Vale il viaggio: Aros Kunstmuseum, Aarhus

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, penisole, aree archeologiche, piazze, chiese,  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

Il museo d'arte di Aarhus è un vero gioiello sia per la sua struttura, inaugurata nel 2004, che s'innalza per dieci piani ed è coronata sul tetto dall'installazione Your Rainbow Panorama di Olafur Eliasson, sia per il suo contenuto, formato da un'interessantissima collezione di arte danese ed internazionale dal 1770 ad oggi, distribuita su 20700 metri quadrati, che ne fanno uno dei più grandi musei d'arte del Nord Europa.

 La struttura in mattoni rossi del museo, con ampia vetrata centrale ed in cima l'anello del Rainbow Panorama


Lungo le scalinate del museo si distende quest'installazione tessile lunga 50 metri dell'artista portoghese Joana Vasconcelos, intitolata Valkyrie Ran

Una delle opere più famose del museo è la scultura Boy, creata nel 1999 dall'artista australiano Ron Mueck: è alta quasi 5 metri e pesa 500 kg


All'interno del museo si trova Surroundings, un'altra installazione di Olafur Eliasson, un ipnotico gioco di specchi



Fiore all'occhiello del museo è quest'installazione di Olafur Eliasson, Your Rainbow Panorama

Panoramica della città dal tetto del museo

Sull'Aros Kunstmuseum vedi anche:


Sulla Danimarca vedi anche:








Vale il viaggio: Praça do Comercio, Lisbona

In questa rubrica pongo l’attenzione su luoghi specifici, che ho visitato (laghi, ville, palazzi, musei, montagne, penisole, aree archeologiche, piazze, chiese,  ecc.) :  di questi posti sono rimasto entusiasta ed ho pensato che era proprio valsa la pena intraprendere il viaggio fatto per scoprirli.

Probabilmente la piazza più bella di Lisbona, molto ampia (170 m per 170 m) ed aperta verso il fiume Tago, fiancheggiata da palazzi porticati e chiusa verso la città dall'Arco da Victoria che dà l'accesso a Rua Augusta, centro nevralgico della capitale portoghese, che unisce la piazza con il Rossio.
Completano la piazza l'elegante statua equestre di Dom Jose I, eretta nel 1775 ed i tram che sferragliano di fronte all'Arco da Victoria.
Molto interessante è anche il museo interattivo Lisbon Story Centre, che permette di ripercorrere in modo completo la storia della città ed è situato in uno dei palazzi che fiancheggiano la piazza.


I palazzi porticati che fiancheggiano la piazza terminano con alti palazzi torreggianti, su entrambi i lati

L'apertura della piazza verso il fiume Tago con due colonne poste sulla riva

Il fastoso Arco da Victoria o di Rua Augusta fu realizzato nel 1875 ed è coronato da statue di portoghesi illustri, tra cui Vasco da Gama ed il Marchese di Pombal: è possibile visitare l'interno dell'Arco, che ospita un orologio antico e salire in cima sul terrazzo, da dove si può ammirare la piazza dall'alto

Panoramica della piazza dal tetto dell'Arco 





Praça do Comercio by night




Sul Portogallo vedi anche:








Una città in 5 foto: Trieste

In questa rubrica, attraverso 5 foto, cerco di esprimere, in modo sintetico, ciò che più mi ha colpito, interessato, incuriosito di una città che ho visitato o di un viaggio che ho intrapreso: infatti penso che, a volte, con le immagini, si comunicano le proprie emozioni meglio che con mille parole...

Trieste è una città molto bella e particolare per la sua conformazione, tutta protesa sull'omonimo Golfo, con le colline digradanti del Carso a fargli da corona, offrendo notevoli scorci panoramici.
La sua storia è un mix di caratteri mediterranei e mitteleuropei, di cui rimangono testimonianze delle varie epoche, come quella romana con l'Arco di Riccardo ed il Teatro, quella medievale con la Cattedrale ed il Castello di San Giusto, il periodo della dominazione asburgica con il borgo teresiano, il Canal Grande ed il Castello di Miramare,  Piazza Unità d'Italia, affacciata sul mare con i suoi palazzi ottocenteschi ed il porto vecchio con la storica Lanterna ed inoltre posti legati alla storia italiana come il Molo Audace, così chiamato perchè il 3 novembre 1918, alla fine della Prima Guerra Mondale, a questo molo attraccò a Trieste la prima nave della Marima Militare Italiana, il cacciatorpediniere Audace.
Notevole anche la scena culturale della città con interessanti musei artistici come il Museo Revoltella e letterari come quelli dedicati a James Joyce ed Italo Svevo, due dei tanti importanti scrittori e poeti legati a Trieste

Il Palazzo del Municipio di Trieste in Piazza Unità d'Italia, con la caratteristica torretta campanaria su cui sono posizionati due automi che battono le ore; davanti al palazzo svetta la colonna con la statua di Carlo VI d'Asburgo

L'Arco di Riccardo è il reperto romano meglio conservato di Trieste, risalente al 33 A.C., con un lato inglobato in un edificio più recente

La trecentesca Cattedrale di San Giusto, con l'elegante rosone gotico e numerosi reperti romani riutilizzati per la decorazione sia del campanile che della facciata

La Lanterna di Trieste fu costruita nel 1833 e si trova all'ingresso del Porto Vecchio; con la costruzione del Faro della Vittoria (1927) andò in disuso ed attualmente è sede della sezione triestina della Lega Navale Italiana

Panorama di Trieste da Opicina, dove inizia la Strada Napoleonica

Sul Friuli Venezia-Giulia vedi anche:








Panorami sulla Costiera Amalfitana da Ravello

Data la sua posizione elevata, l'incantevole Ravello offre alcuni punti panoramici spettacolari sulla Costiera Amalfitana, in particolare dai Giardini della Regina Margherita, da Villa Rufolo e dal sentiero che da Ravello porta ad Atrani.

Panorami dai giardini Regina Margherita
Minori e Maiori

l'entroterra di Ravello

Maiori

Panorami da Villa Rufolo

Panorama con Maiori

Giardino affacciato sul mare

Un balcone fiorito sulla costa e il mare

La Chiesa e Oratorio dell'Annunziata

Panorami dal sentiero Ravello-Atrani

Panorama in direzione di Atrani attraverso una coltivazione di zucche

Scorcio su Maiori

In cammino verso Atrani con il mare azzurro sullo sfondo

Sulla Campania vedi anche:

















Trekking da Passo Gardena a Passo Pordoi lungo l'Alta via Dolomiti n.2

Un trekking faticoso ma bellissimo, che attraversa tutto il gruppo dolomitico del Sella, in ambiente di alta montagna severo e maestoso, percorrendo altopiani dal paesaggio lunare, circondati da torri di pietra alte e massicce.
Questo tratto fa anche parte dell'Alta via delle Dolomiti n.2, un itinerario che in 12 tappe porta gli escursionisti da Bressanone a Feltre: si parte dal Passo Gardena (2121 m), raggiungibile sia in auto che in bus, da cui si prende il sentiero 666, che risale un costone erboso, inoltrandosi nel Gruppo del Sella, con bei panorami sulla strada che dal Passo Gardena scende verso la Val Badia.

Passo Gardena con il Sassolungo sullo sfondo

Passo Gardena con il Gruppo di Puez sullo sfondo

Il sentiero che s'inoltra verso il Gruppo del Sella

Panorama sulla Val Badia

Panorama sulla sinuosa strada che dal Passo Gardena scende verso la Val Badia

Ad un certo punto il sentiero piega a destra in direzione sudest, sui ghiaioni alla base delle maestose torri del Sella, affacciandosi sulla Val Setus.
Quindi si risale faticosamente il ripido vallone, incassato fra due massicce pareti di pietra, percorrendo un sentiero a tornanti che, nell'ultima parte, piega a sinistra su un tratto verticale di rocce, attrezzato con corde fisse, che permettono di oltrepassarlo faticosamente, ma in tutta sicurezza.

Inizio del sentiero che risale la Val Setus

La ripida Val Setus


Una delle torri di pietra che fiancheggiano la Val Setus

Un vallone circondato da maestose pareti rocciose

Ultimo tratto della salita della Val Setus, attrezzato con corde

Arrivati in cima al vallone si segue un evidente sentiero che attraversa un pianoro detritico affiancato da alte montagne, fino ad arrivare al rifugio Cavazza al Pisciadù (2587 m), in splendida posizione, affacciato sull'omonimo lago, circondato da giganti di pietra.

Sentiero che va verso il Rifugio Pisciadù, in ambiente molto suggestivo

Rifugio Cavazza al Pisciadù

il massiccio Sass da Lec (2936 m)

Il Rifugio Cavazza al Pisciadù con l'incombente Cima del Pisciadù (2985 m)

Lago del Pisciadù (2564 m)

Lago e Rifugio Pisciadù

Si costeggia il lago seguendo il tremendo sentiero 666 (mai nome fu più appropriato), risalendo un costone roccioso, aiutandosi in alcuni tratti con cavi di metallo, fino a sbucare nella detritica Val de Tita, che si percorre fino all'omonima Sella (2816 m), in ambiente dolomitico grandioso e suggestivo.

Il sentiero 666 che costeggia la Cima del Pisciadù

Il Vallone del Pisciadù

Forcella della Val de Tita

Parete sud della Cima del Pisciadù

Cima del Pisciadù e Bec de Mesdì

Si segue ancora il sentiero 666, risalendo per  un brullo paesaggio roccioso, fino ad arrivare ad un bivio a quota 2912 m, punto più alto del trekking, dal quale si prende il sentiero 649, attraversando l'Altopiano delle Mesules in un ambiente quasi lunare e giungendo alla Forcella Antersass, di fronte all'omonimo massiccio tondeggiante, con splendide vedute sulla Val de Mesdì, affiancata da torri di pietra.

Altopiano delle Mesules

Panorama sul paesaggio lunare dell'Altopiano delle Mesules a quasi 3000 m. d'altezza

Nel cuore del Gruppo del Sella

Composizione di sassi sull'altopiano

Indicazioni dei sentieri alla Forcella d'Antersass (2839 m)

Alle mie spalle la spettacolare e vertiginosa Torre Berger (2861 m)

la Val de Mesdì

Val de Mesdì

Si risale l'Antersass e quindi si scende sugli ampi pianori rocciosi dove sorge il Rifugio Boè (2873 m), su cui domina, a breve distanza, il Piz Boè che con i suoi 3152 m è la massima elevazione del Gruppo del Sella.

Rifugio Boè e Piz Boè

Panoramica su Rifugio e Piz Boè

Panorama verso ovest

Torretta di pietre

In cima al Piz Boè si può scorgere il piccolo rifugio Capanna Fassa

Da qui si segue il sentiero 627, che percorre un altopiano lungo le pendici della parete ovest del Piz Boè, fino a raggiungere Forcella Pordoi (2829 m), dove si trova l'omonimo rifugio ai piedi del Sass Pordoi, punto d'arrivo della funivia che parte dal Passo Pordoi.

Panoramica verso il Sass Pordoi

Sass Pordoi

Rocce rosse lungo il sentiero

Giganti di pietra

Rifugio Pordoi e Sass Pordoi

Da Forcella Pordoi si scende ripidamente di 700 m, seguendo un sentiero a svolte che attraversa un ampio ghiaione, fino a raggiungere il Passo Pordoi (2239 m), punto d'arrivo dell'escursione

Inizio della lunga discesa verso il Passo Pordoi

In fretta verso il Passo Pordoi con il temporale in arrivo

Dati tecnici:

Punto di partenza: Passo Gardena (2121 m)

Punto d'arrivo: Passo Pordoi (2239 m)

Dislivello: 1103 m  in salita, 970 m in discesa

Grado difficoltà: E escursionistico, EE escursionisti esperti in alcuni tratti

Lunghezza: 10 km

Tempi di percorrenza:

Passo Gardena-Rifugio Pisciadù: 2 h

Rifugio Pisciadù-Rifugio Boè: 2 h

Rifugio Boè-Passo Pordoi: 1 h 40 m

totale: 5 h 40 m


Sulle Dolomiti vedi anche: