Una città in 5 foto: Portogruaro

In questa rubrica, attraverso 5 foto, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso: infatti penso che, a volte, con le immagini, si comunicano le proprie emozioni meglio che con mille parole...

Portogruaro è un importante centro del Veneto Orientale, non molto distante da Venezia, alla quale è collegata dalla ferrovia: la città è caratterizzata da un centro storico ben conservato, con le due strade principali che corrono parallele al corso del fiume Lemene, al centro del quale, nei pressi del ponte S.Andrea, si trovano due antichi mulini del XV secolo.
Fondata nel 1140, Portogruaro ebbe il suo periodo di maggior prosperità intorno al '500, quando divenne, grazie al suo porto fluviale, un importante snodo commerciale all'interno della Repubblica di Venezia.
Lungo le strade del centro storico si trovano bei palazzi porticati e pregevoli monumenti tra cui spiccano il Duomo, in stile neoclassico, e la Loggia Comunale, in stile gotico, sede del Municipio, inoltre si possono visitare interessanti musei come il Museo Nazionale Concordiese, museo archeologico ospitato in un edificio a forma di basilica paleocristiana, ed il Museo della Città, che si trova nella torre di Porta Sant'Agnese.

 Il punto in cui il fiume Lemene è attraversato dal ponte Sant'Andrea ed affiancato da due mulini risalenti al XV secolo

Dalle sponde del fiume Lemene si possono vedere l'abside del Duomo ed il suo campanile, caratterizzato da una pendenza di 42 cm, il che lo rende la terza torre più pendente in Italia

Antichi palazzi si specchiano sulle acque del  Lemene, il fiume di risorgiva che nasce nella pianure del Friuli occidentale, attraversa la città di Portogruaro e sfocia nella Laguna di Caorle 

Affreschi antichi nascosti sulle vele dei portici di una delle vie principali della città, che mi ha fatto notare un gentile signore di Portogruaro 

In Piazza della Repubblica sorge la Loggia Comunale, la cui parte più antica risale al 1265 ed è caratterizzata da una facciata a spioventi, coronata da merlatura ghibellina e preceduta da una scala ad angolo risalente al XV secolo. Al centro della piazza si trova un monumento equestre ai Caduti

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Padrao dos Descobrimentos, Belem

Arrivati a Belem si nota subito il Padrao dos Descobrimentos (Monumento alle Scoperte), un monolite in pietra bianca, in forma di caravella stilizzata, eretto lungo la riva del fiume Tago, per celebrare l'era delle scoperte dei navigatori portoghesi del XV e XVI secolo.
Fu costruito nel 1960 in occasione dei 500 anni dalla morte di Henrique il Navigatore, principe della Casa Reale portoghese e figura molto importante degli inizi del periodo delle esplorazioni geografiche.
All'interno del monumento vi è un ascensore ed una scala, tramite cui si può salire sulla sommità per ammirare un panorama a 360° del quartiere Belem, del fiume Tago e del suo estuario.

Su entrambi i lati del monumento sono raffigurati personaggi illustri della storia portoghese del periodo delle scoperte

Tra le 33 personalità raffigurate vi sono navigatori, cartografi, re, pittori e poeti

Tra i più famosi personaggi raffigurati spiccano i navigatori Vasco da Gama, Fernando Magellano, Pedro Alvares Cabral, Bartolomeo Diaz, i reali del Portogallo Alfonso V ed Henrique il Navigatore (posto in cima), il poeta Luis Vaz de Camoes, il pittore Nuno Gonçalves



Il Monumento costruito in pietra calcarea è alto 52 metri

Dalla sommità del Monumento panorama verso est del fiume Tago e del Ponte 25 aprile, che collega Almada con Lisbona

Panorama verso ovest con l'estuario del fiume Tago

Panorama verso ovest con la Torre di Belem

Panorama di Belem verso nord con i giardini, il Monastero dos Jeronimos e lo stadio del Belenenses

Nella piazza di fronte al monumento un mosaico a marmi policromi riproduce una rosa dei venti di 50 metri di diametro, al centro della quale sono raffigurate le nuove rotte scoperte dai navigatori portoghesi del XV e XVI secolo.

Su Lisbona e dintorni vedi anche:












Vale il viaggio: Isola di Burano

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, penisole, aree archeologiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

Passeggiare per le vie e lungo i canali dell'isola di Burano in una bella giornata di sole è un piacere per gli occhi, infatti il pittoresco abitato è caratterizzato da un gran numero di case variopinte con colori vivaci: il motivo di quest'usanza non è chiaro, secondo alcune ipotesi ogni colore sarebbe il simbolo di una famiglia, secondo altre i colori così vivaci sarebbero serviti ai barcaioli per ritrovare la loro casa in presenza della nebbia, che nella laguna è particolarmente fitta nei mesi invernali.
Già abitata in epoca romana, durante le invasioni barbariche di Unni e Longobardi l'isola ospitò i profughi di Altino, i quali le diedero il nome di una delle porte della loro città (Boreana, quella rivolta verso nord)
Burano rimase per secoli un semplice borgo di pescatori, cominciando a prosperare a partire dal '500, grazie alla produzione tessile artigiana del merletto, le cui raffinate lavorazioni vennero esportate e diffuse in tutta Europa dai mercanti veneziani ed ancora oggi questa attività è fiorente nell'isola in cui si possono trovare una scuola, un laboratorio, un museo dedicato al merletto e svariate creazioni in vendita nei negozi e nelle botteghe dell'isola.

L'isola è formata da quattro isole più piccole, separate da tre canali interni, lungo i quali sorgono case variopinte

L'isola di Burano è raggiungibile da Venezia in 30-40 minuti di traghetto

Piazzetta con panni stesi al sole



Passaggio coperto stretto e scuro il cui nome è tutto un programma



Nella piazza principale del paese sorge la cinquecentesca chiesa di San Martino, all'interno della quale si trova una Crocifissione di G.B. Tiepolo

La vasta piazza principale è dedicata a Baldassarre Galluppi, celebre compositore e musicista del '700, detto il Buranello, ricordato da questo monumento al centro della piazza

 La chiesa di San Martino è caratterizzata da un campanile pendente, costruito fra 1703 e 1714, la cui forte inclinazione è dovuta al parziale cedimento dei suoi basamenti, fondati su palafitte

piazzetta con canne fumarie coloratissime


Casa antica sul canale, con finestre di pregevole fattura



Sul Veneto vedi anche:









Dolomiti di Brenta: escursione da Pradel al Rifugio Croz dell'Altissimo per la Val delle Seghe

Un' escursione che si svolge nel settore orientale delle Dolomiti di Brenta, all'interno del Parco Naturale Adamello-Brenta: breve e non troppo difficile ma che regala bellissimi panorami sul sottostante Lago di Molveno, terminando al cospetto delle più suggestive cime del Gruppo di Brenta.

Da Andalo si segue via Pradel e si può lasciare l'auto nel parcheggio Val Biole, quindi proseguire a piedi, attraverso il sentiero nel bosco fino a Pradel, punto d'arrivo della funivia che parte da Molveno ed ottimo balcone per vista panoramica sul lago.

Molveno ed il suo lago con il Gruppo delle Dolomiti di Brenta sullo sfondo

Il Lago di Molveno da Pradel

Da qui si prende il panoramico sentiero 340, in gran parte pianeggiante, che passa ai piedi della parete rocciosa del Croz dell'Altissimo (2339 m), attraversando la Valle delle Seghe, di origine glaciale, la cui forma è stata scavata più recentemente dal torrente Massò, il cui nome deriva dalle Seghe, le antiche segherie ad acqua che sorgevano lungo il corso del torrente all'imbocco della valle.

Archi rocciosi lungo il sentiero

Pur essendo a strapiombo il sentiero è reso sicuro in alcuni punti da corde di ferro

Piccoli tunnel  permettono al sentiero di attraversare in alcuni punti la parete rocciosa

Il lago di Molveno visto dal sentiero

percorrendo il sentiero 340 si ha un bel panorama sulle Dolomiti di Brenta

Dopo circa un'oretta di cammino, si arriva al Rifugio Croz dell'Altissimo (1438 m), sovrastato dall'omonima montagna e di fronte alla gigantesca e suggestiva muraglia della parete sud-ovest del Gruppo di Brenta, con una panoramica eccezionale su un gran numero delle vette dolomitiche di questo massiccio, tra cui spicca Cima Brenta (3150 m).
Quindi si fa ritorno al parcheggio Val Biole, seguendo lo stesso percorso dell'andata e finendo l'escursione dopo circa 2h 30m




Rifugio Croz dell'Altissimo

Panoramica delle Dolomiti di Brenta



Profilo delle Dolomiti di Brenta poco prima del tramonto
 Sulle Dolomiti vedi anche:




















L'importanza del ritorno

"Il viaggio non è mai il finale, ma il mezzo per trovare la strada di casa"

Se l'uomo non immagina, si spegne

"Se l'occhio non si esercita, non vede.  Se la pelle non tocca, non sa.  Se l'uomo non immagina, si spegne."

Danilo Dolci (1924-1997), attivista nonviolento, educatore, sociologo e poeta italiano

Vale il viaggio: Mosteiro dos Jeronimos, Belem

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, penisole, aree archeologiche, piazze, chiese, castelli  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

Nel quartiere di Belem si trovano alcuni dei monumenti più belli di Lisbona, nati all'inizio del XVI secolo per celebrare il momento storico più importante del Portogallo, il periodo dei grandi navigatori e delle scoperte geografiche: tra questi spicca il Mosteiro dos Jeronimos, Patrimonio dell'Umanità Unesco, la cui costruzione iniziò nel 1502 su commissione del Re Manuel I e fu finanziata con le imposte riscosse sull' importazione di spezie dall'India.
Concepito come struttura religiosa ospitò fino al 1833 i monaci dell'Ordine di San Girolamo e fu realizzato nello stravagante stile manuelino, che mescola elementi decorativi del tardo gotico e del Rinascimento.
Si possono visitare la chiesa, che ospita le tombe di portoghesi illustri come il navigatore Vasco da Gama ed il poeta Luiz de Camoes e di alcuni Reali del Portogallo, il refettorio, decorato da azulejos, la sala capitolare, la biblioteca, in cui è allestita una mostra sulla storia del monastero, di Belem e del Portogallo e soprattutto il magnifico chiostro, che è un trionfo dello stile manuelino, con le sue arcate, torrette e colonne tortili, in pietra color miele, finemente scolpite con i motivi decorativi più fantasiosi.
Belem si trova 6 km ad ovest del centro di Lisbona ed è facilmente raggiungibile con il tram n.15, per accedere al Monastero evitando la lunga fila che si forma già prima dell'apertura, si può cominciare la visita entrando nell'annesso Museo Archeologico, interessante ma poco visitato, che si trova nell'ala ovest dell'edificio, al termine del percorso di questo museo ci si ritrova proprio di fronte alla cassa del Monastero, saltando quindi tutta la fila.

L'ala ovest dell'edificio, in cui si trova l'ingresso al Museo Archeologico

Colonne tortili finemente decorate all'interno del chiostro

Il chiostro è strutturato su due piani

Il chiostro e, sullo sfondo, la parte superiore della chiesa

Angolo del chiostro

Scultura di leone in un angolo del chiostro

Sala del Capitolo

Una scultura nella Sala del Capitolo

Geometria perfetta

La complessa rete di nervature di pietra del soffitto del chiostro


Altra colonna finemente decorata

Archi e torrette molto ornati in stile manuelino

Interno della chiesa con grandiosa copertura formata da una complessa rete di nervature

esterno della chiesa

Il Mosteriro dos Jeronimos visto dal terrazzo panoramico del Padrao dos Descobrimentos

Su Lisbona vedi anche: