon
l'atmosfera e la clientela del Cocoon Club
il live di Minilogue al Cocoon Club
la compagnia, eravamo tanti dall'Umbria e dintorni
Flop:
La sala 3 del Time Warp, invivibile e con impianto scadente
il clima troppo rigido

Articolo originariamente apparso nel 2008 su Soundzmag, il magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club




Loveparade Berlino 15 luglio 2006: The Love is back (mio reportage)

Il 15 Luglio è tornata la regina delle parade ovvero la Loveparade di Berlino, dopo due anni di assenza ed è stato molto bello esserne parte, insieme a circa 1.200.000 persone festanti. La parata dei carri si è svolta come di consueto lungo Strasse de 17 juni, uno stradone che parte dalla porta di Brandeburgo,  nel pieno centro di Berlino, dove una volta passava il muro, ed è intervallato a metà da una piazza sovrastata da un obelisco molto alto, chiamato Colonna della Vittoria, sotto il quale, dalle 18 alle 23, si sono alternati sulle due consolle numerosi dj internazionali, ognuno per 20 minuti, a completare lo scenario tutt’intorno sorge un immenso parco il Tiergarten, cuore verde di Berlino, con numerosi laghetti.


I carri partecipanti erano 40 in rappresentanza di quasi tutto il mondo, un tema caro all’organizzazione di quest’anno, come sta a dimostrare il titolo dell’inno di questa edizione, “united states of love” prodotto da Westbam. Infatti c’erano carri provenienti da Cina, Singapore, India, Cile,  Canada, Polonia, Finlandia, paesi Baltici, i carri dello Space e del Privilege di Ibiza, del Cavo Paradiso di Mykonos, oltre ai grandi club tedeschi come U60311 di Francoforte, Airport di Wurzburg, Butan di Wuppertal, Ostfunk di Berlino: c’erano anche carri in rappresentanza di label come Trenton, Great Stuff, Ministry of Sound, Vandit. I generi musicali suonati sui carri erano principalmente techno, trance, electro, minimal, house e  schranz: i carri che ho seguito di più per l’ottima musica proposta, secondo i miei gusti, sono stati quello della Trenton Records dove suonavano Stewart Walker, i 3 Channels e Touane e quello cileno dove c’erano Neumann, Dinky e Vivanco. 

C’erano anche in fondo al percorso della Loveparade una decina di stage fissi in cui si suonava principalmente minimal di stampo tedesco ognuno dedicato a label come Mobilèe, Mo’s ferry production, Moon Harbour o club come Harry Klein di Monaco: in uno di questi stage ho potuto apprezzare anche un bel set techno del dj tedesco Thomas p Heckmann. Sempre in questa zona si trovava anche un live stage dove ho ascoltato l’ottima esibizione dei francesi Noze con la loro electro-minimal molto allegra. 

Alle 18 le migliaia di persone partecipanti all’evento si sono riuniti nella piazza per la parte finale della Loveparade, sotto l’obelisco, in uno sventolio di bandiere di tutte le nazioni(anche tante italiane) e in una gara a chi si arrampicava più in alto fra semafori e lampioni. Qui si è cominciato con un tributo al dj Marc Spoon, recentemente scomparso, con un cantante che ha intonato una canzone accompagnato da Jam del duo Jam & Spoon, poi hanno cominciato ad alternarsi i dj nelle due consolle che si davano il cambio ogni 20 minuti mentre intorno continuavano a passare i carri.

dj Lucca
La prima a suonare è stata Miss Yetti,con un set electro-techno, quindi si è passati alla schranz con Felix Krocher, per poi tornare alla techno con la bellissima dj Lucca della Rep.Ceca, poi è stata la volta del brasiliano di colore dj Murphy, molto simile a Rush, che ha suonato hard-techno mostrando le proprie capacità tecniche con numerosi virtuosismi al mixer e scratch. Si è poi tornati a ritmi più tranquilli con l’inglese Ewan Pearson che ha cominciato il set con l’ormai classico Fairmont-Gazebo, e più minimal con il turco Onur Ozer e Anja Schneider, label-manager della Mobilèe. A salire in consolle poi è stato Tom Novy, tedesco resident dello Space di Ibiza, che ha fatto un set un po’ commerciale, riscattandosi però nel finale mettendo Faithless-Insomnia regalando così un momento molto emozionante a tutta la piazza ed a ruota i Tiefschwarz che hanno suonato un' elettronica molto spinta. 

Arriva poi il momento della trance con l’acclamatissimo Tiesto che aveva anche un carro tutto suo, e poi. in coppia, eccezionalmente per 40 minuti i cileni Ricardo Villalobos e Luciano, con il loro marchio di fabbrica minimal latino. La chiusura è stata poi affidata a due idoli locali cioè Westbam, techno-trance, e il signore della trance, il berlinese Paul Van Dyk, in maniche di camicia, che ha messo un altro classicone da far cantare alla folla come Alter Ego-Rocker e quindi gran finale in un trionfo di luci che squarciavano la notte berlinese con l’inno “united states of love” cantato dal vivo su uno dei palchi. 

Berghain-Panoramabar
Dopo esserci riguardati in appartamento gran parte della Loveparade sulla tv tedesca Viva per l’after-Loveparade abbiamo optato per il Berghain-Panorama Bar. Il club si trova nella Berlino Est ed è un casermone su due piani con qualche finestra qua e là: arriviamo alle 3:30 e c’è da fare ancora circa mezz’ora di fila per entrare, l’entrata costa poco, 10€, dentro il club il buio regna sovrano, la clientela è molto trasgressiva, al primo piano c’è la pista del Berghain, buia e squarciata da un laser verde, il soffitto è molto alto ma l’impianto è uno dei migliori sound-system che abbia mai sentito, con dei bassi che fanno tremare, qui a suonare è Aril Brikha(live) che suona una techno-detroit che non dà tregua, poi tocca al resident Marcel Dettmann, bravissimo a dir poco, capace di sfruttare l’impianto a dovere alternando pezzi techno e minimal, nuovi o vecchi come Green Velvet-Flash. Ai lati della pista c’è una scalinata  che porta al secondo piano dove c’è il Panorama bar altro ambiente molto scuro circondato da finestre le cui tapparelle venivano ogni tanto aperte per qualche secondo simultaneamente per far filtrare la luce del sole ormai alto, creando una bella atmosfera, qui ad esibirsi erano i Noze(live). 
Dopo circa 3 ore la stanchezza della Loveparade si fa sentire e abbandoniamo a malincuore il club dato che avrebbe chiuso alle 3 del pomeriggio e in seguito avrebbero suonato tra gli altri Dinky, Onur Ozer e Ben Klock, come si evinceva dalle line up attaccate ai lati delle consolle: da notare che ogni dj avrebbe suonato 3 ore. 

Gli altri giorni di permanenza a Berlino sono stati dedicati ai negozi di dischi tra cui vi consiglio lo storico Hardwax (Paul Linck Ufer 44a, fermata della metro Kottbusser Tor) di Moritz von Oswald aka Basic Channel, molto specializzato oltre che in vinili techno e minimal anche in dub e reggae, ed il fornitissimo Space Hall(Zossenerstrasse 33, fermata Gneisenaustrasse), che oltre ai vinili conta anche un assortimento di cd vecchi e nuovi impressionante. 
Altri locali carini in cui siamo stati sono il Bar25 sulle sponde del fiume che bagna Berlino e il Kubik, posto molto particolare, tirato su in mezzo ad un campo fra i palazzoni della berlino est, a cielo aperto, con le pareti che erano costituite da grosse taniche a forma di cubo una sopra l’altra, contenenti luci verdi fosforescenti che si accendevano a intermittenza creando un bell’effetto: a suonare era Daniel Bell.
Parlando della città, Berlino è molto bella da vedere, si respira aria di storia in questa capitale e i suoi giganteschi simboli, come la torre della televisione, la colonna della vittoria e la porta di Brandeburgo sono veramente affascinanti.

Articolo scritto originariamente per la rubrica Ritorno al Futuro contenuta su Soundzmag, magazine dedicato alla musica elettronica curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club