Loveparade Berlino 15 luglio 2006: The Love is back (mio reportage)

Il 15 Luglio è tornata la regina delle parade ovvero la Loveparade di Berlino, dopo due anni di assenza ed è stato molto bello esserne parte, insieme a circa 1.200.000 persone festanti. La parata dei carri si è svolta come di consueto lungo Strasse de 17 juni, uno stradone che parte dalla porta di Brandeburgo,  nel pieno centro di Berlino, dove una volta passava il muro, ed è intervallato a metà da una piazza sovrastata da un obelisco molto alto, chiamato Colonna della Vittoria, sotto il quale, dalle 18 alle 23, si sono alternati sulle due consolle numerosi dj internazionali, ognuno per 20 minuti, a completare lo scenario tutt’intorno sorge un immenso parco il Tiergarten, cuore verde di Berlino, con numerosi laghetti.


I carri partecipanti erano 40 in rappresentanza di quasi tutto il mondo, un tema caro all’organizzazione di quest’anno, come sta a dimostrare il titolo dell’inno di questa edizione, “united states of love” prodotto da Westbam. Infatti c’erano carri provenienti da Cina, Singapore, India, Cile,  Canada, Polonia, Finlandia, paesi Baltici, i carri dello Space e del Privilege di Ibiza, del Cavo Paradiso di Mykonos, oltre ai grandi club tedeschi come U60311 di Francoforte, Airport di Wurzburg, Butan di Wuppertal, Ostfunk di Berlino: c’erano anche carri in rappresentanza di label come Trenton, Great Stuff, Ministry of Sound, Vandit. I generi musicali suonati sui carri erano principalmente techno, trance, electro, minimal, house e  schranz: i carri che ho seguito di più per l’ottima musica proposta, secondo i miei gusti, sono stati quello della Trenton Records dove suonavano Stewart Walker, i 3 Channels e Touane e quello cileno dove c’erano Neumann, Dinky e Vivanco. 

C’erano anche in fondo al percorso della Loveparade una decina di stage fissi in cui si suonava principalmente minimal di stampo tedesco ognuno dedicato a label come Mobilèe, Mo’s ferry production, Moon Harbour o club come Harry Klein di Monaco: in uno di questi stage ho potuto apprezzare anche un bel set techno del dj tedesco Thomas p Heckmann. Sempre in questa zona si trovava anche un live stage dove ho ascoltato l’ottima esibizione dei francesi Noze con la loro electro-minimal molto allegra. 

Alle 18 le migliaia di persone partecipanti all’evento si sono riuniti nella piazza per la parte finale della Loveparade, sotto l’obelisco, in uno sventolio di bandiere di tutte le nazioni(anche tante italiane) e in una gara a chi si arrampicava più in alto fra semafori e lampioni. Qui si è cominciato con un tributo al dj Marc Spoon, recentemente scomparso, con un cantante che ha intonato una canzone accompagnato da Jam del duo Jam & Spoon, poi hanno cominciato ad alternarsi i dj nelle due consolle che si davano il cambio ogni 20 minuti mentre intorno continuavano a passare i carri.

dj Lucca
La prima a suonare è stata Miss Yetti,con un set electro-techno, quindi si è passati alla schranz con Felix Krocher, per poi tornare alla techno con la bellissima dj Lucca della Rep.Ceca, poi è stata la volta del brasiliano di colore dj Murphy, molto simile a Rush, che ha suonato hard-techno mostrando le proprie capacità tecniche con numerosi virtuosismi al mixer e scratch. Si è poi tornati a ritmi più tranquilli con l’inglese Ewan Pearson che ha cominciato il set con l’ormai classico Fairmont-Gazebo, e più minimal con il turco Onur Ozer e Anja Schneider, label-manager della Mobilèe. A salire in consolle poi è stato Tom Novy, tedesco resident dello Space di Ibiza, che ha fatto un set un po’ commerciale, riscattandosi però nel finale mettendo Faithless-Insomnia regalando così un momento molto emozionante a tutta la piazza ed a ruota i Tiefschwarz che hanno suonato un' elettronica molto spinta. 

Arriva poi il momento della trance con l’acclamatissimo Tiesto che aveva anche un carro tutto suo, e poi. in coppia, eccezionalmente per 40 minuti i cileni Ricardo Villalobos e Luciano, con il loro marchio di fabbrica minimal latino. La chiusura è stata poi affidata a due idoli locali cioè Westbam, techno-trance, e il signore della trance, il berlinese Paul Van Dyk, in maniche di camicia, che ha messo un altro classicone da far cantare alla folla come Alter Ego-Rocker e quindi gran finale in un trionfo di luci che squarciavano la notte berlinese con l’inno “united states of love” cantato dal vivo su uno dei palchi. 

Berghain-Panoramabar
Dopo esserci riguardati in appartamento gran parte della Loveparade sulla tv tedesca Viva per l’after-Loveparade abbiamo optato per il Berghain-Panorama Bar. Il club si trova nella Berlino Est ed è un casermone su due piani con qualche finestra qua e là: arriviamo alle 3:30 e c’è da fare ancora circa mezz’ora di fila per entrare, l’entrata costa poco, 10€, dentro il club il buio regna sovrano, la clientela è molto trasgressiva, al primo piano c’è la pista del Berghain, buia e squarciata da un laser verde, il soffitto è molto alto ma l’impianto è uno dei migliori sound-system che abbia mai sentito, con dei bassi che fanno tremare, qui a suonare è Aril Brikha(live) che suona una techno-detroit che non dà tregua, poi tocca al resident Marcel Dettmann, bravissimo a dir poco, capace di sfruttare l’impianto a dovere alternando pezzi techno e minimal, nuovi o vecchi come Green Velvet-Flash. Ai lati della pista c’è una scalinata  che porta al secondo piano dove c’è il Panorama bar altro ambiente molto scuro circondato da finestre le cui tapparelle venivano ogni tanto aperte per qualche secondo simultaneamente per far filtrare la luce del sole ormai alto, creando una bella atmosfera, qui ad esibirsi erano i Noze(live). 
Dopo circa 3 ore la stanchezza della Loveparade si fa sentire e abbandoniamo a malincuore il club dato che avrebbe chiuso alle 3 del pomeriggio e in seguito avrebbero suonato tra gli altri Dinky, Onur Ozer e Ben Klock, come si evinceva dalle line up attaccate ai lati delle consolle: da notare che ogni dj avrebbe suonato 3 ore. 

Gli altri giorni di permanenza a Berlino sono stati dedicati ai negozi di dischi tra cui vi consiglio lo storico Hardwax (Paul Linck Ufer 44a, fermata della metro Kottbusser Tor) di Moritz von Oswald aka Basic Channel, molto specializzato oltre che in vinili techno e minimal anche in dub e reggae, ed il fornitissimo Space Hall(Zossenerstrasse 33, fermata Gneisenaustrasse), che oltre ai vinili conta anche un assortimento di cd vecchi e nuovi impressionante. 
Altri locali carini in cui siamo stati sono il Bar25 sulle sponde del fiume che bagna Berlino e il Kubik, posto molto particolare, tirato su in mezzo ad un campo fra i palazzoni della berlino est, a cielo aperto, con le pareti che erano costituite da grosse taniche a forma di cubo una sopra l’altra, contenenti luci verdi fosforescenti che si accendevano a intermittenza creando un bell’effetto: a suonare era Daniel Bell.
Parlando della città, Berlino è molto bella da vedere, si respira aria di storia in questa capitale e i suoi giganteschi simboli, come la torre della televisione, la colonna della vittoria e la porta di Brandeburgo sono veramente affascinanti.

Articolo scritto originariamente per la rubrica Ritorno al Futuro contenuta su Soundzmag, magazine dedicato alla musica elettronica curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club


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