Le nostre abitudini quotidiane ci danno
certezze. Le certezze finiscono col renderci prigionieri delle stesse. Non si
osa piu' a trovare nuove situazioni perche' si sta cosi' comodi e sicuri
coccolati da una vita che conosciamo a memoria dal mattino alla notte. Sempre
nello stesso ufficio, con gli stessi amici, con lo stesso mezzo, per la stessa
strada o piazza e nello stesso bar. La verita' e' che la routine se la si
osserva in superficie ci da' garanzie e conforto, ma se si va oltre queste
apparenze si scoprira´ che la monotonia uccide la nostra anima lentamente
facendola appassire senza particolari emozioni assolutamente vitali. Siate
curiosi a conoscere gli stranieri, ad ascoltare chi la pensa in maniera diversa
dalla vostra, aperti a nuovi luoghi o esperienze, ma soprattutto ad andare
oltre ai vostri pregiudizi o alle vostre abitudini. Forse voi pensate di non
avere bisogno di tutto cio' , ma la vostra anima si.
Carlo Taglia – VAGAMONDO
"l'intensità della vita non si misura con il numero dei respiri,ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato"
My Red Zone Flyers Collection: settembre 2000
Serie di flyers Olympics in occasione delle Olimpiadi di Sydney che si svolsero dal 15 settembre al 1 ottobre 2000
Sabato 23 settembre 2000: ospiti Francois Kevorkian e il dj canadese Mr. Nivoc
Sabato 30 settembre
I Love Techno Gand 10 novembre 2007: il mio reportage
il 10
novembre 2007 è stata x me la quarta i love techno,e confermo la mia idea che sia
uno dei festival europei meglio organizzati (forse il migliore da questo punto di
vista) e spettacolari (luci,gente).
Tanto
pubblico a questa edizione,l'evento è andato sold-out pochi giorni prima e
dispiace che tanti, anche italiani, abbiano dovuto sborsare grosse cifre per poter
entrare (anche 200€,da quel che ho saputo, i bagarini esistono anche in Belgio, a
quanto pare), insomma alle 18 alla stazione di gand e davanti al flanders expo
era tutta una caccia al biglietto.
Nonostante
la folla, in circa 10 minuti si passa controllo biglietto, guardaroba e
perquisizione, tutto con incanalamenti e file molto precise e civili, grosso
punto a favore secondo me: giusta anche la decisione di chiudere le
sale all'accesso di ulteriori persone quando non ci si sta più, infatti se è impossibile ballare la festa non te la godi e non
ci torni più ,certo che la prima volta rimani un pò spiazzato, ma poi, sapendolo, vai
nella sala dove suona il grosso nome che vuoi sentire, 15 minuti prima che
inizi e stai sicuro che te lo senti.
Altri punti
a favore dell'organizzazione, acqua gratis, pulizia dei bagni, in cui si pagava
giustamente l'entrata 50 centesimi, con 10€ si compravano 9
buoni per mangiare e bere, e quindi, più di tante file alle casse, piazzate fuori dalle sale, non si fanno.
A fine
serata i maxi-schermi all'ingresso delle sale che informano sugli orari dei
treni per tutte le destinazioni, e una fila ben controllata da personale della
sicurezza per salire sui tram che portano alla stazione.
Musica:la
line up delle 6 sale accontentava un pò tutti gli appassionati di musica
elettronica: techno, hardtechno, electro, un pò di tutto, comunque è meglio avere
un'ampia scelta; per quel che mi riguarda due sale, la blue e la orange le ho
evitate, nella green ci sono stato mezz'ora, yellow e red room in particolare,
mi hanno visto in pista dall'inizio alla fine, l'impianto migliore in red
room, quello della yellow purtroppo lasciava un pò a desiderare.
Dj: l'onore di aprire le danze spetta a 2000 & one, nella yellow room, ero curioso di sentire l'olandese, di cui apprezzo molto le produzioni, in dj set, e mi ha soddisfatto, musica divertente, mai banale, un warm up ottimo che ha gasato tutti, qualche sua produzione qua e là come il suo remix di laidback luke-housetrap, e le sue pak pak e tropical melons per l'apoteosi finale.
entrata Red Room |
Qui è il
momento di Len Faki, uno dei nomi di punta del Berghain di Berlino e fondatore
dell'etichetta Podium: set molto carico, che passa fra vari
generi, minimal, techno (Rune e Sydenham-Elephant) ed anche house (harry romero-i go
back, Wink rmx). a tratti si improvvisa anche showman alla Sven Vath, saltando sul
palco.
Quindi un
saltino in green room, la sala hardtechno, per sentire Felix Krocher, anche lui
agitatissimo in consolle, che ha messo il rmx schranz di samim-heater, tra
l'altro, ed un'altra visita in yellow room per Bodzin che metteva il suo pezzo che più mi piace, Kerosene, quindi sono stato fortunato.
dj Redshape |
Devastanti
set per entrambi: Adam Beyer ha tenuto per tutto il set bpm molto alti, mai una
pausa, una techno con qualche influenza minimale, in chiusura teneva il loop di
Spastik e ci suonava sopra altri pezzi.
Dopo di lui
sale in cattedra, accolto da un’ovazione da brividi, quello che è ormai un resident di quest’evento, ovvero Dave Clarke, la pista strabocca di gente, il
ritmo continua ad essere incalzante, ma meno minimale rispetto a Beyer, più techno, acid, old-school, qualche pausa in più il Barone rosso se la concede, ma nel
complesso un’esibizione ampiamente soddisfacente.
Nel finale
dedico una mezz’oretta ai British Murder Boys (Surgeon e Regis, esponenti
storici della techno made in uk), che proseguono nel solco di Dave
Clarke, picchiando come dannati, e si succhiano tutte le mie poche energie
rimaste, c’è tempo solo per un saltino da Technasia in yellow room in cui il
membro francese del famoso duo, si esibiva in un dj set molto carico
See you
next year, i love techno!
Qui un bellissimo e lungo video, in cui si vede il sottoscritto in prima fila durante il set di Adam Beyer all' I Love Techno 2007, video che ho scovato in questi ultimi tempi(2015), grazie alla segnalazione di un amico.
Articolo originariamente scritto nel 2007 per Soundzmag, magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone di Perugia
My Red Zone Flyers Collection: ottobre 2000
Ibiza Convention 31 ottobre 2000: ospiti dj Ralf, Coccoluto, John Sà Trinxa, Cirillo e Zappalà
La bellezza della natura in Sudamerica
Un sito molto interessante sui viaggi è Matador Network, volevo segnalare un interessante articolo sui 13 posti in Sudamerica dove la natura la fa da padrone scritto da Karin-Marijke Vis
1-Argentina: Laguna Brava
2-Brasile: Parco Nazionale di Iguaçu
1-Argentina: Laguna Brava
2-Brasile: Parco Nazionale di Iguaçu
3-Perù: Tres Cruces
4-Argentina: Desert Diablo
5-Bolivia: Death Road
6-Brasile: Pantanal
7-Argentina: Parco Naturale Ischigualasto
8-Bolivia: Salar de Uyuni
9-Cile: deserto di Atacama
10-Argentina: Perito Moreno
11-Brasile: Parco Nazionale Lençois
12-Argentina: Passo Agua Negra
13-Colombia: Tatacoa
clicca qui per il link all'articolo completo su Matador Network con delle bellissime immagini
Sonar Barcellona 15-16-17 giugno 2006 (mio reportage)
La terza
settimana di giugno è finalmente scoccata l’ora del Sonar, l’interessantissimo
festival dedicato alla musica elettronica e alle arti multimediali che si
svolge ogni anno a Barcellona, giunto alla sua tredicesima edizione e cresciuto
anno dopo anno fino a stabilizzarsi sulle 90000 presenze attuali.
L’evento si
svolge per 3 giorni dalle 12 alle 22 intorno al Centro di Cultura Contemporanea
di Barcellona (CCCB) a due passi dalla Rambla, in pieno centro, e per due notti,
dalle 22 alle 7 del mattino, alla Fira Gran Via, dei mega padiglioni fieristici,
in periferia, collegati comunque, in occasione del festival, da un servizio bus
speciale continuato fra Rambla e fiera, per tutta la notte.
In questi giorni
Barcellona è la capitale della musica elettronica perché tutti i numerosi club
pullulano di party con i migliori dj del mondo e anche in spiaggia, gratuitamente,
è facile imbattersi in artisti di grosso calibro, che suonano in piccoli
chiringuiti.
Un qualcosa in più al Sonar,secondo me,glielo dà anche la città in
cui si svolge, che vince il confronto rispetto alle altre capitali del
divertimento, essendo più calda e calorosa, quindi più adatta a noi latini,
rispetto a Londra e Berlino e più piena di cultura rispetto a Ibiza.
GIORNO 1 (15 GIUGNO)
Arrivato a
Barcellona la prima cosa da fare è stata ritirare l’abbonamento per il
festival, da acquistare in precedenza con carta di credito al prezzo di 133 €, per
evitare il sold-out che c’è tutti gli anni. Effettuata questa operazione, dopo
una lunga fila al Palau de la Virrenia, sulla Rambla, ci si può dirigere al Sonar
day.
L’area in cui si svolge è molto grande e divisa in 4 spazi principali: il
Sonar Village, quello più esteso, a cielo aperto, dotato di un palco molto grande
dove si esibiranno numerose band, il Sonar Dome, la cui pista è coperta da un
tendone bianco e dove spesso ci sono interessanti dj-set, il Sonar
Complex, ricavato in un ambiente chiuso (MACBA), dove si esibiscono soprattutto
artisti giapponesi ed infine l’Escenario Hall, che è buio e sotterraneo, ai piedi del
moderno palazzo di tre piani (CCCB), in cui ci sono mostre, installazioni, la sala
Redbullhomegroove e la fiera discografica. Da sottolineare anche il contrasto
fra queste architetture moderne e le chiese gotiche che circondano il CCCB.
Dopo aver
sentito l’ultima parte del dj-set del tedesco Frank d’Arpino(Combination) a
cavallo fra electro e minimal, mi sono addentrato nella fiera editoriale, con
numerose riviste dedicate alla musica, molto interesante, tra l’altro, Trax
versione spagnola e poi nella fiera discografica, che era formata da 60
stand, con le migliori label e club del mondo che vendevano i loro prodotti (cd,t-shirt,vinili
ecc.) e regalavano gadget e flyers pubblicitari sulla loro attività. Oltre ai
soliti noti Minus, Cocoon, Kompakt, Traum, Tresor, Bpitch Control, Monegros, c’erano
anche tre stand italiani: uno era Piemontegroove, associazione culturale di
artisti piemontesi guidata da Giorgio Valletta di Xplosiva che distribuiva un
triplo cd con tutte tracce di dj piemontesi, un altro stand era sempre di
provenienza torinese con dei ragazzi che si occupano di arte multimediale, e un
altro ancora faceva capo a Electronix music network e alla label Defrag Sound
Processing, che pubblicizzavano anche i festival Flower e Vulcanology che si
svolgeranno a Catania.
Dopo aver fatto incetta di tutto ciò che si poteva
prendere e averlo stipato nel provvidenziale zainetto del Monegros, regalatomi
all’entrata, torno nell’arena del Sonar Village dove suonano C-mon e Kipsky che
però non mi entusiasmano con il loro electro-rock.
La sera, nonostante un bell’acquazzone
all’ora di cena, tornato il sereno, decidiamo di andare alla Terrazza, per il
party della Soma Records, nota label scozzese arrivata quasi alla duecentesima
release. Il locale è molto caratteristico, all’aperto e situato all’interno del
Poble Espanyol, sul Montjuic, una specie di museo che si basa sulla ricostruzione
delle vie di una città medievale. Fino alle 2 purtroppo si sente quasi solo la cassa
spia, l’acquazzone forse ha fatto qualche danno, poi, quando abbiamo quasi perso
le speranze, Alex Smoke attacca il pc, non si sa cosa tocchi e partono
finalmente le casse di tutto il locale. Il live di Alex Smoke è abbastanza
coinvolgente, ma con numerosi errori tecnici con il programma che usa per
mixare, poi tocca a Slam, che fa musica molto ritmata,e
potente, tipicamente inglese e a chiudere Silicone Soul con un set
electro-tribal-house che non rientra molto nei miei gusti.
GIORNO 2 (16 GIUGNO)
Ripresomi
dalla serata precedente si torna al Sonar day, dove m’imbatto nello showcase
degli austriaci della Mosz, che però non mi prende più di tanto, quindi mi
dirigo al secondo piano del CCCB dove ci sono il Sonar a la carte e il Sonarmatica, teatro di numerose opere
molto strane e particolari e dimostrazioni dedicate all’arte multimediale e in
più anche una dettagliatissima mostra di foto e video su Chernobyl, il disastro
nucleare avvenuto in Bielorussia negli anni 80: raccapriccianti le immagini dei
bambini deformati, nati in quei posti.
Verso le 19 decido di andare verso la
Playa de la Mar Bella, dove sono annunciati numerosi party con dj di ottima
levatura e infatti così è.
Appena arrivato nel primo bar sulla spiaggia che
trovo, detto in spagnolo chiringuito, c’è a suonare il giovane Holden James, che regala
sorrisi a tutti, firma autografi e copertine di dischi, e fuma tutto ciò che gli
passano, oltre a suonare molto bene: è molto bello ballare la sua musica a
cavallo fra techno e melodia al tramonto.
Dopo di lui tocca all’altrettanto
giovane svedese Petter, quindi è il turno degli artisti Bpitch Control, prima il
biondissimo finlandese Kiki, molto bravo e poi, verso le 22, sale in consolle
Ellen Allien, che si diverte e fa divertire con un set electro ma che non
disdegna un po’ di melodia. Si fa così la mezzanotte e la prima notte del Sonar
ci aspetta.
La Fira Gran Via, dove ha luogo l’evento è diviso in quattro aree
per ballare, il Sonar Club che è la sala più grande, il Sonar Park, che sarà
dedicato soprattutto ai ritmi più alternativi cioè hip-hop, black
music, electro-rock, e le due sale a cielo aperto cioè il SonarLab, dove ci sono
anche dei posti a sedere e il SonarPub, la pista a cielo aperto più grande e
spettacolare, un po’ distaccata rispetto alle altre tre e nuova rispetto all’anno
precedente.
Le Chuc feat. Nile Rodgers |
Dopo di loro c’è il live del talentuoso
Jimmy Edgar(Warp),che fa uscire dalle sue macchine ritmi a volte electro, a
volte drum’n bass, un genere tutto suo, un po’ inclassificabile, in più canta
anche, personaggio strano con le unghie laccate di nero e un pupazzo che
raffigura un corvo nero che si tiene sopra la consolle.
Jeff Mills |
Grande momento, ormai
un classico del Sonar, quando lui mette la sua traccia simbolo”the Bells”e poi
il rmx techno di “Innercity-Good Life”e durante queste tracce ogni tanto ferma
il disco, si accendono le luci e poi lo fa ripartire in maniera devastante.
Herbert durante il suo live |
Si ricomincia a
ballare con Sasha che si presenta con l’immancabile camicetta bianca e manda in
delirio soprattutto i numerosissimi sudditi di sua Maestà cioè gli inglesi fino
all’alba, con la sua cassa sostenuta e melodia da viaggio, da notare perfetto il
mixaggio.
Un saltino da Satoshi Tomiie che, suonando dopo
Jeff Mills, bussava più del solito e da Kenny Dope Gonzales(MAW), che ha fatto
un set esclusivamente hip-hop e poi via in albergo a riposarsi.
GIORNO 3 (17 GIUGNO)
Retina live |
Al Sonar day, nel pomeriggio, sotto
il tendone del SonarDome, si esibisce il duo napoletano dei Retina, durante lo
showcase della label americana Hefty Records. Il loro live dura circa 40 minuti
e consiste in suoni minimali molto ricercati più da ascoltare che da
ballare, comunque molto graditi all’attento pubblico del Sonar che li omaggia,
alla fine della loro esibizione, con un grande applauso.
Poi quattro salti
nella sala RedBullHomegroove, al secondo piano del CCCB, molto carina e
accogliente, dotata di comodi divanetti imbottiti e lettini su cui
rilassarsi, situati in mezzo alla pista, in cui si ballano le sonorità di
numerosi giovani e bravi dj di tutto il mondo, che hanno vinto le selezioni
RedBullHomegroove, in questo caso sono la tedesca Judith Reiss e il messicano
Merodio a farci divertire.
Goldfrapp live |
Un rapido ascolto della band inglese degli Hotchip, electro-rock, e dell’altra
band inglese dei Goldfrapp, bravissima e molto carina la cantante Alison, e si
comincia a fare sul serio con Isolèe(Playhouse), che suona live una minimale un
pò mentale, ma che fa muovere tutti.
Quindi nel SonarLab giunge il momento degli
italianissimi, romani, Pigna People, ovvero Marco Passarani, Francisco e Mario
Pierro, che eseguono un live set di musica elettronica a tratti techno con
richiami alla disco che rendono piacevole e allegra oltre che energica la loro
esibizione.
Audion aka Matthew Dear live |
Richie Hawtin e Ricardo Villalobos |
Il Sonar è finito, ma la voglia di party sicuramente no, quindi la domenica ci si sposta in spiaggia, dato che sono previste grandi cose alla Playa de la mar bella.
Qui ci
sono tre chiringuiti, uno a 200 m dall’altro: su uno c’è il party Minus, su quello
di mezzo Get Physical e sull’altro, party Kompakt, il risultato di ciò sono 500 m
di spiaggia impraticabili. pieni di giovani festanti per tutto il pomeriggio e
la sera; atmosfera molto bella ed emozionante.
Io sono stato principalmente al
chiringuito Minus, in cui hanno suonato per più di 3 ore Mathew Dear e Troy
Pierce, un disco a testa, quindi Miss Kittin, molto electro-clash, che ha anche
cantato e quindi la bella biondona Jo Jo de Freq from London e c’erano anche
Richie Hawtin e Ellen Allien a scambiare battute e farsi fotografare con
tutti; il bello di questi party è che non esiste distacco fra pubblico e dj.
Quindi un saltino da Michael Mayer(Kompakt), che stava facendo un dj-set coi
fiocchi nell’altro chiringuito e via al Raum dove era prevista la serata Wagon
Repair, la label di Mathew Jonson. Il club si trova nei pressi di placa
Catalunya,ed è su due piani, soffitto basso, buio pesto, impianto buono, l’ideale
per la musica del canadese Mike Shannon e del cileno Pier Bucci, che ho
conosciuto, autori di due live-set minimal che non hanno dato un attimo di
respiro alla pista, poi a condurci alla fine di questo intensa notte spagnola
ci ha pensato Mathew Jonson.
Il
Sonar,secondo me è il miglior festival del mondo dedicato all’elettronica perché
il più completo abbracciando tutte le sfaccettature di questo genere musicale e
le influenze che ha su altri generi come l’hip-hop, il rock, la musica
giapponese, la black music, la disco.
In più permette ai ravers di acculturarsi
un po’ a livello musicale e a chi si dedica di solito più all’ascolto di musica
elettronica che al ballo nei club, di vivere l’atmosfera di un vero
rave-festival.
È un importante luogo d’incontro e scambio di idee per tutti gli
addetti ai lavori e anche gli stessi artisti sono portati a sperimentare di più
perché sanno di poter contare su una platea preparata musicalmente.Ola!
Articolo apparso originariamente su Soundzmag, magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club
Mia intervista a Legowelt (31 ottobre 2006)
Dopo essersi reso protagonista di una splendida esibizione
prima in live e poi in dj set al recente party Sweet Babes svoltosi lo scorso
31 Ottobre 2006 al Red Zone di Perugia, facendo saltare la sala Soundz con un turbine
di suoni a cavallo fra electro, acid e techno, l’artista olandese di Den Haag, Danny Wolfers in arte Legowelt ha rilasciato
anche un’intervista in esclusiva per Soundzmag in modo da farsi conoscere
meglio dai suoi numerosi fans italiani come artista e come persona.
L’olandese, famoso per le sue releases su Clone, Bunker e
Creme Organization e per la hit su Cocoon, Discorout, disco dell’anno nel 2002
per l’autorevole rivista tedesca Groove, è stato molto disponibile e simpatico
e lo ringraziamo per questo, ed anche il suo live è stato veramente degno di un
grande artista.
Ciao Danny, parlaci dei tuoi inizi e dei tuoi primi contatti
con la musica elettronica
“Naturalmente i soliti Kraftwerk ed in seguito gli
Underground Resistance di Detroit sono stati i veri fautori della mia passione
per la musica elettronica”
Perché il nome Legowelt?
“Perché io gioco con la musica come voi potete fare con i
piccoli cubetti della Lego…..costruendo i miei propri mondi con la musica
invece che con i cubetti della Lego…..”
Che cosa conosci dell’attuale scena italiana a livello di
club, artisti o labels?
“Conosco Marco Passarani ed Alexander Robotnick, questo è
ciò che conosco dell’attuale scena dance italiana”
Che cosa pensi dell’italo-disco?
“Un grande stile che è stato molto importante, è stato uno
dei primi stili di musica elettronica indipendente che siano esistiti, ad aver
commercializzato se stesso sufficientemente….delle grandi tracce sono state
realizzate negli anni passati!!!”
Qual è il paese in cui ti sei divertito di più a suonare e
che ricordi con più piacere?
“ultimamente Minneapolis, USA, la città di Prince…anche le
date in Irlanda sono sempre grandi, così come in Scandinavia e a Malta….sono
comunque molti i posti in cui mi sono trovato bene”
Parlaci del tuo live set e di che cosa usi per le tue
bellissime produzioni
“il mio live set è improvvisato, io uso sequencers hardware,
drummachines, piccoli sintetizzatori ed alcuni processori con effetti. Non ci
sono computer portatili e molte macchine sono sincronizzate a mano, niente
Midi. Io ho molte macchine tra cui scegliere quelle da portare con me, la
maggior parte delle volte la scelta ricade sulla Yamaha RM1X (il miglior
sequencer hardware mai prodotto!), una Roland TR707 e una Boss DR660 come
drummachine, dei campionatori Korg e dei pedali Boss.”
Perché per il tuo album Astro Cat Disco hai scelto il
formato mp3?
“è stata un’idea della casa produttrice, è solo un test,
queste tracce sono vecchie, molte di queste non sono mai uscite….forse loro
vogliono vedere come va questo formato, io comunque sono sicuro che quest’opera
sarà presto su vinile.”
Hai altre passioni o hobby oltre la musica?
“Colleziono e costruisco modellini di aeroplani e
m’interesso di ogni cosa che abbia a che fare con l’aviazione, l’astronomia, il
geofiction, e seguo i film italiani del festival di Gallio(Vicenza)”
Come passi una tua giornata tipo in Olanda nel paese in cui
vivi?
“ dopo una buona colazione vado allo studio e faccio delle
tracce, lavoro su alcune idee in ufficio, bevo molti caffè e torno a casa la
sera, cucino, faccio alcuni lavori in ambito musicale e quindi mi guardo alcuni
episodi di Star Trek The Next Generation.”
Parlaci della tua data al party Sweet Babes al Red Zone Club
di Perugia e saluta i tuoi fans italiani
“sì, è stato un party molto bello e particolare,il pubblico
italiano è stato veramente caloroso. i miei migliori saluti, Danny”
Intervista pubblicata originariamente per Soundzmag, magazine dedicato alla musica elettronica, curato dallo staff della sala techno del Red Zone
My Red Zone Flyers Collection: dicembre 2000
Sabato 23 dicembre e lunedì 25 (Dajaè live)
Sabato 16 dicembre 2000: ospiti Ricky Montanari e Flavio Vecchi
Sabato 9 dicembre 2000: undicesimo compleanno Red Zone
Loveparade Berlino 15 luglio 2006: The Love is back (mio reportage)
Il 15
Luglio è tornata la regina delle parade ovvero la Loveparade di Berlino, dopo
due anni di assenza ed è stato molto bello esserne parte, insieme a circa
1.200.000 persone festanti. La parata dei carri si è svolta come di consueto
lungo Strasse de 17 juni, uno stradone che parte dalla porta di
Brandeburgo, nel pieno centro di
Berlino, dove una volta passava il muro, ed è intervallato a metà da una piazza
sovrastata da un obelisco molto alto, chiamato Colonna della Vittoria, sotto il
quale, dalle 18 alle 23, si sono alternati sulle due consolle numerosi dj
internazionali, ognuno per 20 minuti, a completare lo scenario tutt’intorno
sorge un immenso parco il Tiergarten, cuore verde di Berlino, con numerosi
laghetti.
C’erano anche in
fondo al percorso della Loveparade una decina di stage fissi in cui si suonava
principalmente minimal di stampo tedesco ognuno dedicato a label come Mobilèe,
Mo’s ferry production, Moon Harbour o club come Harry Klein di Monaco: in uno
di questi stage ho potuto apprezzare anche un bel set techno del dj tedesco Thomas
p Heckmann. Sempre in questa zona si trovava anche un live stage dove ho
ascoltato l’ottima esibizione dei francesi Noze con la loro electro-minimal
molto allegra.
Alle 18 le migliaia di persone partecipanti all’evento si sono
riuniti nella piazza per la parte finale della Loveparade, sotto l’obelisco, in
uno sventolio di bandiere di tutte le nazioni(anche tante italiane) e in una
gara a chi si arrampicava più in alto fra semafori e lampioni. Qui si è
cominciato con un tributo al dj Marc Spoon, recentemente scomparso, con un
cantante che ha intonato una canzone accompagnato da Jam del duo Jam &
Spoon, poi hanno cominciato ad alternarsi i dj nelle due consolle che si davano
il cambio ogni 20 minuti mentre intorno continuavano a passare i carri.
dj Lucca |
Arriva poi il
momento della trance con l’acclamatissimo Tiesto che aveva anche un carro tutto
suo, e poi. in coppia, eccezionalmente per 40 minuti i cileni Ricardo Villalobos
e Luciano, con il loro marchio di fabbrica minimal latino. La chiusura è stata
poi affidata a due idoli locali cioè Westbam, techno-trance, e il signore della
trance, il berlinese Paul Van Dyk, in maniche di camicia, che ha messo un altro
classicone da far cantare alla folla come Alter Ego-Rocker e quindi gran finale
in un trionfo di luci che squarciavano la notte berlinese con l’inno “united
states of love” cantato dal vivo su uno dei palchi.
Berghain-Panoramabar |
Dopo circa 3 ore la stanchezza della Loveparade si
fa sentire e abbandoniamo a malincuore il club dato che avrebbe chiuso alle 3
del pomeriggio e in seguito avrebbero suonato tra gli altri Dinky, Onur Ozer e
Ben Klock, come si evinceva dalle line up attaccate ai lati delle consolle: da
notare che ogni dj avrebbe suonato 3 ore.
Gli altri giorni di permanenza a
Berlino sono stati dedicati ai negozi di dischi tra cui vi consiglio lo storico
Hardwax (Paul Linck Ufer 44a, fermata della metro Kottbusser Tor) di Moritz von
Oswald aka Basic Channel, molto specializzato oltre che in vinili techno e
minimal anche in dub e reggae, ed il fornitissimo Space Hall(Zossenerstrasse
33, fermata Gneisenaustrasse), che oltre ai vinili conta anche un assortimento
di cd vecchi e nuovi impressionante.
Altri locali carini in cui siamo stati
sono il Bar25 sulle sponde del fiume che bagna Berlino e il Kubik, posto molto
particolare, tirato su in mezzo ad un campo fra i palazzoni della berlino est,
a cielo aperto, con le pareti che erano costituite da grosse taniche a forma di
cubo una sopra l’altra, contenenti luci verdi fosforescenti che si
accendevano a intermittenza creando un bell’effetto: a suonare era Daniel
Bell.
Parlando della città, Berlino è molto bella da vedere, si respira aria di storia in
questa capitale e i suoi giganteschi simboli, come la torre della televisione, la
colonna della vittoria e la porta di Brandeburgo sono veramente affascinanti.
Articolo scritto originariamente per la rubrica Ritorno al Futuro contenuta su Soundzmag, magazine dedicato alla musica elettronica curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club
My Red Zone Flyers Collection: marzo 2001
Sabato 3 Marzo 2001: ospite dj Ralf
Sabato 17 marzo 2001: She's crazy? (era il periodo della Mucca pazza)
Clubbing reportage: The underground sound of London (maggio 2006)
Il primo weekend di Maggio mi sono recato a
Londra,la capitale inglese, dove la club culture è uno stile di vita per
molti.Era la terza volta che andavo ed ho trovato come sempre un ambiente aperto alle nuove tendenze della musica da club e reso ancor più
stimolante dalla multietnicità della gente che ti permette di far conoscenza
con ragazzi e ragazze di culture diverse ma tutti uniti dall’amore per la
musica.
Il mio viaggio nella notte londinese,in compagnia del mio amico dj
Francesco Poggi che vive e lavora a Londra da ormai 2 anni,è cominciato venerdì
5 Maggio sorseggiando una birra comodamente seduti in poltrona,con sottofondo
di musica electro-minimal sparata dal dj già alle ore 20, al disco-bar 1001,uno
dei tanti locali della zona di Old street nella parte centro-est di Londra, dove
pullulano questi posti che sono bar durante il giorno e si trasformano in veri e propri club dove si va per ballare la notte e a volte anche la mattina per
gli after-hour, soprattutto il venerdì, sabato e domenica, con piste spesso buie
e sotterranee e impianti di tutto rispetto.Questo tipo di club sono i più apprezzatti
dai londinesi doc, che sono nati a Londra o vi si sono trasferiti dall’estero da
un po’, che li preferiscono alle mega-discoteche, tipo Fabric, The
End ecc. ritenute troppo piene di turisti nonostante le line up di tutto
rispetto.La seconda tappa è stata il T Bar, sempre nella stessa zona, dove si
entrava gratis e già dalle 23 si ballava alla grande, la serata era Ditched
Disco con i dj Bones e Ramsey, che hanno fatto divertire tutti con musica
electro e minimal aiutati anche dall’ottimo impianto del T Bar. Il sabato sera, dopo una veloce pinta di birra in un pub di quelli classici nella zona di
Angel, e una festa privata a casa di amici molto ben frequentata con
musica, neanche a dirlo, elettronica, ci si reca nuovamente al T Bar che alle h 24 è
già strapieno, i dj sono Touchè e Boy 8 Bit(Bodyclap) e l’atmosfera è splendida e
carichissima.
dj Francesco Poggi ed io a Londra |
Poco dopo le 2 lasciamo il T Bar molto soddisfatti e dopo una
puntatina al Cosmobar altro disco-bar molto carino gestito da ragazzi
italiani, ci rechiamo al Fabric, uno dei migliori club al mondo, secondo
me. Entriamo alle 3:30 e mi sento l’ultima ora del resident Craig Richards nella
sala 2, che sta buttando giù i muri della sala con la potenza della sua
musica minimal-techno, dopo di lui sarà la volta del francese Ivan Smagghe,
dalle 4:30 alla chiusura, che completerà l’opera di”demolizione” con dischi
electro,acid e techno, in più in questa sala c’è un laser verde comandato con
maestria che t’ipnotizza, ti prende e ti porta via. Nella sala 1 mi sono sentito
un po’ del live dei Greenskeepers che suonavano come una band, ma nn mi sono piaciuti molto e poi dj
Heather from Chicago che ha firmato anche un cd del Fabric l’anno scorso e che
ha messo una deep-house, speed-garage, con inserti vocali ed un ritmo molto
veloce, questa è un’house che mi piace.
La domenica comincia con l’after-tea Retox che si svolge tutte le domeniche sempre nella zona di Old street: ad un certo punto c’è una piazzetta con ad un angolo una porticina senza insegne, entri, scendi qualche scalino e benvenuti all’inferno, gran folla, molto variopinta, gran caldo, noi andiamo alle 19 ma il boom di gente comincia alle 21fino alle 23, orario di chiusura, in questo caso l’impianto lascia un po’ a desiderare ma il dj è molto bravo alternando electro, breaks e minimal.
Verso le 24 andiamo al Sosho un altro disco bar su 2 piani molto bello, in questo caso si paga anche 8 sterline. Il club è pieno di ragazze bellissime e scatenate, la musica indovinate un po’? electro e minimal. Molto particolare è il piano sotterraneo dove si balla sempre musica da paura in un salottino molto chic con la moquette rossa per terra, tavolini bassi da salotto subito presi d’assalto dai clubber che vi si arrampicano su.
E per finire in bellezza, naturalmente, verso le 3:30 andiamo al The End uno dei club più famosi di Londra nella zona di Tottenham, dove la prima domenica di ogni mese si svolge la serata Clandestino con la dj resident Miss Jools, in questo caso consolle tutta al femminile dato che la dj ospite è Dinky, dj cilena dai capelli rossi, brava e carina, spesso ospite anche alle serate Cocoon e Circoloco. La ragazza suona alla grande mettendo diversi dischi che mi piacciono tra cui Matt John-The rising scope, Raudive-Turn it off e un rmx del suo disco su Cocoon, Acid in my fridge. Tra la folla in visibilio, scatenato a ballare, m’imbatto anche in Mr.C, noto dj internazionale e una delle colonne portanti del The End.
In questi giorni ho notato spesso dei dj che dopo aver suonato si scatenavano in mezzo alla folla, dimostrando di essere clubber quanto chi balla la loro musica, cosa che in Italia dove l’apparenza la fa da padrone non accade quasi mai e il divismo di certi personaggi è a volte eccessivo a mio parere. In conclusione devo dire che l’ondata electro-minimal che ha colpito l’Europa non ha certo tralasciato Londra, non so se si tratta di moda oppure i dischi che escono su questo genere attualmente sono veramente belli e coinvolgenti: io per quel che mi riguarda propendo per la seconda ipotesi.
La domenica comincia con l’after-tea Retox che si svolge tutte le domeniche sempre nella zona di Old street: ad un certo punto c’è una piazzetta con ad un angolo una porticina senza insegne, entri, scendi qualche scalino e benvenuti all’inferno, gran folla, molto variopinta, gran caldo, noi andiamo alle 19 ma il boom di gente comincia alle 21fino alle 23, orario di chiusura, in questo caso l’impianto lascia un po’ a desiderare ma il dj è molto bravo alternando electro, breaks e minimal.
Verso le 24 andiamo al Sosho un altro disco bar su 2 piani molto bello, in questo caso si paga anche 8 sterline. Il club è pieno di ragazze bellissime e scatenate, la musica indovinate un po’? electro e minimal. Molto particolare è il piano sotterraneo dove si balla sempre musica da paura in un salottino molto chic con la moquette rossa per terra, tavolini bassi da salotto subito presi d’assalto dai clubber che vi si arrampicano su.
E per finire in bellezza, naturalmente, verso le 3:30 andiamo al The End uno dei club più famosi di Londra nella zona di Tottenham, dove la prima domenica di ogni mese si svolge la serata Clandestino con la dj resident Miss Jools, in questo caso consolle tutta al femminile dato che la dj ospite è Dinky, dj cilena dai capelli rossi, brava e carina, spesso ospite anche alle serate Cocoon e Circoloco. La ragazza suona alla grande mettendo diversi dischi che mi piacciono tra cui Matt John-The rising scope, Raudive-Turn it off e un rmx del suo disco su Cocoon, Acid in my fridge. Tra la folla in visibilio, scatenato a ballare, m’imbatto anche in Mr.C, noto dj internazionale e una delle colonne portanti del The End.
In questi giorni ho notato spesso dei dj che dopo aver suonato si scatenavano in mezzo alla folla, dimostrando di essere clubber quanto chi balla la loro musica, cosa che in Italia dove l’apparenza la fa da padrone non accade quasi mai e il divismo di certi personaggi è a volte eccessivo a mio parere. In conclusione devo dire che l’ondata electro-minimal che ha colpito l’Europa non ha certo tralasciato Londra, non so se si tratta di moda oppure i dischi che escono su questo genere attualmente sono veramente belli e coinvolgenti: io per quel che mi riguarda propendo per la seconda ipotesi.
See ya London,a presto!
Articolo originariamente scritto per Soundzmag, magazine dedicato alla musica elettronica curato dallo staff della sala techno del Red Zone
My Red Zone Flyers Collection 2000-01
Flyer generico anno 2000
Flyer generico sala techno anno 2001:staff Technophone Family e Hi Tech Robotz
I Love Techno Gand 21 ottobre 2006:il mio reportage
Come ogni anno in autunno è giunto il momento dell’”I love
techno”, il mega-rave festival che viene
ospitato dal flanders expo, grande spazio al coperto situato nella tranquilla
cittadina belga di Gand, a circa 50
km dalla capitale Bruxelles.
Questa città per un giorno all’anno diventa la capitale
della techno mondiale, venendo invasa da circa 40000 giovani, chiassosi e
colorati, molti con i vessilli del paese di provenienza riguardanti club,
eventi, o anche simboli sportivi, i quali vengono da ogni parte d’europa a
condividere emozioni e a ballare al ritmo degli artisti più quotati del globo
per questo genere musicale, tutti uniti dalla passione per la techno.
Tra questi giovani il 21 ottobre scorso c’eravamo anche noi
per il terzo anno consecutivo, dopo un lungo viaggio dall’Italia a Charleroi e
quindi a Gand attraverso la bella capitale Bruxelles e immense distese di prati
popolati di mulini a vento e mucche, paesaggio tipico di questo paese.
L’organizzazione belga è come al solito perfetta, a partire
dal trenino gratuito che ci porta dalla stazione di Gand al Flanders expo, passando
per l’ottima canalizzazione delle file al momento dell’entrata, e, per finire,
altra nota di merito per la distribuzione di acqua gratis all’interno del luogo
che ospita l’evento, per molti provvidenziale.
Il Flanders expo è formato da un’immensa area centrale con
ai lati le 6 arene, tre per lato, di cui una chill-out, ognuna contrassegnata
da un colore, mentre in cima e in fondo alla sala ci sono, rispettivamente, l’area merchandising ed il
punto ristoro, dove si può anche mangiare:infatti l’evento durerà a lungo, dalle
19 alle 6 del mattino.
La line up di questa undicesima edizione è inferiore
rispetto agli anni precedenti come quantità di nomi, ma la qualità c’è eccome, ed
il pubblico alla fine risponderà bene all’appello: quest’anno,da quello che ho
potuto notare c’erano tanti italiani e me ne rallegro, tantissimi spagnoli e
olandesi, abbastanza numerosi gli inglesi e gli irlandesi, oltre naturalmente
ai belgi padroni di casa.
Ad aprire le danze ci pensa dr.lektroluv nella yellow room, uno
strano personaggio, che suona con una maschera verde, occhiali da sole,
papillon, e una cuffia che sembra la cornetta di un telefono, ed apre con
un’elettronica molto allegra e divertente, ideale per iniziare, in particolare
del suo set mi colpisce il pezzo di Alex Gopher-motorcycle, che fa il suo
bell’effetto in pista: dietro questo travestimento infatti si nasconde uno dei
migliori artisti belgi, proprietario e direttore di numerose label del suo
paese.
dj Shinedoe |
Poi un salto da Deetron nella blue room, che non mi è
piaciuto molto, troppe pause nel suo set ed un altro salto, nella orange room,
dove a suonare è Boys Noize, che fa un’elettronica dai suoni molto distorti, un
po’ facilotta per i miei gusti, e si comincia a fare sul serio con l’olandese
Joris Voorn nella red room che ci fa viaggiare alla grande con dischi come
tadeo-granate granata,cobblestone jazz-india in me ed il suo many reasons.
Una delle attrazioni della serata è il back to back di 7 ore
fra Laurent Garnier e Carl Craig, e i due non hanno deluso le attese, ribaltando
più volte la blue room, ed ipnotizzandola, aiutati anche dai tre potentissimi
laser verdi installati in questa sala, per poi farla esplodere con ripartente
mozzafiato.
io ho ascoltato la prima ora e mezzo del loro set in cui
hanno suonato una techno old-school, bellissima, inframezzata da alcune hit
recenti, come audion-mouth to mouth e petter-some polyphony, poi sono tornato
l’ultima ora in cui si erano dati al remember con french kiss, age of love e
you make me feel.
in conclusione il set più emozionante della serata, tra
passato,presente e futuro della musica techno in particolare e dance in
generale, con un Garnier che si è divertito alla grande incitando continuamente
la folla, ballando e saltando in consolle ed un Carl Craig più tranquillo:i due
tra l’altro faranno uscire prossimamente un cd mixato da loro dal titolo Kings
of techno.
C’è anche la sala hard-techno, la green room, in cui ho
avuto occasione di ascoltare l’ultimo
disco acid-techno della bionda Miss Djax, ed è poi salito in consolle l’ astro
nascente della techno dell’est europa, il dj di Belgrado,Marko Nastic, forse il
nuovo Umek, che ha fatto una techno molto spinta e carica di groove, lui molto
freddo in consolle, con gli occhi fissi sul mixer ed un cappellino vintage in
testa, mentre sotto i fans si scatenavano e qualcuno cercava anche di
arrampicarsi sulla ripida consolle per riuscire almeno a stringergli la mano.
Oltre a lui in questa sala ho ballato anche la musica dello
sloveno Valentino Kanzyani, anch’egli ci va giù pesante, soprattutto nella
seconda ora del set, mentre nella prima parte mette diverse hit come Marc
Houle-bay of figs o Microfunk-pecan, comunque opportunamente modificate e
velocizzate, lui in consolle è molto preso ed incita il pubblico molto spesso.
Kraftwerk live |
L’esibizione è stata di grande qualità, con questi quattro
signori di mezz’età vestiti con un body nero coperto da una rete giallo
fosforescente, che li faceva risaltare nel buio della sala, in piedi con
davanti i propri strumenti e dietro dei video ad hoc, per ogni pezzo suonato,fatti
molto bene, e a fine concerto se ne sono andati via uno alla volta sulle note
di “music non stop”, con tanto di inchino verso la folla e si è chiuso il
sipario.
Dopo di loro c’è stato il set molto viaggioso di James
holden, in un passaggio di testimone fra i pionieri dell’elettronica e uno dei
prodotti più freschi ed innovativi dell’elettronica attuale, come l’artista
inglese della Border Community.
Nella red room c’è stato un live devastante del duo
Technasia, che ha fatto tremare le pareti della sala, dotata del miglior
impianto rispetto alle altre, facendo fare il pienone a questa arena e la sauna
al sottoscritto(fortuna l’acqua gratis): i due hanno suonato quasi tutti i loro
pezzi vecchi e recenti, momento che ricorderò a lungo quando hanno messo Acid
storm e la pista è esplosa.
Dopo di loro Dave Clarke, ormai resident dell’”I love techno”,
ha completato l’opera di demolizione, partendo con una lunghissima versione di
Relevee remixata da Carl Craig, per poi esplodere con la sua techno
contrassegnata da bassi taglienti e profondi, e numeri al mixer, degni del
grande dj che è: un mostro!
Quindi dopo circa 12 ore di techno-party ritorno a casa fra
treni ed aeroporti, popolati di giovani che si stendevano un po’ ovunque: un
evento massacrante, ma che sicuramente ha lasciato tutti i presenti soddisfatti
per la musica, l’atmosfera, in particolare i tanti che hanno fatto fior di km
per amore di questa musica, me compreso naturalmente.
I LOVE TECHNO!!!
Articolo da me scritto originariamente nel 2006 per Soundzmag, magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club
My Red Zone Flyers Collection:Capodanno e 6 Gennaio 2001
Ospiti in sala techno dj Vortex(UK),il principe Bismark e Cominotto
dj Tony Humphries fu impossibilitato a venire a Capodanno perchè il maltempo impedì all'aereo di partire da New York ed allora fu ospite il 6 Gennaio
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