Vale il viaggio: Le Castella (Calabria)

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, isole e penisole, aree archeologiche o naturalistiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

Sulla costa ionica calabrese, 20 km a sud di Crotone, si trova Le Castella, piccolo borgo marinaro, che deve il suo nome allo scenografico Castello, posto su un'isolotto collegato al paese da uno stretto istmo di terra: di probabile origine magnogreca, la fortezza subì numerose modifiche architettoniche nel corso dei secoli e fu completamente ricostruita fra 1510 e 1545, durante il regno degli Aragonesi.








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Una città in 5 foto: Aosta

In questa rubrica, attraverso 5 immagini rappresentative, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città o piccolo borgo che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso

Situata proprio nel mezzo della valle a cui dà il nome, Aosta sorge alla confluenza del torrente Buthier nella Dora Baltea, fiume principale della regione, in una verdeggiante pianura fiancheggiata da alte montagne.
Pur essendo capoluogo di regione, non è una città molto grande e trafficata, ma mi è sembrata tranquilla e a misura d'uomo, oltre che ben tenuta.
Aosta è molto interessante da visitare, sia per lo scenario naturale che la circonda, che per le importanti testimonianze del passato che la caratterizzano, che vanno dal Neolitico all'età contemporanea, segno di una continuità insediativa ininterrotta per migliaia di anni.
Si può iniziare la visita dalla periferia con il sito megalitico di Saint Martin di Corleans, un' area di culto e sepoltura in cui sono state rinvenute testimonianze monumentali che si possono far risalire fino al V millennio A.C., su cui è sorto un interessante museo, che le racchiude in un allestimento moderno ed esauriente, per poi proseguire verso il centro città, dove importanti edifici di epoca medievale, come la Collegiata di Sant'orso e la Cattedrale, convivono con spazi più moderni, come l'ottocentesca ed ampia Piazza Chanoux e con  i resti dell'antica Augusta Praetoria, fondata dai Romani 2000 anni fa all'epoca di Augusto, tra cui vanno annoverati il Teatro, l'arco di Augusto, la Porta Pretoria, numerosi tratti della cinta muraria, il Criptoportico Forense ed il Ponte Romano sul torrente Buthier, che fanno di Aosta la seconda città dopo Roma per numero di resti romani ancora visibili.

La facciata esterna della cavea del Teatro Romano di Aosta si è perfettamente conservata, è alta 22 metri ed è contraddistinta da contrafforti verticali disposti su quattro ordini, in basso le arcate per l'ingresso e sopra tre ordini di finestre sovrapposte di forme diverse: il teatro fu costruito nel I sec.A.C. e le sue gradinate potevano ospitare fino a 4000 spettatori

Piazza Chanoux vista da est: la piazza principale della città, di forma rettangolare fu realizzata nel 1835 sotto il Regno di Carlo Alberto, sul lato nord della piazza sorgono l'Hotel de Ville, sede del Municipio, in stile neoclassico e l'Hotel des Etats nell'angolo nord-ovest 

l'Arco di Augusto fu costruito nel 25 A.C. per celebrare la vittoria dei Romani sui Salassi, l'imponente struttura presenta un solo fornice alto 11 metri ed al suo interno si trova un crocifisso ligneo copia di quello trecentesco (ora custodito nel Museo della Cattedrale), che vi fu posto nel 1449 come offerta votiva contro le esondazioni del torrente Buthier, che scorre proprio vicino all'Arco

Il complesso monumentali di Sant'Orso è il capolavoro architettonico dell'Aosta medievale: a sinistra l'imponente campanile romanico alto 44 metri, che sorge sul sagrato della chiesa in posizione isolata da essa, costruito nel XII secolo e caratterizzato nella sua parte alta da tre ordini di trifore ed una quadrifora finale, al suo fianco la facciata della Collegiata, quattrocentesca in forme tardogotiche con portale sovrastato da un frontone appuntito e sul colmo del tetto un piccolo campanile e due pinnacoli, che ne aumentano lo slancio verticale

L'Area archeologica del Teatro Romano è resa ancora più suggestiva dalle alte montagne che circondano la città, in un meraviglioso connubio tra natura e storia

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Escursione ad anello da Pont Valsavarenche per Grand Collet, Piani e Laghi del Nivolet e Croce di Roley


Una città in 5 foto: Corigliano Calabro

In questa rubrica, attraverso 5 immagini rappresentative, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città o piccolo borgo che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso.

Alto su un colle a pochi kilometri dal mare Ionio, sorge il nucleo antico di Corigliano Calabro, di origine medievale, dominato dall'imponente mole del Castello Ducale, verso cui si sale passando sotto le possenti arcate del Ponte Canale e proseguendo per strade strette e suggestive.
Vale una visita anche la Chiesa di Sant'Antonio con la sua cupola dall'elegante rivestimento in maioliche bianche e azzurre, situata poco fuori dal centro storico nella parte bassa del paese.

Il maestoso Castello Ducale domina dall'alto l'abitato: le sue origini si fanno risalire all'XI secolo, ma fu oggetto di numerosi rifacimenti nel corso dei secoli, conserva quattro torri merlate ed una torretta ottagonale seicentesca

Il Ponte Canale si erge sopra via Roma, la principale via d'accesso al centro storico: formato da due serie di arcate sovrapposte, fu costruito nel 1480 come acquedotto della città

Il nucleo storico del paese ed il suo accrescimento si pensa ebbe origine intorno al X secolo, quando gli abitanti delle pianure cercarono sul colle distante del mare dimore più sicure per difendersi meglio dalle incursioni dei Saraceni

La chiesa di Sant'Antonio, posta nella parte bassa del paese, fu eretta nel XV secolo e ricostruita nel 1740: spicca per le sue eleganti cupole e cupolette rivestite da maioliche azzurre e gialle

La piana in mezzo a cui sorge Corigliano Calabro vista da sud, con le montagne del Pollino a fare da sfondo ed il golfo di Corigliano, su cui si affaccia Schiavonea con la sua Marina

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Escursione nel Parco del Gran Paradiso: giro ad ad anello da Pont Valsavarenche per Grand Collet, Piani e Laghi del Nivolet e Croce di Roley

Un itinerario lungo ed impegnativo in una delle aree più belle del Parco Nazionale del Gran Paradiso, nei pressi del confine fra Valle d'Aosta e Piemonte: durante l'escursione si passa dalla Valsavarenche ai Piani del Nivolet, valicando il Colle Grand Collet (2830 m) con meravigliosi panorami sulle vette del Gran Paradiso, quindi si arriva ai laghi del Nivolet per poi tornare sui propri passi e giungere infine a Pont in Valsavarenche passando per un sentiero posto più a nord rispetto a quello fatto all'andata, oltrepassando il valico dov'è posta la Croce di Arolley.

In fondo al post troverete un link con la mappa e i dati dell'escursione

Piani del Nivolet

Si parte da Pont dove finisce la strada che attraversa la Valsavarenche e, nei pressi di un camping, si trova un grande parcheggio, in cui si può lasciare l'auto: da qui si prende verso sud e si costeggia il corso del torrente Savara fino al Rifugio Tetras Lyre, dove si attraversa il fiume su un ponte e s'inizia la lunga e faticosa ascesa al Col du Grand Collet, seguendo il sentiero 2A

Mappa posta all'inizio del percorso

Il torrente Savara, affluente della Dora Baltea, che nasce dal massiccio del Gran Paradiso

Il sentiero costeggia il torrente Savara

Indicazioni per il sentiero 2A verso il Grand Collet

La salita ai 2830 metri del Grand Collet è lunga e faticosa, si superano 870 metri di dislivello in circa 3 ore, ma il panorama che si può osservare durante il cammino ripaga di tutta la fatica con le più imponenti vette del Parco del Gran Paradiso ed i suoi ghiacciai che, come una quinta teatrale, racchiudono il paesaggio, che salendo appare sempre più grandioso di fronte ai nostri occhi . A metà percorso si passa anche per l'alpeggio Seyvaz (2364 m), in suggestiva posizione, dove si trovano alcune baite ed una croce.

Uno sguardo indietro verso la Valsavarenche

Salendo verso il Grand Collet

Panorama sulle vette del Parco del Gran Paradiso e relativi ghiacciai: da sinistra a destra Ciarforon (3640 m) Bec de Montchair (3545 m) e Denti del Broglio (3454 m)

In vista dell'Alpe Seyvaz

Alpe Seyvaz con le vette del Parco sullo sfondo

Il piccolo alpeggio Seyvaz si trova a metà strada lungo la salita al Grand Collet

Panorama della Valsavarenche dall'Alpe Seyvaz

flora alpina

Si sale immersi in un grandioso paesaggio alpino

Al cospetto del Gran Paradiso (4061 m) in alto a sinistra

Panorama grandioso

Vista sul Gran Paradiso (4061 m)

La corona di vette del Parco Nazionale del Gran Paradiso viste da ovest

Ultimo tratto di salita con passaggio su nevaio prima di giungere al valico del Grand Collet

Panorama dai 2830 metri del Grand Collet

Dal valico si scende sull'altro versante e la visuale si apre a poco a poco sull'ampio e largo pianoro erboso del Nivolet, che si raggiunge in corrispondenza dell'alpeggio Grand Collet (2416 m), situato nella parte mediana della vasta pianura e formato da alcune baite semidiroccate, usate come ricovero di bovini. Da qui si prende a sinistra il sentiero numero 3 che serpeggia per 4 km fra prati acquitrinosi originati dalla Dora del Nivolet, che scorre lentamente in questa pianura formando alcuni meandri, fino a giungere ai Laghi del Nivolet.

Scendendo verso il Piano del Nivolet

Piano del Nivolet dall'alto


Alpeggio Grand Collet (2416 m)

Le baite dell'Alpe Grand Collet usate come ricovero di bovini

Ponticello sulla Dora del Nivolet che serpeggia placida lungo l'ampia pianura

I due laghi del Nivolet sono posti a quota 2532 metri al termine dell'altopiano dove finisce il sentiero 3 ed inizia la strada asfaltata, che conduce al Colle del Nivolet (2612 m), valico alpino che segna il confine fra Piemonte e Valle d'Aosta.
Nei pressi dei due laghi alpini dalle azzurre acque limpide si trovano anche due rifugi: il Savoia, posto nei pressi delle rive del primo dei due laghi ed il Città di Chivasso, situato più in alto poco prima del valico.

 Lago Inferiore del Nivolet



I due laghi del Nivolet

Acque azzurrissime

Dopo una sosta lungo le sponde di questi bellissimi laghetti alpini si prende la via del ritorno, percorrendo nuovamente il Piano del Nivolet per tutta la sua lunghezza di circa 6 km, seguendo il sentiero 3 fino al bivio con il sentiero 3A, che conduce alla Croce di Roley (2322 m), punto panoramico spettacolare da cui ci si affaccia nuovamente sulla Valsavarenche e sulla corona di vette e ghiacciai del massiccio del Parco Nazionale del Gran Paradiso, che si staglia sul versante opposto
Da qui una ripida discesa a tornanti in un bosco di larici, che costeggia anche una fragorosa cascata, conduce al parcheggio di Pont, da dove eravamo partiti molte ore prima, concludendo questa lunga e bellissima escursione.

Sentiero che attraversa il Piano del Nivolet



Costeggiando la Dora del Nivolet

Sentiero 3 che attraversa i Piani del Nivolet, sullo sfondo la Grivola (3969 m)

Bovini al pascolo Piano del Nivolet, sullo sfondo la Grivola (3969 m)

Flora alpina

Croce di Roley (2322 m)

Panorama sul massiccio del Gran Paradiso: da sinistra a destra Gran Paradiso (4061 m), Tresenta (3609 m), Ciarforon (3640 m), Bec de Montchair (3545 m) e Denti del Broglio (3454 m)


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