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Trekking in Sardegna: Su Porteddu-Cala Goloritzè

 Nella selvaggia costa di Baunei, nella Sardegna centro-orientale, si trovano alcune splendide spiaggette raggiungibili solamente a piedi con percorsi escursionistici: una delle più note e suggestive è Cala Goloritze, raggiungibile con un trekking di 3,5 km, che si completa in circa 1 ora in discesa ed 1 ora  e 30 minuti in salita
Per arrivare al punto di partenza bisogna salire in auto da Baunei all'Altopiano del Golgo e dirigersi in località Su Porteddu (402 m), dove si trovano un grande parcheggio ed un bar-ristorante, da qui parte il sentiero ben segnalato e molto frequentato, che nella sua parte iniziale s'inerpica sul pianoro calcareo di Aniddai (505 m), per poi scendere per la valle denominata Baccu Goloritze, serpeggiando fra alte cenge rocciose e giungendo infine alla spiaggia di sassolini bianchi di Cala Goloritze, su cui svetta la guglia di Punta Caroddi

Cala Goloritzè dall'alto

pannello illustrativo all'inizio del sentiero

vista sull'Altopiano del Golgo da Aniddai



incontro lungo il sentiero con un suino sardo dal manto pezzato bianco e nero

in vista di Punta Caroddi

Cala Goloritzè

Punta Caroddi si erge sopra la spiaggia, raggiungendo i 148 metri di altezza sul livello del mare

Arco di Cala Goloritze

la spiaggia di sassolini bianchi su cui svetta il pinnacolo di Punta Caroddi

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Vale il viaggio: Pedra Longa (Baunei-Sardegna)

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli. 

Pedra Longa è un'alta piramide calcarea, che si erge a picco sul mare per un'altezza di 128 metri,  lungo la selvaggia costa di Baunei, nella Sardegna centro-orientale.
Vi si può giungere da Santa Maria Navarrese seguendo un bel sentiero a mezza costa, punto di partenza anche del trekking di più giorni Selvaggio Blu: il percorso parte dall'Ostello Bellavista nella parte alta del paese, dove si trova un parcheggio e si snoda in mezzo alla macchia mediterranea, regalando splendide vedute su questo spettacolare tratto di costa compreso fra Pedra Longa a nord e l'arco del golfo di Arbatax a sud.


inizio del sentiero

il sentiero s'inoltra fra la macchia mediterranea

uno sguardo verso sud con vista sul golfo di Arbatax

primo avvisamento di Pedra Longa in lontananza








Sulla Sardegna vedi anche:























Vale il viaggio: Nuraghe Arrubiu (Sardegna)

 In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli. 

Situato nella Sardegna centro-meridionale, nel territorio del Comune di Orroli, il Nuraghe Arrubiu è detto anche il Gigante Rosso per le maestose dimensioni e per la particolari sfumature rosse (arrubiu in sardo) delle pietre basaltiche che lo compongono.
Il sito si estende per cinquemila metri quadri ed è il più grande e complesso nuraghe della Sardegna, l'unico munito di cinque torri laterali, che attorniano il mastio centrale alto 15 metri ( ma in origine il doppio).
Il complesso nuragico fu in uso a fasi alterne dal XIV al IX secolo a.C., quando, per cause incerte, crollò e rimase disabitato fino al II secolo a.C., periodo in cui i Romani lo adattarono a laboratorio per la produzione del vino 

il complesso nuragico è attorniato da una cinta muraria difensiva

resti di capanne attorno al nuraghe

il caratteristico colore rossastro delle pietre che lo compongono si pensa sia dato da tracce di ferro presenti nel basalto oppure dal colore che assumono i licheni che crescono sulle pareti del nuraghe

ingresso al cortile centrale

cortile centrale

interno del nuraghe

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Vale il viaggio: Nuraghe Ardasai (Seui)

Un borgo in 5 foto: Ulassai

Vale il viaggio: il borgo-fantasma di Gairo Vecchio


















Un borgo in 5 foto: Ulassai (Sardegna)

 In questa rubrica, attraverso 5 immagini rappresentative, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città o piccolo borgo che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso.

Nella parte interna dell'Ogliastra, incastonato fra imponenti tacchi calcarei, a 775 metri d'altitudine, sorge il borgo di Ulassai, impreziosito dal Museo all'Aperto Maria Lai, un percorso espositivo formato da opere ed installazioni di arte contemporanea, collocate lungo le strade ed in vari edifici del paese e nei dintorni, create dal genio multiforme di Maria Lai (1919-2013), nativa di Ulassai e di altri artisti contemporanei tra cui Costantino Nivola, Luigi Veronesi e Marcello Maloberti

Panorama di Ulassai, fronteggiato dall'imponente Monte Tisiddu (Tacco di Ulassai)

vista su Ulassai dall'ingresso del canyon Gola Sa Tappara, dove si trova un cartello stradale di Ulassai messo in verticale, installazione artistica chiamata Cuore Mio, risalente al 2019, opera di Marcello Maloberti, facente parte del Museo all'Aperto Maria Lai. In primo piano la Chiesa di Sant'Antioco Martire, dipinta d'azzurro

Uno dei siti di maggior interesse del borgo è l'ex Lavatoio Pubblico, costruito ai primi del '900, caduto in disuso negli anni '70, è stato recuperato ed arricchito di importanti installazioni artistiche fra 1982 e 1987, facenti parte del percorso espositivo del Museo all'Aperto Maria Lai: l'edificio ospita al suo interno opere di Maria Lai (Telaio Soffitto) e Costantino Nivola(Fontana Sonora), mentre all'esterno, il mosaico colorato che decora la fontana è opera di Luigi Veronesi e la pavimentazione del piazzale di Guido Strazza

Piazza Barigau, su cui si affaccia la Scuola dell'Infanzia, sulla cui facciata e sul piazzale antistante si trovano due installazioni di Maria Lai, il Volo del Gioco dell'Oca, opere del 2003, facenti parte del Museo all'Aperto Maria Lai

A pochi km dal paese si trova la Stazione dell'Arte, dismessa stazione ferroviaria, diventata museo, che custodisce 140 opere di Maria Lai, costituendo la più importante collezione pubblica della sua opera. Sullo sfondo il paese di Ulassai, incastonato fra i Tacchi d'Ogliastra

Sulla Sardegna vedi anche:

Vale il viaggio: il borgo-fantasma di Gairo Vecchio

Trekking in Sardegna: da Nuraghe Ruinas a Punta La Marmora (1834 m.), il punto più alto dell'isola



















Vale il viaggio: il borgo-fantasma di Gairo Vecchio (Sardegna)

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli. 

Nella parte centro-orientale della Sardegna, percorrendo la SS198, s'incontrano i ruderi di Gairo Vecchio, aggrappati al costone della montagna posta a dominio della valle del Rio Pardu: proprio questa sua posizione inclinata favorì frane e smottamenti, che ne causarono l'abbandono dopo la disastrosa alluvione del 1951, con la popolazione che si è in seguito ridistribuita a poca distanza in altri tre nuclei, Gairo Sant'Elena, Gairo Taquisara e Gairo Cardedu.
Lasciata l'auto nel grande parcheggio a lato della Strada Statale, ci si può addentrare nelle desolate stradine del borgo, collegate da scalinate e viottoli inclinati invasi dalla vegetazione, respirando un'atmosfera fuori dal tempo, fra le case in pietra semidiroccate, sbirciando dentro le quali si possono notare antichi caminetti e pareti intonacate di azzurro e rosso

le case di Gairo Vecchio sorgevano sul pendio della montagna ed erano disposte su alcuni terrazzamenti delimitati da strade 

dall'altra parte della valle in alto è possibile scorgere il paese di Ulassai

la strada che collega il parcheggio al borgo-fantasma

scalinate invase dalla vegetazione

agli angoli degli edifici diroccati si trovano ancora i nomi delle vie

interno di un edificio intonacato d'azzurro


questa era via Marconi

interno di una casa con caminetto



interno di una casa intonacata d'azzurro

la parte bassa del paese

Altri paesi-fantasma che ho visitato:




Sulla Sardegna vedi anche:



















Trekking in Sardegna: da Nuraghe Ruinas a Punta La Marmora (1834 m.), il punto più alto dell'isola

 Un percorso in ambiente solitario e selvaggio, durante il quale s'incontrano solo bovini e cavalli allo stato brado, nel cuore del Parco del Gennargentu, che permette di raggiungere la cima più alta della Sardegna, Punta La Marmora (1834 m): l'escursione abbina natura e archeologia, infatti si parte dal nuraghe Ruinas, si procede per una strada sterrata piuttosto ampia per circa 2,5 km, per poi continuare su sentiero costeggiando un torrente, incassato in una suggestiva valle e fiancheggiato da alberi , ed infine si risalgono le creste montuose fino a giungere alla grande croce di Punta La Marmora, da cui si ha un fantastico panorama sul Gennargentu e la Sardegna centro-orientale.

In fondo al post troverete un link con la mappa e i dati del percorso

Punta La Marmora (1834 m)

Si parte dal Nuraghe Ruinas, raggiungibile da Seui percorrendo per circa 40 km una strada di montagna, molto panoramica, stretta ma in condizioni abbastanza buone, quasi tutta asfaltata, tranne gli ultimi 3-4 km: il Nuraghe Ruinas, visitabile con entrata libera, situato a 1200 metri d'altitudine, è uno degli insediamenti nuragici posti a più alta quota della Sardegna, ed ha un impianto trilobato, il cui mastio si conserva per un'altezza di 8 metri e mezzo, attorno al quale si trovano anche resti di un antico villaggio nuragico.

Nuraghe Ruinas

Nuraghe Ruinas e sullo sfondo Perda Liana

ingresso del nuraghe

interno del nuraghe

vista su Perda Liana dall'interno del nuraghe

Nuraghe Ruinas e sullo sfondo Perda Liana

Davanti al Nuraghe Ruinas parte una sterrata piuttosto ampia, che si segue per un tratto, fino ad arrivare ad un trivio, in cui si prende la strada centrale e si prosegue, fra numerosi placidi bovini, fino alla fine della strada, dove comincia il sentiero, dopo aver percorso circa 2,5 km dalla partenza dal nuraghe Ruinas.

strada sterrata di fronte al Nuraghe Ruinas, punto di partenza dell'escursione

vista su Perda Liana e Nuraghe Ruinas dalla strada sterrata

trivio in cui si prende la strada centrale

bovini lungo il percorso

si segue la strada sterrata per circa 2,5 km

raro albero solitario  a fianco della strada

Si prosegue quindi su sentiero tenendo sulla destra il torrente Riu 'e s'Accu, incassato in una vallata e fiancheggiato da alcuni alberi d'ontano, risalendone il corso per un tratto in falsopiano piuttosto lungo, quindi si attraversa il torrente un paio di volte, e si abbandona la valle per iniziare la salita finale.

inizio del sentiero

il sentiero fiancheggia un torrente sulla destra, sul greto del quale crescono alcuni alberi


bovini lungo il sentiero

torrente Riu Accu

Usciti dalla valle il tracciato del sentiero disegna un largo tornante e si comincia a salire il fianco della montagna, su terreno brullo, caratterizzato da vegetazione bassa, composta da cespugli ed arbusti, che pian piano si diradano lasciando sempre più spazio a terra e pietre, un ambiente selvaggio in cui ci si può imbattere anche in cavalli che scorrazzano allo stato brado a poca distanza dalle vette più alte del crinale montuoso.

si comincia a salire lasciando in basso la serpeggiante valle del torrente Riu Accu

il sentiero attraversa un'area caratterizzata da vegetazione bassa, composta di cespugli ed arbusti

uno sguardo all'indietro verso la valle che si è percorsa in precedenza

salendo la vegetazione si dirada

si comincia a vedere sulla sinistra Punta Florisa, anticima di Punta La Marmora

cavalli allo stato brado nei pressi della cima del crinale montuoso

Arrivati nei pressi del crinale si avvista finalmente la croce di vetta di Punta La Marmora, quindi il sentiero devia verso sinistra, passa sotto l'anticima Punta Florisa (1822 m) e raggiunge il punto più alto della Sardegna, a quota 1834 metri d'altitudine, da dove si può ammirare un panorama meraviglioso che spazia sulle montagne e le valli del Parco del Gennargentu fino al Lago Alto del Flumendosa e buona parte della Sardegna centro-orientale.
Il ritorno lo si effettua sullo stesso sentiero dell'andata

primo avvistamento della croce di Punta La Marmora

tratto finale

Punta La Marmora (1834 m.), punto più alto della Sardegna

targa di Punta La Marmora, un po' arrugginita

panorama verso sud-est, con ben visibile il Lago Alto del Flumendosa

croce e targa di Punta La Marmora

panorama verso nord-ovest

panorama verso nord

panorama verso ovest

panorama verso ovest

panorama verso sud, con Punta Florisa (1822 m.) in primo piano

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Vale il viaggio: Perda 'e Liana (Gennargentu)

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Vale il viaggio: Nuraghe e Villaggio Nuragico Su Nuraxi (Barumini)

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