La terza
settimana di giugno è finalmente scoccata l’ora del Sonar, l’interessantissimo
festival dedicato alla musica elettronica e alle arti multimediali che si
svolge ogni anno a Barcellona, giunto alla sua tredicesima edizione e cresciuto
anno dopo anno fino a stabilizzarsi sulle 90000 presenze attuali.
L’evento si
svolge per 3 giorni dalle 12 alle 22 intorno al Centro di Cultura Contemporanea
di Barcellona (CCCB) a due passi dalla Rambla, in pieno centro, e per due notti,
dalle 22 alle 7 del mattino, alla Fira Gran Via, dei mega padiglioni fieristici,
in periferia, collegati comunque, in occasione del festival, da un servizio bus
speciale continuato fra Rambla e fiera, per tutta la notte.
In questi giorni
Barcellona è la capitale della musica elettronica perché tutti i numerosi club
pullulano di party con i migliori dj del mondo e anche in spiaggia, gratuitamente,
è facile imbattersi in artisti di grosso calibro, che suonano in piccoli
chiringuiti.
Un qualcosa in più al Sonar,secondo me,glielo dà anche la città in
cui si svolge, che vince il confronto rispetto alle altre capitali del
divertimento, essendo più calda e calorosa, quindi più adatta a noi latini,
rispetto a Londra e Berlino e più piena di cultura rispetto a Ibiza.
GIORNO 1 (15 GIUGNO)
Arrivato a
Barcellona la prima cosa da fare è stata ritirare l’abbonamento per il
festival, da acquistare in precedenza con carta di credito al prezzo di 133 €, per
evitare il sold-out che c’è tutti gli anni. Effettuata questa operazione, dopo
una lunga fila al Palau de la Virrenia, sulla Rambla, ci si può dirigere al Sonar
day.
L’area in cui si svolge è molto grande e divisa in 4 spazi principali: il
Sonar Village, quello più esteso, a cielo aperto, dotato di un palco molto grande
dove si esibiranno numerose band, il Sonar Dome, la cui pista è coperta da un
tendone bianco e dove spesso ci sono interessanti dj-set, il Sonar
Complex, ricavato in un ambiente chiuso (MACBA), dove si esibiscono soprattutto
artisti giapponesi ed infine l’Escenario Hall, che è buio e sotterraneo, ai piedi del
moderno palazzo di tre piani (CCCB), in cui ci sono mostre, installazioni, la sala
Redbullhomegroove e la fiera discografica. Da sottolineare anche il contrasto
fra queste architetture moderne e le chiese gotiche che circondano il CCCB.
Dopo aver
sentito l’ultima parte del dj-set del tedesco Frank d’Arpino(Combination) a
cavallo fra electro e minimal, mi sono addentrato nella fiera editoriale, con
numerose riviste dedicate alla musica, molto interesante, tra l’altro, Trax
versione spagnola e poi nella fiera discografica, che era formata da 60
stand, con le migliori label e club del mondo che vendevano i loro prodotti (cd,t-shirt,vinili
ecc.) e regalavano gadget e flyers pubblicitari sulla loro attività. Oltre ai
soliti noti Minus, Cocoon, Kompakt, Traum, Tresor, Bpitch Control, Monegros, c’erano
anche tre stand italiani: uno era Piemontegroove, associazione culturale di
artisti piemontesi guidata da Giorgio Valletta di Xplosiva che distribuiva un
triplo cd con tutte tracce di dj piemontesi, un altro stand era sempre di
provenienza torinese con dei ragazzi che si occupano di arte multimediale, e un
altro ancora faceva capo a Electronix music network e alla label Defrag Sound
Processing, che pubblicizzavano anche i festival Flower e Vulcanology che si
svolgeranno a Catania.
Dopo aver fatto incetta di tutto ciò che si poteva
prendere e averlo stipato nel provvidenziale zainetto del Monegros, regalatomi
all’entrata, torno nell’arena del Sonar Village dove suonano C-mon e Kipsky che
però non mi entusiasmano con il loro electro-rock.
La sera, nonostante un bell’acquazzone
all’ora di cena, tornato il sereno, decidiamo di andare alla Terrazza, per il
party della Soma Records, nota label scozzese arrivata quasi alla duecentesima
release. Il locale è molto caratteristico, all’aperto e situato all’interno del
Poble Espanyol, sul Montjuic, una specie di museo che si basa sulla ricostruzione
delle vie di una città medievale. Fino alle 2 purtroppo si sente quasi solo la cassa
spia, l’acquazzone forse ha fatto qualche danno, poi, quando abbiamo quasi perso
le speranze, Alex Smoke attacca il pc, non si sa cosa tocchi e partono
finalmente le casse di tutto il locale. Il live di Alex Smoke è abbastanza
coinvolgente, ma con numerosi errori tecnici con il programma che usa per
mixare, poi tocca a Slam, che fa musica molto ritmata,e
potente, tipicamente inglese e a chiudere Silicone Soul con un set
electro-tribal-house che non rientra molto nei miei gusti.
GIORNO 2 (16 GIUGNO)
Ripresomi
dalla serata precedente si torna al Sonar day, dove m’imbatto nello showcase
degli austriaci della Mosz, che però non mi prende più di tanto, quindi mi
dirigo al secondo piano del CCCB dove ci sono il Sonar a la carte e il Sonarmatica, teatro di numerose opere
molto strane e particolari e dimostrazioni dedicate all’arte multimediale e in
più anche una dettagliatissima mostra di foto e video su Chernobyl, il disastro
nucleare avvenuto in Bielorussia negli anni 80: raccapriccianti le immagini dei
bambini deformati, nati in quei posti.
Verso le 19 decido di andare verso la
Playa de la Mar Bella, dove sono annunciati numerosi party con dj di ottima
levatura e infatti così è.
Appena arrivato nel primo bar sulla spiaggia che
trovo, detto in spagnolo chiringuito, c’è a suonare il giovane Holden James, che regala
sorrisi a tutti, firma autografi e copertine di dischi, e fuma tutto ciò che gli
passano, oltre a suonare molto bene: è molto bello ballare la sua musica a
cavallo fra techno e melodia al tramonto.
Dopo di lui tocca all’altrettanto
giovane svedese Petter, quindi è il turno degli artisti Bpitch Control, prima il
biondissimo finlandese Kiki, molto bravo e poi, verso le 22, sale in consolle
Ellen Allien, che si diverte e fa divertire con un set electro ma che non
disdegna un po’ di melodia. Si fa così la mezzanotte e la prima notte del Sonar
ci aspetta.
La Fira Gran Via, dove ha luogo l’evento è diviso in quattro aree
per ballare, il Sonar Club che è la sala più grande, il Sonar Park, che sarà
dedicato soprattutto ai ritmi più alternativi cioè hip-hop, black
music, electro-rock, e le due sale a cielo aperto cioè il SonarLab, dove ci sono
anche dei posti a sedere e il SonarPub, la pista a cielo aperto più grande e
spettacolare, un po’ distaccata rispetto alle altre tre e nuova rispetto all’anno
precedente.
Le Chuc feat. Nile Rodgers |
Dopo di loro c’è il live del talentuoso
Jimmy Edgar(Warp),che fa uscire dalle sue macchine ritmi a volte electro, a
volte drum’n bass, un genere tutto suo, un po’ inclassificabile, in più canta
anche, personaggio strano con le unghie laccate di nero e un pupazzo che
raffigura un corvo nero che si tiene sopra la consolle.
Jeff Mills |
Grande momento, ormai
un classico del Sonar, quando lui mette la sua traccia simbolo”the Bells”e poi
il rmx techno di “Innercity-Good Life”e durante queste tracce ogni tanto ferma
il disco, si accendono le luci e poi lo fa ripartire in maniera devastante.
Herbert durante il suo live |
Si ricomincia a
ballare con Sasha che si presenta con l’immancabile camicetta bianca e manda in
delirio soprattutto i numerosissimi sudditi di sua Maestà cioè gli inglesi fino
all’alba, con la sua cassa sostenuta e melodia da viaggio, da notare perfetto il
mixaggio.
Un saltino da Satoshi Tomiie che, suonando dopo
Jeff Mills, bussava più del solito e da Kenny Dope Gonzales(MAW), che ha fatto
un set esclusivamente hip-hop e poi via in albergo a riposarsi.
GIORNO 3 (17 GIUGNO)
Retina live |
Al Sonar day, nel pomeriggio, sotto
il tendone del SonarDome, si esibisce il duo napoletano dei Retina, durante lo
showcase della label americana Hefty Records. Il loro live dura circa 40 minuti
e consiste in suoni minimali molto ricercati più da ascoltare che da
ballare, comunque molto graditi all’attento pubblico del Sonar che li omaggia,
alla fine della loro esibizione, con un grande applauso.
Poi quattro salti
nella sala RedBullHomegroove, al secondo piano del CCCB, molto carina e
accogliente, dotata di comodi divanetti imbottiti e lettini su cui
rilassarsi, situati in mezzo alla pista, in cui si ballano le sonorità di
numerosi giovani e bravi dj di tutto il mondo, che hanno vinto le selezioni
RedBullHomegroove, in questo caso sono la tedesca Judith Reiss e il messicano
Merodio a farci divertire.
Goldfrapp live |
Un rapido ascolto della band inglese degli Hotchip, electro-rock, e dell’altra
band inglese dei Goldfrapp, bravissima e molto carina la cantante Alison, e si
comincia a fare sul serio con Isolèe(Playhouse), che suona live una minimale un
pò mentale, ma che fa muovere tutti.
Quindi nel SonarLab giunge il momento degli
italianissimi, romani, Pigna People, ovvero Marco Passarani, Francisco e Mario
Pierro, che eseguono un live set di musica elettronica a tratti techno con
richiami alla disco che rendono piacevole e allegra oltre che energica la loro
esibizione.
Audion aka Matthew Dear live |
Richie Hawtin e Ricardo Villalobos |
Il Sonar è finito, ma la voglia di party sicuramente no, quindi la domenica ci si sposta in spiaggia, dato che sono previste grandi cose alla Playa de la mar bella.
Qui ci
sono tre chiringuiti, uno a 200 m dall’altro: su uno c’è il party Minus, su quello
di mezzo Get Physical e sull’altro, party Kompakt, il risultato di ciò sono 500 m
di spiaggia impraticabili. pieni di giovani festanti per tutto il pomeriggio e
la sera; atmosfera molto bella ed emozionante.
Io sono stato principalmente al
chiringuito Minus, in cui hanno suonato per più di 3 ore Mathew Dear e Troy
Pierce, un disco a testa, quindi Miss Kittin, molto electro-clash, che ha anche
cantato e quindi la bella biondona Jo Jo de Freq from London e c’erano anche
Richie Hawtin e Ellen Allien a scambiare battute e farsi fotografare con
tutti; il bello di questi party è che non esiste distacco fra pubblico e dj.
Quindi un saltino da Michael Mayer(Kompakt), che stava facendo un dj-set coi
fiocchi nell’altro chiringuito e via al Raum dove era prevista la serata Wagon
Repair, la label di Mathew Jonson. Il club si trova nei pressi di placa
Catalunya,ed è su due piani, soffitto basso, buio pesto, impianto buono, l’ideale
per la musica del canadese Mike Shannon e del cileno Pier Bucci, che ho
conosciuto, autori di due live-set minimal che non hanno dato un attimo di
respiro alla pista, poi a condurci alla fine di questo intensa notte spagnola
ci ha pensato Mathew Jonson.
Il
Sonar,secondo me è il miglior festival del mondo dedicato all’elettronica perché
il più completo abbracciando tutte le sfaccettature di questo genere musicale e
le influenze che ha su altri generi come l’hip-hop, il rock, la musica
giapponese, la black music, la disco.
In più permette ai ravers di acculturarsi
un po’ a livello musicale e a chi si dedica di solito più all’ascolto di musica
elettronica che al ballo nei club, di vivere l’atmosfera di un vero
rave-festival.
È un importante luogo d’incontro e scambio di idee per tutti gli
addetti ai lavori e anche gli stessi artisti sono portati a sperimentare di più
perché sanno di poter contare su una platea preparata musicalmente.Ola!
Articolo apparso originariamente su Soundzmag, magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club
Nessun commento:
Posta un commento