Come ogni anno in autunno è giunto il momento dell’”I love
techno”, il mega-rave festival che viene
ospitato dal flanders expo, grande spazio al coperto situato nella tranquilla
cittadina belga di Gand, a circa 50
km dalla capitale Bruxelles.
Questa città per un giorno all’anno diventa la capitale
della techno mondiale, venendo invasa da circa 40000 giovani, chiassosi e
colorati, molti con i vessilli del paese di provenienza riguardanti club,
eventi, o anche simboli sportivi, i quali vengono da ogni parte d’europa a
condividere emozioni e a ballare al ritmo degli artisti più quotati del globo
per questo genere musicale, tutti uniti dalla passione per la techno.
Tra questi giovani il 21 ottobre scorso c’eravamo anche noi
per il terzo anno consecutivo, dopo un lungo viaggio dall’Italia a Charleroi e
quindi a Gand attraverso la bella capitale Bruxelles e immense distese di prati
popolati di mulini a vento e mucche, paesaggio tipico di questo paese.
L’organizzazione belga è come al solito perfetta, a partire
dal trenino gratuito che ci porta dalla stazione di Gand al Flanders expo, passando
per l’ottima canalizzazione delle file al momento dell’entrata, e, per finire,
altra nota di merito per la distribuzione di acqua gratis all’interno del luogo
che ospita l’evento, per molti provvidenziale.
Il Flanders expo è formato da un’immensa area centrale con
ai lati le 6 arene, tre per lato, di cui una chill-out, ognuna contrassegnata
da un colore, mentre in cima e in fondo alla sala ci sono, rispettivamente, l’area merchandising ed il
punto ristoro, dove si può anche mangiare:infatti l’evento durerà a lungo, dalle
19 alle 6 del mattino.
La line up di questa undicesima edizione è inferiore
rispetto agli anni precedenti come quantità di nomi, ma la qualità c’è eccome, ed
il pubblico alla fine risponderà bene all’appello: quest’anno,da quello che ho
potuto notare c’erano tanti italiani e me ne rallegro, tantissimi spagnoli e
olandesi, abbastanza numerosi gli inglesi e gli irlandesi, oltre naturalmente
ai belgi padroni di casa.
Ad aprire le danze ci pensa dr.lektroluv nella yellow room, uno
strano personaggio, che suona con una maschera verde, occhiali da sole,
papillon, e una cuffia che sembra la cornetta di un telefono, ed apre con
un’elettronica molto allegra e divertente, ideale per iniziare, in particolare
del suo set mi colpisce il pezzo di Alex Gopher-motorcycle, che fa il suo
bell’effetto in pista: dietro questo travestimento infatti si nasconde uno dei
migliori artisti belgi, proprietario e direttore di numerose label del suo
paese.
dj Shinedoe |
Poi un salto da Deetron nella blue room, che non mi è
piaciuto molto, troppe pause nel suo set ed un altro salto, nella orange room,
dove a suonare è Boys Noize, che fa un’elettronica dai suoni molto distorti, un
po’ facilotta per i miei gusti, e si comincia a fare sul serio con l’olandese
Joris Voorn nella red room che ci fa viaggiare alla grande con dischi come
tadeo-granate granata,cobblestone jazz-india in me ed il suo many reasons.
Una delle attrazioni della serata è il back to back di 7 ore
fra Laurent Garnier e Carl Craig, e i due non hanno deluso le attese, ribaltando
più volte la blue room, ed ipnotizzandola, aiutati anche dai tre potentissimi
laser verdi installati in questa sala, per poi farla esplodere con ripartente
mozzafiato.
io ho ascoltato la prima ora e mezzo del loro set in cui
hanno suonato una techno old-school, bellissima, inframezzata da alcune hit
recenti, come audion-mouth to mouth e petter-some polyphony, poi sono tornato
l’ultima ora in cui si erano dati al remember con french kiss, age of love e
you make me feel.
in conclusione il set più emozionante della serata, tra
passato,presente e futuro della musica techno in particolare e dance in
generale, con un Garnier che si è divertito alla grande incitando continuamente
la folla, ballando e saltando in consolle ed un Carl Craig più tranquillo:i due
tra l’altro faranno uscire prossimamente un cd mixato da loro dal titolo Kings
of techno.
C’è anche la sala hard-techno, la green room, in cui ho
avuto occasione di ascoltare l’ultimo
disco acid-techno della bionda Miss Djax, ed è poi salito in consolle l’ astro
nascente della techno dell’est europa, il dj di Belgrado,Marko Nastic, forse il
nuovo Umek, che ha fatto una techno molto spinta e carica di groove, lui molto
freddo in consolle, con gli occhi fissi sul mixer ed un cappellino vintage in
testa, mentre sotto i fans si scatenavano e qualcuno cercava anche di
arrampicarsi sulla ripida consolle per riuscire almeno a stringergli la mano.
Oltre a lui in questa sala ho ballato anche la musica dello
sloveno Valentino Kanzyani, anch’egli ci va giù pesante, soprattutto nella
seconda ora del set, mentre nella prima parte mette diverse hit come Marc
Houle-bay of figs o Microfunk-pecan, comunque opportunamente modificate e
velocizzate, lui in consolle è molto preso ed incita il pubblico molto spesso.
Kraftwerk live |
L’esibizione è stata di grande qualità, con questi quattro
signori di mezz’età vestiti con un body nero coperto da una rete giallo
fosforescente, che li faceva risaltare nel buio della sala, in piedi con
davanti i propri strumenti e dietro dei video ad hoc, per ogni pezzo suonato,fatti
molto bene, e a fine concerto se ne sono andati via uno alla volta sulle note
di “music non stop”, con tanto di inchino verso la folla e si è chiuso il
sipario.
Dopo di loro c’è stato il set molto viaggioso di James
holden, in un passaggio di testimone fra i pionieri dell’elettronica e uno dei
prodotti più freschi ed innovativi dell’elettronica attuale, come l’artista
inglese della Border Community.
Nella red room c’è stato un live devastante del duo
Technasia, che ha fatto tremare le pareti della sala, dotata del miglior
impianto rispetto alle altre, facendo fare il pienone a questa arena e la sauna
al sottoscritto(fortuna l’acqua gratis): i due hanno suonato quasi tutti i loro
pezzi vecchi e recenti, momento che ricorderò a lungo quando hanno messo Acid
storm e la pista è esplosa.
Dopo di loro Dave Clarke, ormai resident dell’”I love techno”,
ha completato l’opera di demolizione, partendo con una lunghissima versione di
Relevee remixata da Carl Craig, per poi esplodere con la sua techno
contrassegnata da bassi taglienti e profondi, e numeri al mixer, degni del
grande dj che è: un mostro!
Quindi dopo circa 12 ore di techno-party ritorno a casa fra
treni ed aeroporti, popolati di giovani che si stendevano un po’ ovunque: un
evento massacrante, ma che sicuramente ha lasciato tutti i presenti soddisfatti
per la musica, l’atmosfera, in particolare i tanti che hanno fatto fior di km
per amore di questa musica, me compreso naturalmente.
I LOVE TECHNO!!!
Articolo da me scritto originariamente nel 2006 per Soundzmag, magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club
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