Visita al Parque Nacional de Timanfaya (Lanzarote)
Il paesaggio vulcanico del Parque Nacional de Timanfaya è una delle attrazioni da non perdere a Lanzarote, un susseguirsi di coni vulcanici dalle forme surreali, uno scenario quasi marziano, in cui la vegetazione è assente, a parte qualche lichene ed il blu dell'oceano e del cielo fa da sfondo alle varie tonalità di grigio, nero, marrone e rosso dei vulcani e dei campi di lava solidificata.
Le eruzioni che hanno creato il parco avvennero fra il 1730 ed il 1736, sconvolgendo questa zona dell'isola, su cui si riversarono lave incandescenti e rocce fuse, per sei anni, devastando 200 kmq di territorio e cinquanta villaggi.
Timanfaya è stato dichiarato parco nazionale nel 1974, l'unico in Spagna dal carattere esclusivamente geologico, ed è stato riconosciuto dall'Unesco nel 1993 come Riserva della Biosfera, consta di 25 vulcani spenti, distribuiti su un'area di 51 kmq, all'interno della quale non è possibile circolare in auto fuori dalle aree asfaltate aperte al pubblico, nè camminare sulle lave, per non alterare l'ambiente.
L'accesso al parco si trova lungo la strada LZ67 che collega Yaiza e Tinajo, lungo questa strada, a nord dell'entrata del parco, si trova anche il Centro Visitatori Mancha Blanca ad ingresso gratuito, dove ci sono interessanti esposizioni sulla natura e la storia del Timanfaya: si accede al parco in auto pagando un biglietto di 10€, che comprende il parcheggio ad Islote di Hilario, situato 1 km più avanti rispetto all'entrata ed il tour in bus lungo la Ruta de Los Vulcanos.
Ad Islote di Hilario si trovano anche un ristorante, un negozio ed i servizi igienici e da qui partono ogni 20 minuti i bus che seguono l'itinerario di 14 km all'interno del parco, della durata di circa 30 minuti: durante il giro turistico si rimane sempre dentro il bus, che ogni tanto si ferma o rallenta per permettere di ammirare e fotografare i punti più suggestivi del paesaggio circostante.
Tornati ad Islote de Hilario vengono fatte delle dimostrazioni dai gestori del parco che scavano una buca nel terreno e vi infilano un mucchietto di arbusti che prendono subito fuoco oppure vi versano dell'acqua che viene immediatamente sparata in alto formando un geyser, infatti la temperatura del terreno pochi metri sotto la superficie è già di 100° celsius.
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