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Escursione alle Torri del Vajolet da Ciampedie

Le Torri del Vajolet sono un luogo iconico delle Dolomiti e l'escursione per raggiungerle è una delle più frequentate, siamo nel gruppo del Catinaccio e l'itinerario attraversa un suggestivo paesaggio circondato da imponenti torrioni dolomitici: il percorso è molto facile nella prima parte fino al Rifugio Gardeccia, comincia a salire nella seconda parte fino al Rifugio Vajolet e molto impegnativo per escursionisti esperti nella terza ed ultima parte che conduce al Rifugio Re Alberto, al cospetto delle sette guglie che formano le Torri del Vajolet, superando un dislivello totale di 738 metri in salita, partendo dalla stazione della funivia di Ciampedie.

Rifugio Re Alberto e Torri del Vajolet

Si parte da Vigo di Fassa, dove si trova la stazione della funivia (non economica 20€ a/r) che conduce al rifugio Ciampedie a quota 1998 metri, situato in una splendida conca prativa, circondata dalle cime dolomitiche del gruppo del Catinaccio.
Da qui si prende il sentiero 540, che prosegue per circa 3 km fino al Rifugio Gardeccia fra boschi e bellissimi scorci sulle montagne, un tracciato pianeggiante e facile, adatto anche a famiglie con bambini 

la conca prativa dove si trova la stazione d'arrivo della funivia presso il Rifugio CIampedie

Panorami sulle montagne lungo il sentiero 540

Scorci sulle montagne camminando fra i boschi nella prima parte dell'itinerario

Rifugio Gardeccia

Qui si segue il segnavia 546 e si comincia a salire su sentiero molto ampio, praticamente una strada sterrata, circondati da imponenti vette dolomitiche, arrivando così ai Rifugi Preuss e Vajolet, posti su di uno sperone roccioso a quota 2248 metri

l'ampio sentiero 546 circondato da imponenti vette

In vista del Rifugio Preuss, appollaiato su uno sperone roccioso

Panoramica dal sentiero 546

imponenti torrioni dolomitici fiancheggiano il percorso

Salita a tornanti verso il Rifugio Preuss

Rifugio Vajolet

Rifugi Vajolet e Preuss dall'alto

Passati i due rifugi comincia il tratto più impegnativo dell'escursione, dopo aver seguito sulla sinistra le indicazioni per il sentiero 542, classificato per escursionisti esperti, poichè si sale fra rocce e massi, lungo una ripida gola, con numerosi tratti attrezzati con cordini metallici, e, dopo aver superato un dislivello di circa 400 metri dall'inizio di questo sentiero, si giunge infine al Rifugio Re Alberto (2621 m), davanti alle imponenti e slanciate sagome delle Torri del Vajolet, al termine di un'escursione faticosa, ma ripagata da uno degli spettacoli più sublimi offerti dall'ambiente dolomitico.
Per il ritorno si segue lo stesso percorso fatto all'andata, calcolate circa 5 ore di tempo per fare tutto il tracciato tra andata e ritorno con partenza ed arrivo a Ciampedie

Inizio della salita verso le Torri del Vajolet

Uno sguardo all'indietro verso il percorso fatto fino a questo momento

Finalmente in vista del Rifugio Re Alberto e delle Torri del Vajolet

Le Torri del Vajolet, sette guglie montuose di roccia dolomitica, la più alta delle quali raggiunge i 2821 metri d'altezza

La ripida discesa lungo la Gola delle Torri verso il Rifugio Vajolet

Sulle Dolomiti vedi anche:


















Canyon del Bletterbach e Corno Bianco: escursione ad anello dal Centro Visitatori del Geoparco

Il Geoparco del Bletterbach è una delle aree di più grande rilevanza geologica delle dolomiti, un paesaggio suggestivo formato da una gola con pareti alte fino a 400 metri, scavate nel corso di millenni dall'azione erosiva del fiume Bletterbach, chiusa nella sua parte superiore dalle candide pareti rocciose del Corno Bianco (2317 m).
Quest'itinerario che, partendo dal centro visitatori del geoparco del Bletterbach raggiunge dapprima il Corno Bianco per poi scendere nel canyon, è lungo e faticoso, con un dislivello di quasi 900 metri ed alcuni punti molto ripidi nell'ultima parte del percorso di salita al Corno Bianco, dove comunque ci si può aiutare con dei cordini metallici, una fatica ripagata dagli splendidi panorami a 360° sul canyon e su vari gruppi dolomitici fino alla valle dell'Adige.
In fondo al post troverete un link con la mappa e i dati del percorso

il canyon del Bletterbach

Si parte dal centro visitatori del Geoparco del Bletterbach, che si trova nel territorio del Comune di Aldino: qui si paga l'ingresso al parco, (6€ nel 2021), comprensivo di parcheggio e noleggio di un caschetto protettivo da indossare quando si scende nel canyon.
Superato il centro visitatori, si segue il sentiero geologico sulla sinistra che si percorre per circa 1 km e mezzo con qualche bello scorcio sul canyon, fino ad incontrare una deviazione sulla sinistra in corrispondenza di una fontana in legno, dove si prende il sentiero n. 4, che sale in un bosco fino ad incrociare una strada forestale su cui si prosegue sempre verso sinistra, arrivando ad una grande radura dove pascolano le mucche, da cui si avvista per la prima volta la sagoma del Corno Bianco, dopo aver percorso 4,5 km dalla partenza dal centro visitatori.

Indicazioni subito dopo il centro visitatori

deviazione a sinistra verso il Corno bianco su sentiero n.4

primo avvistamento del Corno Bianco

mucche al pascolo con il Corno Bianco sullo sfondo

Qui si segue la traccia erbosa che costeggia per un tratto il bordo del canyon con bella veduta panoramica e quindi diviene un sentiero che comincia decisamente a salire verso il Corno Bianco, dapprima per prati, poi su un crinale roccioso piuttosto esposto in alcuni  punti ed infine arrampicandosi fra le bianche rocce dolomitiche del Corno Bianco, aiutandosi con dei provvidenziali cordini metallici nell'ultima parte della salita, raggiungendo così la vetta dopo circa 3 ore dalla partenza, avendo percorso 7 km

Panorama sul canyon subito dopo aver oltrepassato la radura

Salendo fra i prati con bel panorama su Latemar, Catinaccio, Sciliar

Continuando a salire la vegetazione comincia diradarsi

Sentiero in cresta con Latemar e Catinaccio sullo sfondo

Ancora in cresta con Pala di Santa e Latemar sullo sfondo

Dal 2009 il Bletterbach è considerato Monumento Naturale e quest'area è uno dei 9 siti delle Dolomiti patrimonio Unesco

vista sul canyon

il sentiero prosegue in cresta...

...attraversando un ambiente di bianche rocce

Il corno Bianco chiude il canyon

Panorama con Pala di Santa, Latemar e Catinaccio

quasi arrivati in cima

La cima del Corno Bianco (2317 m.) è una cresta rocciosa di forma allungata, attraversata da sentierini che si possono percorrere per ammirare un bellissimo panorama a 360° che comprende  Corno Nero a sud-est, Pala di Santa, Latemar, Catinaccio e Sciliar a nord-est ed il Canyon del Bletterbach fino alla valle dell'Adige verso ovest

in vista della croce di vetta del Corno Bianco

Panorama del canyon del Bletterbach fino alla valle dell'Adige dal Corno Bianco

la croce di vetta con Pala di Santa, Latemar e Catinaccio sullo sfondo

Panorama verso sud-est con il Corno Nero

la cima ovest del Corno Bianco

Si comincia quindi la discesa verso il canyon, seguendo il sentiero 12 che inizialmente scende a tornanti in ambiente roccioso per proseguire poi attraverso una vasta area di pini mughi, arrivando ad un magnifico punto panoramico sulla gola del Bletterbach, da dove è possibile osservare molto bene le pareti del canyon con la stratificazione rocciosa che le caratterizza, operata dall'azione erosiva nell'arco di varie ere geologiche

scorci sul canyon fra i pini

Corno Bianco e Canyon del Bletterbach

Sentiero fra i pini mughi

Punto panoramico sul canyon del Bletterbach

ben visibile la stratificazione rocciosa delle pareti del canyon

Proseguendo si scende fino alla base del canyon, formata da una grande distesa di pietre e sassi, in mezzo a cui scorre il torrente Bletterbach, fiancheggiato da alte pareti rocciose e chiuso in fondo dalla massiccia mole del Corno Bianco: il canyon è percorribile a piedi saltellando fra i sassi anche se i segnavia scarseggiano, e seguendolo a ritroso si torna al centro visitatori

All'interno del canyon con il Corno Bianco sullo sfondo

le acque del torrente Bletterbach

Sulle Dolomiti vedi anche:

















Latemar Dolomiti: escursione ad anello dall'Alpe di Pampeago al Rifugio Torre di Pisa

Sicuramente una delle escursioni più belle e frequentate delle Dolomiti Trentine è quest'itinerario che parte dall'Alpe di Pampeago e raggiunge il Rifugio Torre di Pisa a quota 2671 metri (così chiamato perchè nelle sue vicinanze sorge un pinnacolo roccioso alto una ventina di metri, le cui forme ricordano la celebre torre pisana), per poi proseguire verso Forcella dei Camosci, attraversando in più punti l'anfiteatro dolomitico del Latemar, circondati da guglie rocciose e paesaggi di una bellezza unica.
In fondo al post troverete un link con la mappa e i dati del percorso

il pinnacolo pendente della Torre di Pisa al centro


Si arriva in auto a Pampeago e da qui si può prendere la seggiovia Latemar che porta all'Alpe di Pampeago a quota 2000 metri, punto di partenza dell'escursione.
Si parte seguendo sulla destra l'ampio sentiero che in circa 20 minuti di cammino conduce a Passo Feudo (2200 m), punto d'arrivo anche della funivia che sale da Predazzo, accompagnati da bellissimi panorami sull'Alpe di Pampeago, la Pala di Santa ed il Monte Agnello

la stazione a monte della seggiovia Latemar, punto di partenza dell'escursione

Indicazioni subito dopo la stazione della seggiovia

Panorama con Monte Agnello e Pala di Santa ed al centro Pampeago dove si trovano numerosi parcheggi per auto e le stazioni di partenza delle funivie e seggiovie

la stazione a monte della seggiovia Latemar ai piedi della Pala di Santa

Indicazioni presso Passo Feudo

Da Passo Feudo si prende il sentiero 516, seguendo le indicazioni per il Rifugio Torre di Pisa, in un ambiente che via via si fa sempre più roccioso, con bellissimi scorci panoramici che spaziano fino ai profili delle Pale di San Martino, finchè, dopo un ultimo tratto in ripida salita, si giunge al Rifugio Torre di Pisa (2671 m), unico rifugio all'interno del gruppo del Latemar, che si raggiunge dopo circa 1 ora e 30 minuti di cammino da Passo Feudo.

S'intravedono i primi contrafforti del Latemar

Uno sguardo verso est con i profili delle Pale di San Martino

Uno sguardo verso sud per ammirare l'Alpe di Pampeago

L'ambiente si fa sempre più roccioso

In vista del Rifugio Torre di Pisa, posto in alto sulla cresta rocciosa

Panorama dal Rifugio Torre di Pisa verso l'Alpe di Pampeago con Monte Agnello, Pala di Santa, Corno Nero, Corno Bianco, val di Fiemme e Lagorai

Dopo una breve sosta si oltrepassa il rifugio per inoltrarsi nell'anfiteatro dolomitico del Latemar, ed ammirare tra le varie formazioni rocciose anche il famoso pinnacolo pendente, da cui prende il nome il Rifugio Torre di Pisa

Subito dietro il Rifugio Torre di Pisa si apre un ampio anfiteatro dolomitico

un uccello si aggira fra le vette

al cospetto della Torre di Pisa

il pinnacolo pendente detto Torre di Pisa


I pinnacoli del Latemar

Dopo la visita alla Torre di Pisa si continua a seguire il sentiero 516, inoltrandosi dapprima in una valle circondata da spettacolari pinnacoli e quindi, scendendo di quota, si passa in un vasto pianoro roccioso circondato su tre lati dai contrafforti delle cime del Latemar, da cui si apre un ampio panorama verso est, ed infine si risale per un breve tratto giungendo a Forcella dei Camosci (2590 m)

Le strane forme delle rocce del Latemar a cui fanno da sfondo la Pala di Santa e la Val di Fiemme

il sentiero attraversa questa valletta fra rocce dolomitiche

un altro pinnacolo lungo il sentiero, più dritto dell'altro

si arriva quindi a questo ampio pianoro roccioso...

... che il sentiero attraversa serpeggiando in piano


si segue sempre il segnavia 516 fino a Forcella dei Camosci

Panorama da Forcella dei Camosci

Indicazioni presso Forcella dei Camosci, si segue il sentiero 18

Da Forcella dei Camosci si segue il sentiero 18, che attraversa uno dei punti più suggestivi di quest'escursione, un fantastico ambiente dolomitico in cui si cammina in mezzo a guglie e pinnacoli rocciosi dalle più svariate forme.
Usciti da questa valle inizia la ripida discesa che, con splendidi panorama su Val d'Ega, Corno Bianco, Corno Nero e Pala di Santa, conduce ad Oberholz, punto d'arrivo della seggiovia che sale da Obereggen, qui si seguono le indicazioni per il Passo di Pampeago e si percorrono gli ultimi 3 km principalmente pianeggianti, attraversando alcune malghe al cospetto della muraglia dolomitica del Latemar, fino ad arrivare alla stazione della seggiovia da cui eravamo partiti

Sentiero in suggestivo ambiente dolomitico con scorcio panoramico sulla Pala di Santa

Si cammina circondati da guglie e pinnacoli dalle più svariate forme


Nonostante sia estate inoltrata è presente ancora qualche nevaio

fiorellini fra le rocce

s'inizia la discesa

un ultimo sguardo verso i contrafforti del gruppo del Latemar

Durante la discesa si ammira un bel panorama di Pala di Santa, Corno Nero e Corno Bianco, fino alla Val d'Ega

Andando verso Passo Pampeago al cospetto delle muraglie del Latemar

Altre escursioni sulle Dolomiti: