ottima traccia techno prodotta dal veterano belga Marco Bailey su Bonzai nel 1997
"l'intensità della vita non si misura con il numero dei respiri,ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato"
Get Physical producer challenge
"Get Physical Producer Challenge" continua a pieno ritmo! Lo staff dell'etichetta berlinese attende solo di poter ascoltare le vostre produzioni.
Per partecipare alla competizione basta inviare le vostre tracce inedite all'indirizzo e-mail competition@physical-music.com e alla fine di ogni mese il team dell'etichetta berlinese, dopo aver valutato tutti i pezzi ricevuti, sceglierà il vincitore che riceverà in omaggio un pacco di materiale Get Physical e un buono di $50 da utilizzare su Beatport.
E se tutto questo non bastasse... i 5 vincitori si scontreranno, uno contro l'altro, in una sfida conclusiva il prossimo Gennaio 2010. Il vincitore finale avrà la soddisfazione di vedere il proprio brano inserito all'interno della prossima raccolta "Full Body Workout", che sarà pubblicata naturalmente su Get Physical.
Largo ai giovani ed emergenti produttori italiani dunque: la scadenza per il mese di Novembre è fissata per il prossimo 2 Dicembre.
fonte:www.basebog.it
This is techno!-episodio 15
queste alcune tracce di vera techno che mi hanno colpito di più ultimamente:
Boriqua Tribez-Anaconda(A Paul hard dub)Basics 005
ottimo rmx con ripartenze devastanti del portoghese A Paul,un maestro del genere techno
ascolta
Christian Peak-Flash(Disturbulence 02)
bel pezzo techno arricchito da un suono ipnotico per la seconda uscita di questa label serba
ascolta
Daisychain-Mamasei(Patterns Special 020.5)
techno molto hard con vocal accattivante prodotta dagli spagnoli a professor e paula cazenave aka daisychain
ascolta
Nuke-Kamikaze(Ben Sims rmx)(Code Records 05)
come sempre ottima hardgoove per il remix di Ben Sims su questa label spagnola
ascolta
Obcurum-Dom(Reeko rmx)(Mechanism Industries Records)
techno-industrial che trascina per qsto remix dello spagnolo reeko
ascolta
John Karagiannis e Paylipservice-Take care(dj Link rmx)(Techead 012)
bel rmx massiccio del portoghese dj link
ascolta
THIS IS TECHNO!
Josh Wink feat.Lil Louis-How's your evening so far
grande rielaborazione della traccia di Lil Louis,prodotta da Josh Wink nel 2000,techno-classic
Volta e Salvatore Freda-Tiramisu(+ dj Madskillz rmx)(Area Remote 012)
motivetto che trascina per questa bella produzione degli svizzeri Volta e Salvatore Freda sulla label olandese Area Remote,che fa capo a 2000 & One
ottimo anche il rmx dell'olandese dj Madskillz che crea delle ripartenze molto coinvolgenti
ottimo anche il rmx dell'olandese dj Madskillz che crea delle ripartenze molto coinvolgenti
Felix da Housecat-Watching cars go by
gran traccia electro-house prodotta dal famoso artista di Chicago Felix da housecat nel 2004,la sentivamo spesso al Red Zone in clubintheclub all'epoca
Vitalic-Your disco song
traccia elettronica molto coinvolgente estratta dall'ultimo album di Vitalic,Flashmob
La suprema felicità
"La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, essere amati a dispetto di quello che si è."
Victor Hugo
Victor Hugo
Undo & Vicknoise-Raveland(Factor City 027)
electro-acid da viaggio sostenuta da una cassa potente per i due spagnoli
Dhs-House of God(Holy noise rmx)
uno dei tanti remix di questo classico originariamente uscito nel 1990 e prodotto da Ben Stokes.
questo remix rave-oriented è del 2001 e fu prodotto dalla crew olandese Holy Noise formata da Paul Elstak,Richard Van Naamen e Paul Fabrie
questo remix rave-oriented è del 2001 e fu prodotto dalla crew olandese Holy Noise formata da Paul Elstak,Richard Van Naamen e Paul Fabrie
Solitudine
"Tutti coloro che prendono seriamente se stessi e la vita, vogliono stare soli, ogni tanto. La nostra civiltà ci ha così coinvolti negli aspetti esteriori della vita, che poco ci rendiamo conto di questo bisogno, eppure la possibilità che offre, per una completa realizzazione individuale, sono state messe in rilievo dalle filosofie e dalle religioni di tutti i tempi. Il desiderio di una solitudine significativa non è in alcun modo nevrotico; al contrario, la maggior parte dei nevrotici rifugge dalle proprie profondità interiori, ed anzi, l'incapacità di una solitudine costruttiva è per se stessa un segno di nevrosi. Il desiderio di star soli è un sintomo di distacco nevrotico soltanto quando l'associarsi alla gente richiede uno sforzo insopportabile, per evitare il quale la solitudine diviene l'unico mezzo valido."
K. Horney
K. Horney
Steve Mac-After sundown(Anton Pieete rmx)Tronic 42
traccia techouse coinvolgente con la giusta combinazione e varietà di suoni:anton pieete sempre rmx di gran classe
Awakenings@Eindhoven 6-2-09
Awakenings
06 February 2010
Klokgebouw, Eindhoven
22:00 / 07:00
37,50 euro
Artists in alphabetical order
• Adam Beyer & Joel Mull
• Ben Klock & Marcel Dettmann
• Ben Sims & Paul Mac
• DJ 3000
• DJ Rush
• Delta Funktionen
• Du Art
• Egbert & Secret Cinema
• Lützenkirchen (live)
• Makam (live)
• Mathias Kaden
• Mauro Picotto
• PET Duo
• Redshape
• Sino Live! Technasia & Dosem
• Tachini (live)
• ZIX
www.awakenings.nl
06 February 2010
Klokgebouw, Eindhoven
22:00 / 07:00
37,50 euro
Artists in alphabetical order
• Adam Beyer & Joel Mull
• Ben Klock & Marcel Dettmann
• Ben Sims & Paul Mac
• DJ 3000
• DJ Rush
• Delta Funktionen
• Du Art
• Egbert & Secret Cinema
• Lützenkirchen (live)
• Makam (live)
• Mathias Kaden
• Mauro Picotto
• PET Duo
• Redshape
• Sino Live! Technasia & Dosem
• Tachini (live)
• ZIX
www.awakenings.nl
Marco Carola-7th question(A1)
La traccia migliore secondo me della serie degli 11 dischi techno prodotti da Marco Carola sotto il nome Question fra il 1998 ed il 2002,nel periodo in cui spopolava soprattutto all'estero,mentre in Italia ancora nn era nel circuito dei top dj come invece lo è adesso
Venerdì 27 Novembre Essenthia disco:dj Moko+Technowagon djs
Grande ritorno ai party del venerdì notte: Essenthia Disco Club ripropone un party di inaugurazione delle nuove uscite Deep Throat e Technowagon. Sulla console saranno presenti in apertura i neo-artist Neg & Pech, autori della prima uscita su Technowagon, Electron Affinity EP. A seguire, l'attesissimo ospite, resident del Red Zone Club e autore dell'album My Acid Cock-Tales, DJ Moko insieme al label owner di Technowagon Recordings, Ghianda. In chiusura sarà presente il resident della console Essenthia, technomaniaco Veccione. Una serata all'insegna della musica tech-house e IDM. A guidare la serata, la voce di Game Over.
DJ MOKO:
PIETRO ALLEGRINI AKA MOKO dj fin dall'età di 9 anni; muove i suoi primi passi cominciando a suonare nella discoteca della sua città natale.
Durante la sua cariera artistica suona in moltissimi locali italiani di valevole importanza tra i quali possiamo brevemente citare ECU,COTTON CLUB,ECHOES,PRINCE,PETER PAN,ALTRO MONDO STUDIOS,LA MECCA,ECC..stampa le sue prime produzioni nel 2004 su SOUNDZ RECORDS.
tra le più famose spicca FLY e da li una lunga serie di produzioni.
Attualmente è resident al RED ZONE CLUB e continua a lavorare sensa sosta sulle nuove produzioni firmate DEEP THROAT RECORDS, D.VISION,
TIME RECORDS & MNISTRY OF SOUND.
omaggio donna in lista entro h 0:45
free entry consumazione obbligatoria 10€
tavoli 12€
info liste e tavoli Andrea 3333716363
msn:andreapantani@soundzculture.it
foto serate su:
www.essenthiadiscoclub.it
Lunatic Asylum-The meltdown
hard-trance classic prodotto nel 1993 da Guillaume Leroux aka Lunatic Asylum
Manu p e Jorge Romeo(Mantide 025)available on junodownload
da lunedi è acquistabile sui migliori negozi di download digitale come beatport,juno,djdownload ecc.temptation ep su Mantide Records,la prima produzione di manu p e jorge romeo
ecco il link per junodownload
clicca qui
Battle at Kruger park
Il video più incredibile che un turista abbia mai girato durante un safari (tanto che è diventato materia di studio per etologi!),battaglia fra leoni,bufali e coccodrilli al Kruger park in sudafrica
Secret Cinema-Shake ur tek ass(Cocoon 066)
Techno dark dalla bassline molto potente per l'ultima uscita dell'olandese Jeroen Verheij aka Secret Cinema sulla Cocoon recordings di Sven Vath
Lsg-Hearts
pezzo trance emozionante ed ossessivo prodotto nel 1994 dal tedesco Oliver Lieb aka LSG,noto anche per progetti come Mindspace,Paragliders e SOL
Space of Sound Festival@Madrid Arena 01-01-2010
Lugar: Recinto Madrid Arena
Fecha: Viernes 01 de Enero de 2010
Horario: De 12:00 a cierre
Ciudad: Madrid
Dirección: Avenida de Portugal
Precio: 80 € hasta el 30 de noviembre
Entrada anticipada: a la venta en toda la red Ticktackticket y por internet
Artistas: Richie Hawtin , Sasha , Deadmau5 , Chris Liebing , Tiga , Steve Lawler , Groove Armada, Simon & Shaker , Wally López , Chus & Ceballos , José González , Txetxu Lacroix , Pablo Kopanos , Vitalic , Marc Marzenit , Miguel Mendoza , Ascii Disko , Mix Overflow , Sweeterbeat , Rubén Montesco , Ismael Rivas , Óscar de Rivera , Álvaro Espinosa , Oscar L , Markus, Alvaro Cabana , Javi de Perro, Belanuit , Natalia Margo , Tony Mendez , Lydia Sanz , Andre Vicenzzo , Ellen Allien , Thomas Muller , Drugwork , Mutant , Klark, Kaze , Dali&Dinamite , Chus & Ceballos y Fred Martin
Circoloco@DC10 Ibiza 6 October 2009(video)
dj Clive Henry, Dan Ghenacia, Dyed Soundorom, Jose De Devina, Timo Mass, Matthias Tanzmann and DJ Sossa..
tracklist:
min.2:00 Lil Louis - Club Lonely (Ill Mark Remix)
min.4:27 Lemos - Kalooo
min.7:00 reboot-enjoy music
dj Timo Mass, Arpiar, Clive Henry,Tania Vulcano..
title track:Oxia-Whole life
tracklist:
min.2:00 Lil Louis - Club Lonely (Ill Mark Remix)
min.4:27 Lemos - Kalooo
min.7:00 reboot-enjoy music
dj Timo Mass, Arpiar, Clive Henry,Tania Vulcano..
title track:Oxia-Whole life
Komakino-Outface
Anthem hardtrance del 1995,con incursioni nel breakbeat,prodotto dai tedeschi Ralph Fritsch e Detlef Hastik,che in coppia formavano il gruppo Komakino
Michel De Hey vs Grooveyard-Compound(Mirko rmx)
traccia semplice ma di grande effetto questo ottimo remix dell'olandese Mirko van dommelen realizzato nel 2007 su Ec records
l'original uscito nel 2000 fu prodotto da Michel De Hey e Jeroen Verheij aka Grooveyard meglio conosciuto come Secret Cinema
l'original uscito nel 2000 fu prodotto da Michel De Hey e Jeroen Verheij aka Grooveyard meglio conosciuto come Secret Cinema
Neil Landstrumm-Custard traxx
Techno old-school di ottima fattura prodotta dallo scozzese Neil Landstrumm nel 1995 su Peacefrog
Lavoro
"Si sa che il lavoro ha sempre addolcito la vita: il fatto è che non a tutti piacciono i dolciumi."
Victor Hugo
Victor Hugo
Quince-Wires(Music Man 147)
ottime sonorità per questo ep prodotto dall'olandese Quince su Music Man records ad agosto 2009
Wires
ottima anche la seconda traccia: l'ipnotica Sleepwalker
Wires
ottima anche la seconda traccia: l'ipnotica Sleepwalker
Switch-A bit patchy
ottimo mix di breaks ed electro in questa traccia prodotta dall'inglese Dave Taylor aka Switch nel 2005
Max p@Cocoricò 14-11-09(video)
dj Max p
location:Cocoricò Riccione
title track:Dj T-Shine on
title track:Ellen Allien-You are
title track:Edit Select-Beneath(Mark Broom rmx)
location:Cocoricò Riccione
title track:Dj T-Shine on
title track:Ellen Allien-You are
title track:Edit Select-Beneath(Mark Broom rmx)
Ortin Cam-Carnage(The Advent & Industrialyzer rmx)Mote Evolver 012
ennesimo bel treno per the Advent e Industrialyzer sulla label di Luke Slater,Mote Evolver
Raudive-Resistor
minimal-techno molto dark e potente prodotta dal britannico Oliver Ho aka Raudive nel 2008 sulla Drumcode di Adam Beyer
Essenthia venerdi 20-11-09:yellow party
Photogallery Essenthia disco 14-11-09
ecco il link diretto per le foto della serata sul sito www.essenthiadiscoclub.it
clicca qui
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Prodigy-Out of space
I Prodigy sono un gruppo musicale britannico, formatosi a Braintree nel 1990.
Riconosciuti anche come il gruppo che ha portato ai mass media la sottocultura giovanile dei ravers, sono stati, con i Chemical Brothers, Fatboy Slim, The Crystal Method e altri, tra i maggiori esponenti del big beat degli anni 90. Hanno venduto oltre 16 milioni di dischi nel mondo, diventando così il gruppo di maggior successo nella storia della musica dance.
Sono stati fondati da Liam Howlett nel 1990 a Braintree Essex dopo che Keith Flint, Leeroy Thornhill e il dj-musicista Liam Howlett si conobbero a un rave party. Poche ore prima del loro debutto sulle scene entrerà a far parte del gruppo l'mc Maxim Reality, contattato all'ultimo momento dal manager del gruppo che all'epoca era un loro amico. Nacque l'idea di formare un gruppo di dj-musicisti-ballerini per suonare musica da destinare a questo tipo di feste. All'inizio era presente anche una terza ballerina on stage, Sharkey, che mollò il gruppo poco prima dell'esordio discografico perché non voleva trasformare la sua passione in lavoro. Nel 2000 Leeroy Thornhill smette i panni di ballerino per dedicarsi completamente ad un suo progetto solista in qualità di dj. Il nome del gruppo deriva da un sintetizzatore chiamato Moog Prodigy che Liam Howlett utilizzava per comporre.
Il primo album, "The Prodigy Experience",di cui fa parte anche"out of space" risente fortemente della cultura dei rave, combinando canzoni estremamente potenti ("Jericho", "Charly") con l'anima festaiola e goliardica della band.
Out of Space" fu il quarto singolo del gruppo pubblicato il 9 novembre 1992.
suonato da dj Lory sabato 14-11-09 all'Essenthia:
La canzone presenta dei sample dalla canzone reggae "I Chase the Devil" di Max Romeo. Presenta samples da "Critical Beatdown" di Ultramagnetic MCs, nella frase "Pay close attention, I'll take your brain to another dimension." Il video presenta il gruppo in campagna con Keith vestito in maniera raver e immagini di archivio di satelliti e struzzi.
eccolo:
Riconosciuti anche come il gruppo che ha portato ai mass media la sottocultura giovanile dei ravers, sono stati, con i Chemical Brothers, Fatboy Slim, The Crystal Method e altri, tra i maggiori esponenti del big beat degli anni 90. Hanno venduto oltre 16 milioni di dischi nel mondo, diventando così il gruppo di maggior successo nella storia della musica dance.
Sono stati fondati da Liam Howlett nel 1990 a Braintree Essex dopo che Keith Flint, Leeroy Thornhill e il dj-musicista Liam Howlett si conobbero a un rave party. Poche ore prima del loro debutto sulle scene entrerà a far parte del gruppo l'mc Maxim Reality, contattato all'ultimo momento dal manager del gruppo che all'epoca era un loro amico. Nacque l'idea di formare un gruppo di dj-musicisti-ballerini per suonare musica da destinare a questo tipo di feste. All'inizio era presente anche una terza ballerina on stage, Sharkey, che mollò il gruppo poco prima dell'esordio discografico perché non voleva trasformare la sua passione in lavoro. Nel 2000 Leeroy Thornhill smette i panni di ballerino per dedicarsi completamente ad un suo progetto solista in qualità di dj. Il nome del gruppo deriva da un sintetizzatore chiamato Moog Prodigy che Liam Howlett utilizzava per comporre.
Il primo album, "The Prodigy Experience",di cui fa parte anche"out of space" risente fortemente della cultura dei rave, combinando canzoni estremamente potenti ("Jericho", "Charly") con l'anima festaiola e goliardica della band.
Out of Space" fu il quarto singolo del gruppo pubblicato il 9 novembre 1992.
suonato da dj Lory sabato 14-11-09 all'Essenthia:
La canzone presenta dei sample dalla canzone reggae "I Chase the Devil" di Max Romeo. Presenta samples da "Critical Beatdown" di Ultramagnetic MCs, nella frase "Pay close attention, I'll take your brain to another dimension." Il video presenta il gruppo in campagna con Keith vestito in maniera raver e immagini di archivio di satelliti e struzzi.
eccolo:
Robbie Tronco-Night train
la canzone del treno,uscita su Club Tools nel 1998
riproposta da dj Lory all'Essenthia sabato 14-11-09:
ecco la traccia per intero:
riproposta da dj Lory all'Essenthia sabato 14-11-09:
ecco la traccia per intero:
Fabrizio Maurizi@Robert Johnson Frankfurt h 11:00 a.m.
Fabrizio Maurizi plays Octave One-Black water
Mizar-Volcano
produzione hardtrance tutta italiana(i 3 componenti di Mizar sono Adriano Guardigli,Alessandro Deriu e Alex Di Stefano) di grande successo uscita nel 2000 su Black Sun Records,la suonava spesso anche Cirillo al Cocoricò,a fine serata
sembra proprio un vulcano in eruzione
riproposta da dj Lory all'Essenthia ad Umbertide sabato 14-11-09
ecco la traccia per intero:
sembra proprio un vulcano in eruzione
riproposta da dj Lory all'Essenthia ad Umbertide sabato 14-11-09
ecco la traccia per intero:
Essenthia 14-11-09:dj Lory(Video)
dj Lory
video da dietro la pista
1st track:Speedy j-Pullover
2nd track:Rave Creator-Immortal
video dalla pista:
1st track:Kai Tracid-Destiny's path(Warmduscher rmx)
2nd track:Speedy j-Pullover
3rd track:Rave Creator-Immortal
video dalla consolle:
title track:Kai Tracid-Destiny's path(Warmduscher rmx)
video da dietro la pista
1st track:Speedy j-Pullover
2nd track:Rave Creator-Immortal
video dalla pista:
1st track:Kai Tracid-Destiny's path(Warmduscher rmx)
2nd track:Speedy j-Pullover
3rd track:Rave Creator-Immortal
video dalla consolle:
title track:Kai Tracid-Destiny's path(Warmduscher rmx)
Ecu 26-08-2000 Red Zone party dj Andrea Romani e Lory,mc Merlino(Video)
Ecu,Rimini,Italy,Europe
dj Andrea Romani,mc Merlino
min.4 dj Scot Project-F(Future is now)
dj Andrea Romani plays Binary Finary 1999(Gouryella mix)
dj Lory 1st track Kai Tracid-Destiny's path(Warmduscher rmx),last track Mauro Picotto-Komodo
voice mc Merlino
dj Andrea Romani,mc Merlino
min.4 dj Scot Project-F(Future is now)
dj Andrea Romani plays Binary Finary 1999(Gouryella mix)
dj Lory 1st track Kai Tracid-Destiny's path(Warmduscher rmx),last track Mauro Picotto-Komodo
voice mc Merlino
Ecu Ferragosto 2000:dj's Saccoman,Gigi D'agostino,Mc Merlino(video)
Ecu,Rimini,Italy,Europe
parte 1
parte 2
parte 3
molto belli furono anche i ferragosto all'Ecu del 2001 e 2002,sempre pieno fino a mezzogiorno,magari a ritrovare i video!
parte 1
parte 2
parte 3
molto belli furono anche i ferragosto all'Ecu del 2001 e 2002,sempre pieno fino a mezzogiorno,magari a ritrovare i video!
Cocoricò Agosto 1999:Ricci,David b e Zappalà(video)
dj Ricci
2nd track:Speedy j-Pullover
min.7 Zombie Nation-Kernkraft 400,una hit quell'estate al Cocoricò,anche Cirillo la suonava sempre
dj Ricci e David b
1st track:Talla 2xlc-what time is love
min 5:15:Ricci vs Moratto-The game
dj Francesco Zappalà
video caricati dal mitico Mc Merlino
2nd track:Speedy j-Pullover
min.7 Zombie Nation-Kernkraft 400,una hit quell'estate al Cocoricò,anche Cirillo la suonava sempre
dj Ricci e David b
1st track:Talla 2xlc-what time is love
min 5:15:Ricci vs Moratto-The game
dj Francesco Zappalà
video caricati dal mitico Mc Merlino
Cocoricò 14-11-09:dj Max p e Ralf(video)
sabato 14 Novembre Cocoricò:dj Max p e Ralf suonano le tracce della giovane crew perugina che usciranno prossimamente sulla nuova label Technowagon Recordings
dj Max p plays The W(Ghianda-Pech-Neg) - W Street out on Technowagon Recordings (Jan 2010)
dj Ralf plays The W(Ghianda-Pech-Neg)-Groundface(Technowagon rec.)
parte 1
parte 2
dj Max p plays The W(Ghianda-Pech-Neg) - W Street out on Technowagon Recordings (Jan 2010)
dj Ralf plays The W(Ghianda-Pech-Neg)-Groundface(Technowagon rec.)
parte 1
parte 2
Kay Cee-Escape
una delle prime produzioni di oliver huntemann e stephan bodzin aka Kay Cee,sul genere trance,anno 1998
Natura e cultura
"Comunicare l'un l'altro, scambiarsi informazioni è natura; tener conto delle informazioni che ci vengono date è cultura".
Goethe
Goethe
K-Waveshaper(pulse mix)
ottima combinazione di techno,trance ed acid per questa produzione del tedesco Kai Tracid,uscita su Tracid Traxx nel 1999
Marcel Fengler-Twisted bleach(Ostgut 027)
traccia potente ed ipnotica prodotta dal giovane dj resident del berghain di berlino,Marcel Fengler
Felicità
"È felice e grande solo chi non ha bisogno di comandare o di obbedire per essere qualcuno!".
Goethe
Goethe
Dj Link-Uebu(Dave the Drummer rmx)
techno potente per questo remix di uno dei maestri del genere,l'inglese Dave The Drummer,alla traccia del portoghese dj Link uscita su Amigos Recordings nel 2008
Momà Estate Perugia 15-06-1996(video)
serata 15 Giugno 1996, Momà Estate (DJ Vignaroli - DJ Benedetti), Gotà (DJ Serpolla), Pink Room (DJ Cucchia - DJ Frau)
Jens-Loops & Tings
techno-trance classic datato 1993,prodotto dai tedeschi Gerret Frerichs(che fu membro anche del progetto Humate)e Jens Mahlstedt
questo è il Fruit Loops rmx
molto bello anche il remix del 1997 ad opera di Invisible man
questo è il Fruit Loops rmx
molto bello anche il remix del 1997 ad opera di Invisible man
Exogroove@Momà(Pg) 5 Marzo 1995(video)
ExoGroove After Hours (from 7:00 AM to 00:00 PM), 5 Marzo 1995
location:Momà(Pontevalleceppi-pg)ora Gradisca
DJ's: Little Louie Vega (giovanissimo), Ralf, Claudio Coccoluto, Stefano d'Andrea, Franco Moiraghi, Marco Cucchia , Alberto Frau, Leo Sound, Francesco Zappalà, Roger Sanchez
Voice: Franziskino
Art Directors: Eusebio Belli, Mauro Roscini
location:Momà(Pontevalleceppi-pg)ora Gradisca
DJ's: Little Louie Vega (giovanissimo), Ralf, Claudio Coccoluto, Stefano d'Andrea, Franco Moiraghi, Marco Cucchia , Alberto Frau, Leo Sound, Francesco Zappalà, Roger Sanchez
Voice: Franziskino
Art Directors: Eusebio Belli, Mauro Roscini
Milano chiude....
MILANO STA BRUCIANDO
Un paio di motivi sparsi sulla sconfitta socio-culturale della città
Io non ne so nulla. Adesso che si è chiusa la fiera del siamotuttiartistisensibili e guardachelineeintelligentiquellinstallazione tutta Milano torna ai posti di combattimento. Pr che si dannano per convincere la gente ad entrare nei club, gestori che si inventano i party-pacco, gente fake che riprende a sentirsi famosa. Ma quella è un'altra Milano. Mi parlano così bene del passato di questa città e dei movimenti, e delle scene, e delle feste, e dei rave, e dei raduni, e delle convention, e del night clubbin che la sensazione è di essere arrivati troppo tardi in un paese annientato dal malessere delle restrizioni istituzionali. Ma vediamo di capire meglio cosa e come, che a dar contro alle istituzioni sarebbe troppo facile (e comunque al massimo mi riservo di usarla come pratica conclusiva dell'articolo). Allora: i locali chiudono. Anche i più storici come il Rolling Stone (ci faranno uffici e banchi salumi al suo posto), il Rainbow, il Plastic (chiuso a febbraio dalla commissione vigilanza sino a data da destinarsi per ristrutturazione, ma c'è chi parla di sfratto), l'Amnesty, il Gasoline, il Sottomarino Giallo (problemi con le scale antincendio?), il Tunnel (è aperto però gestito parecchio a-random), per non parlare dei vari centri sociali che hanno sviluppato (o perlomeno ci han provato) le maggiori subculture degli anni 80 e 90 a Milano. Ma tornando al night clubbin': "Milano sta chiudendo i battenti" – dice Andrea Pontiroli del Magnolia – "La gente lo sente, soprattutto i giovani, anche se ormai tutta la popolazione ne è interessata. Probabilmente se un paio di anni fa mi avessero detto che avrebbero chiuso una decina di locali a Milano e che non si sarebbero potuti più mangiare gelato e kebab in strada mi sarei messo a ridere". Il motivo - è inutile nascondercelo - non riguarda solo Milano, proverò a farmi capire da voi amici a casa: se in Italia la situazione socio-politica è un derivato della pubblicità allora il target di presenza su questa terra suddivide la specie, a vari livelli, in Finanziatori e Poveracci. E se i soldi fanno Tutto, chi non fa Tutto ruba. E rubare tutto sommato è un reato. E i reati qualcuno li deve punire. E quindi ci si inventa motivi per farlo, tipo che mangiare per strada non va bene, o tipo che ballare in strada in San Babila danneggia, o tipo che non hai quella cosa inutile in regola per fare un concerto e ti tolgo la licenza. Ecco perché non è anti-movida o recessione, ma Anestesia Sociale. Direttamente o per vie traverse, con provvedimenti o blitz, con sfratti o mancati supporti, il verbo è: anestetizzare (quando il chirurgo riesce a farti l'anestesia poi può farti qualsiasi cosa, può pure pranzare nella tua pancia squartata e ruttarti in faccia che tanto tu non puoi reagire). "Capire che disegno c'è dietro la chiusura dei locali e in genere dietro le politiche di restrizione delle libertà del tempo libero forse è più semplice di quanto sembri. La risposta sono i soldi, la politica e il potere. L'Expò è vicino e tutto deve essere nelle mani giuste per non sbagliare, le persone devono essere accompagnate o, meglio, incanalate verso un disegno fatto di appalti, di sponsor politici che ci facciano vedere quanto le istituzioni fanno per noi" – continua Andrea Pontiroli – "Ci stanno convincendo che non siamo in grado da soli di fare niente, che non si possono assumere responsabilità perchè tutto è complicato, tutto è pericoloso, anche camminare per strada, anche comprare un kebab. Ci costringono a pensare di avere bisogno di loro". La reazione più diretta? Pugno duro, altro che carezze. In un recente articolo di Matteo Cruccu sul Corriere della Sera il dj e direttore artistico dei Magazzini Generali Lele Sacchi spiega: "Negli ultimi anni proporre concerti in città è diventato problematico, appena si sfora con i decibel, o si oltrepassa di poche decine la capienza prevista, arrivano multe e proteste. I gestori non ce la fanno e chiudono". Nello stesso articolo l'assessore alla Cultura e Tempo Libero Giovanni Terzi afferma con fare istituzionale: "la tolleranza è un valore importante. Proporrò un tavolo di confronto…". Forse può essere utile contrapporre il parere dell'associazione che rappresenta la maggior parte dei locali milanesi, il Silb, Rudy Citterio il presidente, dichiara: "Anche i gestori hanno le loro colpe, ma il Comune si tira la zappa sui piedi ed esagera: se chiudono i locali della movida, cosa rimarrà di Milano?». I dati sono: meno 15% di ingressi nei locali milanesi e un calo del 4,8% delle consumazioni. E' ovvio che si va verso la chiusura totale. Sia dei club che delle associazioni che di tutto. Tutto chiude. Chiuderà tutto. Però io non ne so nulla.
fonte:www.rockit.it
Un paio di motivi sparsi sulla sconfitta socio-culturale della città
Io non ne so nulla. Adesso che si è chiusa la fiera del siamotuttiartistisensibili e guardachelineeintelligentiquellinstallazione tutta Milano torna ai posti di combattimento. Pr che si dannano per convincere la gente ad entrare nei club, gestori che si inventano i party-pacco, gente fake che riprende a sentirsi famosa. Ma quella è un'altra Milano. Mi parlano così bene del passato di questa città e dei movimenti, e delle scene, e delle feste, e dei rave, e dei raduni, e delle convention, e del night clubbin che la sensazione è di essere arrivati troppo tardi in un paese annientato dal malessere delle restrizioni istituzionali. Ma vediamo di capire meglio cosa e come, che a dar contro alle istituzioni sarebbe troppo facile (e comunque al massimo mi riservo di usarla come pratica conclusiva dell'articolo). Allora: i locali chiudono. Anche i più storici come il Rolling Stone (ci faranno uffici e banchi salumi al suo posto), il Rainbow, il Plastic (chiuso a febbraio dalla commissione vigilanza sino a data da destinarsi per ristrutturazione, ma c'è chi parla di sfratto), l'Amnesty, il Gasoline, il Sottomarino Giallo (problemi con le scale antincendio?), il Tunnel (è aperto però gestito parecchio a-random), per non parlare dei vari centri sociali che hanno sviluppato (o perlomeno ci han provato) le maggiori subculture degli anni 80 e 90 a Milano. Ma tornando al night clubbin': "Milano sta chiudendo i battenti" – dice Andrea Pontiroli del Magnolia – "La gente lo sente, soprattutto i giovani, anche se ormai tutta la popolazione ne è interessata. Probabilmente se un paio di anni fa mi avessero detto che avrebbero chiuso una decina di locali a Milano e che non si sarebbero potuti più mangiare gelato e kebab in strada mi sarei messo a ridere". Il motivo - è inutile nascondercelo - non riguarda solo Milano, proverò a farmi capire da voi amici a casa: se in Italia la situazione socio-politica è un derivato della pubblicità allora il target di presenza su questa terra suddivide la specie, a vari livelli, in Finanziatori e Poveracci. E se i soldi fanno Tutto, chi non fa Tutto ruba. E rubare tutto sommato è un reato. E i reati qualcuno li deve punire. E quindi ci si inventa motivi per farlo, tipo che mangiare per strada non va bene, o tipo che ballare in strada in San Babila danneggia, o tipo che non hai quella cosa inutile in regola per fare un concerto e ti tolgo la licenza. Ecco perché non è anti-movida o recessione, ma Anestesia Sociale. Direttamente o per vie traverse, con provvedimenti o blitz, con sfratti o mancati supporti, il verbo è: anestetizzare (quando il chirurgo riesce a farti l'anestesia poi può farti qualsiasi cosa, può pure pranzare nella tua pancia squartata e ruttarti in faccia che tanto tu non puoi reagire). "Capire che disegno c'è dietro la chiusura dei locali e in genere dietro le politiche di restrizione delle libertà del tempo libero forse è più semplice di quanto sembri. La risposta sono i soldi, la politica e il potere. L'Expò è vicino e tutto deve essere nelle mani giuste per non sbagliare, le persone devono essere accompagnate o, meglio, incanalate verso un disegno fatto di appalti, di sponsor politici che ci facciano vedere quanto le istituzioni fanno per noi" – continua Andrea Pontiroli – "Ci stanno convincendo che non siamo in grado da soli di fare niente, che non si possono assumere responsabilità perchè tutto è complicato, tutto è pericoloso, anche camminare per strada, anche comprare un kebab. Ci costringono a pensare di avere bisogno di loro". La reazione più diretta? Pugno duro, altro che carezze. In un recente articolo di Matteo Cruccu sul Corriere della Sera il dj e direttore artistico dei Magazzini Generali Lele Sacchi spiega: "Negli ultimi anni proporre concerti in città è diventato problematico, appena si sfora con i decibel, o si oltrepassa di poche decine la capienza prevista, arrivano multe e proteste. I gestori non ce la fanno e chiudono". Nello stesso articolo l'assessore alla Cultura e Tempo Libero Giovanni Terzi afferma con fare istituzionale: "la tolleranza è un valore importante. Proporrò un tavolo di confronto…". Forse può essere utile contrapporre il parere dell'associazione che rappresenta la maggior parte dei locali milanesi, il Silb, Rudy Citterio il presidente, dichiara: "Anche i gestori hanno le loro colpe, ma il Comune si tira la zappa sui piedi ed esagera: se chiudono i locali della movida, cosa rimarrà di Milano?». I dati sono: meno 15% di ingressi nei locali milanesi e un calo del 4,8% delle consumazioni. E' ovvio che si va verso la chiusura totale. Sia dei club che delle associazioni che di tutto. Tutto chiude. Chiuderà tutto. Però io non ne so nulla.
fonte:www.rockit.it
Sabato 14 Novembre techno-remember@Essenthia,Umbertide:dj Lory e Andrea Maffei
possibilità di omaggio donna in lista entro h 0:45
free entry consumazione obbligatoria 10€
tavoli 13€
info liste e tavoli Andrea 3333716363
email e msn:andreapantani@soundzculture.it
www.essenthiadiscoclub.it
Photogallery Essenthia Disco 07-11-09
foto della serata no time for dreamers all'Essenthia di umbertide di sabato 07-11-09
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Joris Voorn-Chase the mouse(Rejected 007.2)
bella traccia per l'olandese che rivisita Giorgio Moroder in chiave moderna
Junior Boys-Like a Child(Carl Craig rmx)
gran remix di Carl Craig per questa traccia della band canadese Junior Boys,uscito su Domino Records nel 2007
Dj Cirillo@Cocoricò 22-11-1992
tracklist:
Cyberia-Doors
Datura-Yerba del diablo(rmx)
Moby-Go(Delirium mix)
Pin-occhio-Pinocchio
Cyberia-Doors
Datura-Yerba del diablo(rmx)
Moby-Go(Delirium mix)
Pin-occhio-Pinocchio
Johannes Heil & Christian Pass-Sungod(Shit Happens 01)
nuova label per Johannes Heil:la prima uscita è un pezzo raffinato dall'ottimo flusso sonoro
Marco Carola-Night and day
gran traccia prodotta da Marco Carola nel 2005 sulla sua label di allora la DO.MI.NO.(Domestic Minimal Noise)
Richie Hawtin@Movement Torino 31-10-09(video)
1st track:John Starlight-Road rage(Popof rmx)
2nd track:Ndkj-Funkest star(Minicoolboyz rmx)
2nd track:Ndkj-Funkest star(Minicoolboyz rmx)
Intervista ad Ilario Alicante
2007-2008
Un perfetto sconosciuto di appena 20 anni tira fuori dal cilindro una traccia di nome "Vacaciones En Chile";il promo inizia a essere suonato da tutti i big djs,in pochi mesi diventa una hit mondiale suonata in tutti i migliori clubs
2009
Il successo continua e le uscite su label prestigiose confermano il talento di questo ragazzo.
E' la breve storia di Ilario Alicante (classe 88') che a 21 anni è tra i djs italiani più richiesti all'estero e tra i principali talenti della scena mondiale
Ciao Ilario! E' un grande piacere averti qui!
L'intervista non può non iniziare con il brano che ti ha cambiato la vita:"Vacaciones En Chile"
Ti saresti mai aspettato che il tuo brano sarebbe diventato una hit "planetaria"? Puoi raccontarci qualche aneddoto/retroscena dietro a questo disco?
Innanzitutto Ciao a tutti i ragazzi del forum! Grazie a voi per avermi
invitato|
No, non melo sarei mai aspettato. Piano Piano mi accorsi che la track
aveva grande potenziale ma mai, mai, mi sarei aspettato un successo
così mondiale.
Il passo più difficile era forse riconfermare il successo del primo disco ma ci sei riuscito alla grande con "Living Near Africa" stampata su Cecille,senza contare anche le ottime apparizione su Bla Bla,Thirtyonetwenty e l'ultima fatica su Bosconi!
A 21 anni è molto difficile reggere una "pressione" del genere? E se un giorno tutto questo successo finisse?
Una cosa fondamentale di questo lavoro secondo me è stare con i piedi
per terra ed essere sempre ,costantemente, consapevoli che puo finire
in poco tempo.
Questo mondo è una ruota. Un giorno sei il numero uno, un giorno ti
dimenticano....quindi è sempre bene lavorare lavorare , correndo
dentro questa ruota come fa un criceto, per rimanere sempre nella
solita posizione.
Tra i tuoi ultimi lavori sei uscito anche sulla famosa RAL;come mai i bootleg riscuotono cosi tanto successo ultimamente?
Riscuotono molto successo perchè alla fine, è bello sentire traccie
del passato magari provenienti da generi musicali completamente
differenti rispetto al nostro, rivisitate nella nostra visione moderna
della musica. Si puo interepretare anche come sperimentazione
musicale.
Da pochi mesi anche te come tanti altri ti sei traferito a Berlino,la città del clubbin per eccellenza....cosa hai riscontrato di diverso dal nostro paese?
Ho riscontrato una Differenza abissale nella visione del clubbing.
A partire dalle selezioni alle porte, a finire a moltissime altre cose.
A partire dal Panorama tempio dell underground mondiale dove il
concept principale è la musica e non il design.
A finire al watergate dove il buttafuori all ingresso se non sei in
lista, ti chiede chi suona e solo se lo sai ti permette di entrare.
(puoi arrivare a compromessi con donne
Credo che Berlino adesso sia un grande meeting point per noi
Dj/producer, un grande polo nel quale scambiare idee, inspirazioni e
voglia,voglia di andare avanti con la nostra passione
Dopo il boom minimal c'è stato un ritorno alle sonorità più "houseggianti",un tuo pensiero sull'attuale scena musicale?
Il mio pensiero è positivo per quanto riguarda questa ondata.
Credo che ci volesse una rinfrescata musicale, un ritorno alle radici.
La musica adesso è piu felice, è anche piu musicale, organica.
Inoltre,credo che a tutti fa piacere vedere anche piu ragazze che
apprezzano e ballano piu volentieri questa musica.
Tutto gira, questo è un momento dove necessitavamo di questo secondo me.
Ma come tutto si inflazionerà e magari tra poco cambieremo di nuovo,
portando qualcosa di diverso. Vedremo.
Comunque sia mi piace l'house, mi piace la techno, mi piace il
dubstep,
Basta che sia bella musica.
Hai iniziato attraverso i "live set" e poi ti sei diretto verso "dj set" tradizionali,quando hai maturato questo cambiamento?
Io iniziai come Dj prima di tutto, Poi sono passato al Live per una
fissazione che mi ero preso per questo programma e per questo modo di
suonare.
Dopo però mi sono reso conto che suonare dj ti permette di esprimere
veramente quello che sei, di raccontare la tua storia alla gente, di
poter suonare quanto tempo vuoi senza limitazioni, essere eclettici.
Nonostante adesso preferisco il Djset in alcune situazioni è giusto
fare un live dove proponi al pubblico il tuo lato "producer"
,dove la
tua storia la racconti ,ma da una sola visione musicale, ovvero la
tua.
L'Italia negli ultimi anni ha regalato tantissimi talenti alla scena musicale europea;c'è qualcuno che apprezzi in modo particolare?
Certo ce ne sono molti! quelli che preferisco sono, Alex picone,
Ues, Mass prod, Kaysand, Leon.,Rills..e altri. credo che abbiamo delle
grandissime potenzialità. Basta catalizzarle.
Quali sono i tools di cui non potresti mai rinunciare in studio?
Sicuramente l electribe della korg!
Puoi svelarci qualche anticipazione sui tuoi prossimi lavori?
sono focalizzato sull apertura della mia label, dove cè dietro
tanto tanto impegno. Poi ho un uscita su cecillè a breve...una sulla
storica nervous come rmx ufficiale a byron stingly, poi ho
collaborazioni con amici come Sis che stiamo portando avanti un
progetto coronato pure da una nostra serata a berlino..Deepmoves meets
cocolino.
Poi cè una cosa In arrivo ma vela tengo un po segreta, un po per
scaramanzia un perchè non cè gusto a dirvi tutto!!! ma in pochissimo
tempo vedrete.
Ultima domanda prima del congedo!
Cosa ti senti di consigliare ai tuoi coetanei che vorrebbero realizzare il tuo stesso sogno?
Grazie 1000
Ragazzi l uniche poche cose che mi sento di dire sono:
Produrre,produrre produrre con pazienza e consapevolezza del prodotto
che andiamo a proporre alle altre persone. A volte mi trovo per
esempio, ragazzi che mandano track pensando di poterle fare ascoltare
a label di calibro altissimo quando magari, farebbero bene ad
aspettare e raggiungere una qualità migliore!
Un abbraccio a tutti!!!
Grazie a voi.
fonte:www.goodymusic.it
Ben Sims vs minimal
TO ALL THE PRODUCERS WHO CHANGED THEIR SOUND TO MATCH CURRENT TRENDS AND ‘HOPEFULLY’ SELL UNITS. WHERE’S YOUR HEART? FUCK YOU!
TO ALL THE DJ’S THAT ‘JUMPED SHIP’ TO MINIMAL FOR FINANCIAL REASONS OR EGO ISSUES, WHERE’S YOUR IDENTITY? WHO ARE YOU REALLY? A JUKEBOX, A WEDDING DJ? DO YOU EVEN KNOW? DO YOU PLAY MUSIC JUST BECAUSE IT’S POPULAR? IF COUNTRY AND WESTERN WAS THE NEXT ‘BIG THING’ WOULD YOU PLAY THAT TOO? FUCK YOU!
TO ALL THE NON HARDWORKING, NON SWEATING DJ’S THAT DON’T REALLY MIX, SCARED TO UP THE INTENSITY AND ENERGY LEVELS, WHO OCCASIONALLY PUNCH THE AIR WITH A SMILE LESS CONVINCING THAN AN AIR STEWARDESS, THAT HAVE 50 ‘FRIENDS’ IN THE DJ BOOTH, DRINKING CHAMPAGNE ‘MINCING’ LIKE FOOTBALLERS WIVES, TAKING MORE DRUGS THAN THE CROWD AND THINKING YOU’RE ‘UBER COOL’, HAVE YOU GOT ANY RESPECT AT ALL FOR THE DANCEFLOOR PAYING YOUR WAGES? FUCK YOU!
TO ALL THE PEOPLE WHO FORGOT THE RAW STRIPPED TO THE ESSENTIAL BARE BONES MACHINE FUNK OF HOOD, MILLS ETC.. AND DECIDED TO CALL THIS NEW WEAK ASSED MINDLESS, SOULLESS, GROOVELESS SHIT ‘MINIMAL’. FUCK YOU!
DERRICK MAY ONCE FAMOUSLY SAID THAT TECHNO WAS LIKE ‘GEORGE CLINTON AND KRAFTWERK TRAPPED IN AN ELEVATOR’, A PERFECT COMBINATION OF FUNK AND ELECTRONICS , HOW DID THE BULK OF NEW SCHOOL ‘MINIMAL TECHNO’ GET IT SOOO WRONG?? THEY DELETED EVERYTHING BUT THE ELEVATOR. EMPTY, LIFELESS AND NO FUN AT ALL.
FUCK YOU AND FUCK ‘YOUR’ MINIMAL!
Ben Sims
fonte:www.klubbers.com
TO ALL THE DJ’S THAT ‘JUMPED SHIP’ TO MINIMAL FOR FINANCIAL REASONS OR EGO ISSUES, WHERE’S YOUR IDENTITY? WHO ARE YOU REALLY? A JUKEBOX, A WEDDING DJ? DO YOU EVEN KNOW? DO YOU PLAY MUSIC JUST BECAUSE IT’S POPULAR? IF COUNTRY AND WESTERN WAS THE NEXT ‘BIG THING’ WOULD YOU PLAY THAT TOO? FUCK YOU!
TO ALL THE NON HARDWORKING, NON SWEATING DJ’S THAT DON’T REALLY MIX, SCARED TO UP THE INTENSITY AND ENERGY LEVELS, WHO OCCASIONALLY PUNCH THE AIR WITH A SMILE LESS CONVINCING THAN AN AIR STEWARDESS, THAT HAVE 50 ‘FRIENDS’ IN THE DJ BOOTH, DRINKING CHAMPAGNE ‘MINCING’ LIKE FOOTBALLERS WIVES, TAKING MORE DRUGS THAN THE CROWD AND THINKING YOU’RE ‘UBER COOL’, HAVE YOU GOT ANY RESPECT AT ALL FOR THE DANCEFLOOR PAYING YOUR WAGES? FUCK YOU!
TO ALL THE PEOPLE WHO FORGOT THE RAW STRIPPED TO THE ESSENTIAL BARE BONES MACHINE FUNK OF HOOD, MILLS ETC.. AND DECIDED TO CALL THIS NEW WEAK ASSED MINDLESS, SOULLESS, GROOVELESS SHIT ‘MINIMAL’. FUCK YOU!
DERRICK MAY ONCE FAMOUSLY SAID THAT TECHNO WAS LIKE ‘GEORGE CLINTON AND KRAFTWERK TRAPPED IN AN ELEVATOR’, A PERFECT COMBINATION OF FUNK AND ELECTRONICS , HOW DID THE BULK OF NEW SCHOOL ‘MINIMAL TECHNO’ GET IT SOOO WRONG?? THEY DELETED EVERYTHING BUT THE ELEVATOR. EMPTY, LIFELESS AND NO FUN AT ALL.
FUCK YOU AND FUCK ‘YOUR’ MINIMAL!
Ben Sims
fonte:www.klubbers.com
Wighnomy Bros@Click Clack open air Dresden 12-07-2009
show!
una delle loro ultime esibizioni in coppia dato che hanno annunciato che dal 31-12-09 continueranno ad esibirsi solo singolarmente
una delle loro ultime esibizioni in coppia dato che hanno annunciato che dal 31-12-09 continueranno ad esibirsi solo singolarmente
Stefano Bratti@Cocoricò 1-11-1992(video)
min.1:35 Future Sound of London-Papua new guinea(Qube mix)
min 2:14 Cyb-Snake bit(Heavy mix)
min 2:14 Cyb-Snake bit(Heavy mix)
Intervista a Donato Dozzy
DATE:Ottobre 2009
PLACE:Roma
Nella calma del suo studio romano abbiamo intervistato Donato Dozzy, ecco a voi la lunga chiacchierata nella quale Donato ci ha raccontato molte cose interessanti.
E: Ciao Donato, cosa significa suonare ad un festival come il Labyrinth (http://www.mindgames.jp/), quali emozioni o stati d’animo può generare un evento simile?
D.D.: E’ la completa e definitiva interazione tra una persona su un palco e 2000 persone che sono di fronte a te e sono esattamente come te. E’ un enorme quantità di energia che ti viene riversata addosso e tu non fai altro che riversarla di conseguenza su di loro. Si crea una spirale vera e propria in cui non c’è alcun tipo di sentimento anche solo vicino al negativo, sono tutte persone che hanno voglia di divertirsi e creare qualcosa di speciale con te, facendoti sentire il benvenuto.
Una festa senza eguali sia dal punto di vista emotivo, sia per ciò che concerne l’ambiente che ti avvolge, una riserva naturale stupenda, ma diciamo che qualunque posto loro scelgano per il Labyrinth è un posto speciale, un luogo dove il suono riesce a raggiungere livelli di nitidezza e purezza senza eguali (supportato da un’esemplare set-up Funktion One), dove lo spazio è ben distribuito (l’organizzazione limita gli accessi ad un massimo di 2000 unità), dove è molto frequente che tutti i dj che si trovano a suonare insieme lì poi rimangano amici tra di loro.
Altra cosa importantissima è che il festival viene fatto per creare un vero e proprio collegamento tra tutti gli atti che si susseguono. L’organizzazione (Russ nella fattispecie) fa in modo che ogni artista suoni in un determinato momento perché sa che in quell’orario può esprimersi al meglio, ed in effetti è quello che poi si verifica.
Nessuno si ritrova al suo posto per caso, noi siamo giocatori, siamo i dischi di Russ.
Lui è il miglior dj che conosca! (risate)
E: Quindi un organizzazione che cura il dettaglio fino all’eccesso?
D.D.: No, non lo definirei eccesso, è semplicemente tutto come dovrebbe essere.
E: Vista la vicinanza tra i generi che i djs propongono in questo festival, credi ci sia una sorta di snobbismo verso altre sonorità?
D.D.: No, è necessario mettere in chiaro che questo è un evento dove la predominanza è data dalla musica...Rituale, dalla musica psichedelica, e di contro, ci sono alcuni dj che vengono al Labyrinth che non propongono musica propriamente psichedelica, ma amano suonare ritmi più solari che quindi completano il ciclo sonoro creando il colore necessario.
D’altronde partecipare ad un evento dove si suona lo stesso tipo di musica per 4 giorni di seguito non è poi così entusiasmante.
Quello che posso dirti è che c’è un grandissimo equilibrio tra gli atti che si susseguono, il Labyrinth è un vero e proprio puzzle dove ogni tassello è meticolosamente studiato per risultare perfetto.
E: Da anni il mercato giapponese è visto come una sorta di area riservata tanto che alcuni producer pubblicano i loro album esclusivamente per quel territorio, credi che il pubblico nipponico sia più incline a ricevere input musicali? In cosa si differenzia la loro ricettività da quella della massa?
D.D.: Credo che un appassionato di musica di qualsiasi nazione non abbia nulla da invidiare ad un appassionato giapponese, quello che differenzia i giapponesi è il fatto che probabilmente hanno una più spiccata attitudine al collezionismo, a seguire la musica (sia dal punto di vista tecnico che da quello propriamente musicale) molto più sviluppato e radicato rispetto a qualsiasi altro.
Ci sono negozi di dischi ancora molto forti (vedi Disk Union) ed un gran consumo di vinile oltre che di tutti gli altri supporti. Posso riportarti l’esempio di un negozio di strumenti che si chiama “4G” dove ho visto almeno 5 “909” ed altrettante “808” rimesse a posto e vendute una accanto all’altra, molti altri strumenti vintage, pile di giradischi che la gente compra tranquillamente.
E questo loro essere così attenti alla musica di conseguenza li porta a seguire anche tutti gli artisti stranieri che vanno lì per suonare, e devo dire che ne sanno tanto! Nei vari anni ho avuto modo di conoscere e parlare con molta gente trovandoli tutti preparatissimi.
E: Puoi elencarci 3 dischi dance e 3 dischi ambient dalla tua selezione che hanno rappresentato, a tuo avviso, il culmine emotivo del festival?
D.D.: Wow…iniziamo dall’ambient.
Il set ambient ha avuto i suoi momenti, prima di tutto perchè ho avuto il coraggio di suonare una traccia che non avevo mai osato proporre davanti ad un pubblico, si chiama “Rude Boy” un pezzo prodotto da me che a differenza di tutte le cose che faccio, prettamente strumentali, è interamente cantato dal mio grande amico Habib.
Non ero affatto certo che potesse avere un buon riscontro, temevo molto il giudizio, anche perché ho impiegato 4 anni a realizzarlo e devo dire che la persona che più mi ha incoraggiato a suonare questo brano e che ringrazio apertamente è Chris di Mnml Ssgs . E’ stato lui a convincermi, dopo averla sentita in anteprima a Londra un paio di mesi fa.
Così ci ho pensato…Di getto è uscita ed è stato sicuramente uno dei momenti emozionanti del set.
La seconda è “Global Communication - 14:31”, ne parlavamo prima a cena, questo brano ha creato commozione sia in me che nel pubblico.
Il terzo è un pezzo di Mike Parker che si chiama “Arena” e presto verrà pubblicato su Aquaplano.
Questo è stato uno di quei momenti in cui ho sentito l’aria condensarsi completamente, le persone hanno smesso di parlare e si sono “prese” tutte le frequenze del brano per sei minuti di seguito senza far volare una mosca.
…Ora parliamo dei tre brani dance.
Uno dei momenti molto forti è stato quando ho messo “Alone” di Shura su 3B o ancora “Pssst!” di Cio D’or su Motoguzzi Records, un brano con delle frequenze molto sottili che sembrano cullarti, ma al tempo stesso l’andatura del basso è corposa, lì ho visto gente ansimare!
Per ultimo citerei il brano “Blue” di David Alvarado su Strive, anche qui la gente è letteralmente impazzita!
Probabilmente sto’ dimenticando qualcosa, e forse nei momenti finali si è verificata la vera esaltazione.
E: Con che disco hai chiuso?
D.D.: Ho chiuso con un brano che si chiama “Classic 909” di Scott Grooves su Natural Midi, un brano con una struttura ritmica creata appunto dalla “Roland 909” ed una melodia dolcissima sopra. Finito di suonare ho spento il giradischi ed è iniziato a piovere … ! (risate)
E: Assitere ad un tuo set significa staccarsi completamente dalla realtà immedesimandosi in quello che è l’oggetto delle meraviglie della musica elettronica, ovvero il viaggio. Quanto studio c’è alla base della costruzione di un tuo set? Quello che mi interessa capire è il rapporto che crei con i dischi che proponi e di quanto ascolto hanno bisogno per poter entrare nelle tue superbe selezioni?
D.D.: Ci tengo a dire che nei miei set non c’è nulla di programmato, tutto è lasciato alla casualità.
Prima di iniziare di solito scelgo un “colore”, un tema dato dal mio stato d’animo in quel giorno, ed una volta iniziato il set ogni cosa viene creata da molteplici fattori che possono verificarsi. Non esiste assolutamente un ordine nella mia borsa.
Cerco sempre di conoscere al meglio i dischi che propongo, ascoltandoli più e più volte, fino ad arrivare a creare un rapporto con loro.
Cerco di annotare mentalmente, per ognuno, gli strumenti utilizzati o il tipo di frequenze che generano. In questo modo posso abbinare le varie tracce senza creare particolari discordanze.
Inoltre posso dirti che amo scoprire la storia che c’è dietro ogni disco, informandomi, ove possibile, sulle tecniche con le quali è stato prodotto, sulle strumentazioni utilizzate, sulle scelte grafiche ecc. Diciamo che provo ad eseguire uno studio sia di feeling che di dinamiche.
E: Possiamo isolare nelle tue selezioni due macroaree ben precise, la prima basata su un estetica techno estremamente ipnotica ed avvolgente, la seconda fondata su un andamento downbeat ed atmosfere rarefatte, vorrei provassi a descriverci le sensazioni che ricevi suonando queste diverse anime.
D.D.: Sul set più “forte”, più veloce c’è un comportamento, sia del corpo, sia del modo in cui ragiono molto più forsennato ed incalzante. Io per primo mi metto sotto stress in un set techno perché so’ che devo andare al massimo.
E: Cosa cerchi realmente nel pubblico in quel momento?
D.D.: Io cerco la fiducia! Il pubblico và sempre conquistato partendo da zero ed è proprio questo che crea poi lo stress.
Ripeto, in quel momento so che devo dare il massimo, poi se vedo che si crea risposta allora tutto diventa in discesa, la gente và fuori di testa ed io voglio andare fuori di testa con loro!
E: Il tuo è un modo a mio avviso molto più raffinato nel gestire la folla, mentre gran parte dei dj si affida a “trick” vari per poter creare quell’effetto ripartenza ed esplosione, tu li trascini in uno stato di trance attraverso delle semplici variazioni tonali.
D.D.: Esatto, per quanto mi riguarda, è più importante la variazione sul dettaglio che sulla massa, il break può verificarsi attraverso una cassa dritta, lasciata lì da sola in attesa del prossimo arpeggio, questo è il mio modo di percepire il ritmo e mi rendo conto che non tutti possano sempre aver voglia di assecondare quella che a mio avviso è una vera e propria esperienza di gruppo.
Per quanto riguarda il set ambient, lì i tempi si dilatano, non ho l’esigenza di farti ballare ed il piacere sta tutto nell’abbinare i suoni, nella consapevolezza che le persone sono rilassate e ti ascoltano. Una vera e propria sonorizzazione dell’ambiente, l’autentico lato B della dance, magari sono suoni che potresti ascoltare tranquillamente in un set techno ma questa volta privati dell’esigenza del ballo.
E: Quale pensi possa essere una soglia temporale massima oltre la quale potresti rinunciare a suonare un tuo set?
D.D.: Una volta sola mi è stato chiesto di partecipare ad una serata in cui ognuno doveva suonare 20 minuti, ma è stata una cosa talmente surreale che mi è piaciuta! Esprimere tutto te stesso in 20 minuti…
E: Stiamo parlando del Combo Cut?
D.D.: Esatto, una serata fatta al Metaverso a Roma, gli organizzatori ebbero questa insana idea di far susseguire i djs in tempi di 20 minuti, la cosa bella fu che tutti entrarono nello spirito di questa cosa per cui i mini-set in realtà erano molto ispirati e la serata si rivelò molto divertente.
Sai, quello che potrebbe darmi fastidio è quando ti chiamano in un posto dove sai che non c’entri nulla, dove non hai molto a che vedere con la line-up o con lo spirito e quando arrivi ti dicono di suonare 1 ora o poco più, quello è un tempo in cui non esprimi niente, una lunghezza difficilissima da gestire.
Infatti quando mi propongono un set chiedendomi di suonare un ora io tremo, perché so che alla fine si rivelerà come il set più difficile di tutti, perché, soprattutto quando suoni della musica che ha a che fare con la psichedelia, termine che contempla l’assuefazione a determinati suoni, la gente potrebbe non entrare nel tuo mood e percepire la tua musica in maniera errata.
Per cui anche il mio approccio, come è successo già in passato anche all’estero, era estremamente terrorizzato, ed anche il mio suono poi ne ha risentito. Questo ti porta sicuramente a suonare dischi che hanno più personalità, sono meno rarefatti quindi magari cose che a te piacciono maggiormente, in certi frangenti non sei in grado di suonarle.
Io amo dei dischi che posso suonare soltanto dalla terza ora in poi per esempio, quando la gente è completamente presa dalla situazione. Poi chiaramente tutto si può fare, ma questo tipo di richieste non sono per me stimolanti.
E: Hai vissuto per un periodo a Berlino, città consacrata come capitale mondiale della dance elettronica e dimora ormai di moltissimi dj e producers. Come definiresti l’atmosfera che si respira in città, e perché quindi la scelta di tornare a Roma?
D.D.: Perché mi sono invecchiato! (risate) Berlino è il paradiso, puoi essere un musicista come una persona che cerca semplicemente delle conferme e trovare un gruppo di persone con le quali relazionarti perché fanno le tue stesse cose, e già questa è una grande motivazione secondo me.
Poi, una volta realizzato quello che stai cercando, devi comunque avere dei buoni motivi per rimanere, ed io non è che facessi una brutta vita in Italia prima d’andare via, anzi.
Il problema è che facevo fatica a trovare un’identità in questo paese, per cui io sono andato lì in realtà per relazionarmi con delle persone, per avere delle nuove amicizie, per imparare delle culture. Questa è la cosa bella di Berlino, tu vai lì e trovi persone che provengono da qualsiasi angolo del mondo, che arrivano e sono pronti a scambiare le loro informazioni con le tue.
Poi, parlando del lato musicale, molte di queste persone sono preparatissime tecnicamente, io nel giro di 2 anni ho fatto dei progressi a livello tecnico che non potevo aspirare ad avere rimanendo in Italia, facendomi tra l’altro le ossa in un posto come il Panorama Bar, che ignoravo totalmente prima d’arrivare a Berlino, e mi sono ritrovato ad essere resident lì dopo una settimana che mi ero trasferito, per fortuna ignaro, del “peso” del posto, per cui quella è stata sicuramente la palestra di interazione col pubblico più importante avuta lì.
Ho conosciuto tantissimi djs con i piedi per terra, brava gente, persone con le quali sono tutt’ora in contatto.
Anche il semplice vivere lì e respirare quell’aria è stata una cosa utile e secondo me, le persone sono molto umili e la competizione è più sana. Poi ovviamente sta a te fare un bilancio delle cose, perché a Berlino c’è tanta merda come tante cose buone, certo è che gli input sono enormi, perché tutti (o quasi) i djs del mondo sono andati a vivere lì.
Questo perché il background socio-politico permette una certa maturità collettiva, poi perché molte delle cose che da noi sono considerate tabù lì sono contemplate, permesse e condivise.
Puoi imparare molto sotto il punto di vista della tolleranza, del rispetto verso il prossimo, lì tutti i colori sono ben accetti, anzi, più sei colorato e più sei ben visto! E questa è una cosa che mi è rimasta nel cuore.
Aggiungerei anche che è una città nella quale si può vivere, non è cara, direi a misura d’uomo, le iniziative sociali che l’amministrazione rivolge ai cittadini sono molte, c’è un grande supporto verso le arti in generale ed è per questo che gli artisti si sentono benvenuti.
Tutta questa tolleranza naturalmente crea degli eccessi, chiunque, se vuole a Berlino può uscire di casa il lunedì e tornarci il lunedì successivo avendo partecipato soltanto a dei party, lì ogni festa in realtà è un after di quella prima, e quello che succede frequentemente è che questo stile di vita poi si ripercuote in maniera negativa sul lato artistico, nonché su quello fisico e la creatività viene meno.
E: Quindi può essere una vera e propria arma a doppio taglio?
D.D.: Lo è! Se tu sei una persona votata all’autodistruzione, a Berlino ti scavi la fossa.
E: Quali sono i canali che attualmente utilizzi per acquistare la musica che ami proporre? E’ ancora intatto il fascino del vecchio negozio di dischi dove passare intere giornate a scavare tra montagne di vinili?
D.D.: Beh si, io posso portarti come esempio tutti gli anni passati dentro da Re-Mix a Roma, come tutte le ore passate da Hardwax, dove credo che ogni scaffale è stato da me passato al setaccio.
E’ una cosa troppo bella, il negozio di dischi rimane un grande momento di socializzazione secondo me, sia perché incontri i tuoi “simili”, persone con la tua stessa passione, poi c’è il rapporto che si crea con il negoziante, io ci sono cresciuto con queste cose e sono uno a cui non basta fare semplicemente degli ordini via internet.
Internet rischia di farci perdere quello che è il contatto con altre persone che non sia strettamente legato ad una serata alla quale partecipi, nel negozio puoi conoscere persone appassionate che magari non incontreresti mai in un club e questo è bellissimo!
E: Facci il nome di un artista del quale compri a prescindere tutto sapendo di non sbagliare mai.
D.D.: Robert Henke.
E: Ultimamente la tua figura và sempre più avvicinandosi allo status di producer , questo grazie ai brani ed alle collaborazioni che via via si fanno sempre più fitte. Quando hai cominciato a sentire il bisogno di produrre musica ed in che modo ti sei avvicinato alla fase operativa?
D.D.: Ho iniziato ad avvicinarmi alla produzione prestissimo, già dall’89 quando ho iniziato a fare le serate come disc jockey, la mia attenzione era mirata a capire come si realizzavano i dischi che amavo.
La mia fortuna è stata di avere due mentori come Paolo e Pietro Micioni che hanno tutt’ora uno studio di produzione che si chiama Gimmick, loro mi hanno aiutato a capire quale fosse il processo della produzione e tieni conto che parliamo degli anni ’80 quindi strumentazione analogica, bobine, c’era veramente di tutto!
Le fasi sono state diverse, diciamo che la prima era quella dell’essere affascinato dalla musica, poi è seguita quella del mettere in pratica le informazioni che avevo appreso, poi ancora la consapevolezza, cominciare a collezionare degli strumenti, piano piano, iniziando con un campionatore (all’epoca ero molto appassionato di Hip Hop e mi interessava molto campionare e preparare dei beats).
Poi chiaramente le cose hanno cominciato ad affinarsi ed ho cominciato ad utilizzare i computers ed alla fine i pezzi si sono uniti da soli, ma stiamo parlando di un percorso durato 15 anni!
E: Quali sono state le maggiori difficoltà che hai incontrato una volta intrapresa questa nuova avventura?
D.D.: E’ molto semplice rispondere! La cosa più dura è senza dubbio trasporre in musica ciò che hai in mente. Tradurre il proprio pensiero in musica.
In realtà non sei mai soddisfatto quando realizzi un brano, io stesso sono convinto che non sarò mai soddisfatto di quello che faccio, perché tramutare l’energia che si ha dentro in qualcosa di esterno e tangibile, rimanendo fedeli a quelle che sono le tue emozioni, è forse la cosa più difficile di questo lavoro.
E: Queste difficoltà vengono meno soltanto provando continuamente?
D.D.: Ma anche con un semplice colpo di fortuna, perché magari da un errore nasce un’idea pazzesca, quello che devi fare sempre è essere il più sincero possibile, rendendo effettiva e leggibile quell’emozione che tu hai provato.
E: Secondo te può esistere un brano creato “a tavolino”?
D.D.: Si, però devi avere delle capacità tali che ti permettano di poterlo realizzare, ci sono artisti bravissimi a creare brani progettati in precedenza, è la loro attitudine, io non ne sarei capace, ma ho molta ammirazione verso chi riesce a programmare tutto in questa maniera.
Io credo di essere più impulsivo come carattere, quindi mi piace creare un’onda, cercare di cavalcarla e poi…vediamo cosa succede.
Però posso capire benissimo anche chi ha delle scadenze ben diverse dalle mie, magari quelli che fanno produzioni pop o per label molto grandi, lì le esigenze sono ben diverse, ed è logico che servano produttori in grado di realizzare musica anche “sotto dettatura”.
E: Nel tuo studio ci sono due Roland TB-303, una con la modifica Devil Fish, una macchina storica per tutti gli appassionati di musica elettronica cosa puoi dirci a proposito della scelta di questo strumento?
D.D.: Sono nato nel 1970, nel 1988 avevo 18 anni e quando è arrivata l’acid ho ricevuto un autentico colpo in faccia! In realtà conoscevo già il suono della 303 però non l’avevo relegato a questa macchinetta qui.
A me piaceva quel suono, ne ero molto affascinato, quando ascoltai per la prima volta “Let me go” degli Heaven 17 ero molto piccolo e pensai: “Wow! Questa è una roba che arriva da un altro pianeta!”. O ancora in “Just An Illusion” degli Immagination dove c’è una bassline 303 molto ben programmata.
Nel momento in cui invece se ne è iniziato a fare un uso “improprio” c’è stata la vera e propria presa di coscienza della generazione a cui appartengo e tutti ci siamo trovati a pensare che in fondo questa macchinetta stava cambiando il corso della musica elettronica.
In realtà ne ho acquistata una solo dopo molti anni, anche perché credo che in un certo senso bisogna essere pronti per poter utilizzare una 303. Ognuno può ricreare quel suono attraverso vari tipi di software che la possono emulare con risultati eccellenti, ma averla e suonarla significa creare una linea di continuità con quel periodo al quale sei appartenuto.
E: Puoi dirci qualcosa di specifico riguardo alla “Devil Fish”?
D.D.: Dopo esser rimasto affascinato da tutto quello che Mike Parker mi ha raccontato riguardo questa macchina infernale ho deciso di acquistare una seconda “303” e di farla diventare una Devil Fish per mano di Robin Whittle, in Australia.
Per almeno due anni ho composto una serie di demo che non ho mai pubblicato e che sono stati una vera e propria palestra nella quale acquisire padronanza con lo strumento.
La Devil Fish può veramente trasformare quello che è il classico suono della bassline in qualcos’altro di totalmente diverso,sconosciuto e misterioso.
E’ uno strumento con il quale poter realizzare dei brani quasi completi perché ha un suono talmente definito, corposo e ti permette di realizzare dei bassi veramente pericolosi!
E: Puoi dirci qual è il disco non prodotto da te nel quale ritieni ci sia il miglior utilizzo della “303” ed in quale dei tuoi dischi pensi di averla utilizzata al meglio?
D.D.: Cominciamo dal mio così riduciamo il campo d’indagine. (Dopo molta esitazione) Ok, ci sono: “Real Love” realizzato insieme a Giorgio Gigli, perché sono riuscito ad ottenere dalla macchina esattamente quello che volevamo, ovvero una bassline che allo stesso tempo fosse una cosa ritmica e che stimolasse lo spettro con frequenze tutte diverse una dall’altra.
Avevo in mente di realizzare un brano che impegnasse il minor numero di strumenti possibile, e grazie alla Devil Fish siamo riusciti nell’intento!
Per quanto riguarda la bassline utilizzata da altri, torno a ripetere “Let me go” degli Heaven 17, poi citerei sicuramente “151” di Armando o ancora “Acid Tracks” di Phuture, ma quello che amo veramente è l’uso alternativo dello strumento, magari utilizzato in un brano che non sia propriamente house, in tal proposito potrei citarti i Massive Attack in “Protection” o ancora il remix di Kruder & Dorfmeister per “1st of the month” dei Bone Thugs ‘n Harmony, brano contenuto nelle famose KD sessions.
E: Credi il tuo sound abbia raggiunto una maturità tale che possa farti affermare che ti rappresenti completamente?
D.D.: Non riuscirei mai ad essere così lucido verso la mia musica, né a poter affermare una cosa del genere. Sai, delle volte mi trovo ad iniziare diversi progetti che poi rimangono incompiuti causa la perdita di entusiasmo, e questo capita molto spesso, se andiamo a cercare nel mio hard disk troveremmo decine di pezzi iniziati e mai conclusi.
Direi che tutto dipende dallo stato d’animo nel quale mi trovo, a volte sono pieno d’entusiasmo e riesco a chiudere un brano in poco tempo mentre altre, molte, questo rimane soltanto una scintilla che non ha mai visto la fine.
E: Riusciresti a contemplare l’idea di realizzare le tue produzioni utilizzando esclusivamente software?
D.D.: Come sfida, probabilmente, nel senso che ora sono talmente abituato a realizzare tutte le mie produzioni con strumenti analogici, ma allo stesso tempo non sono un fondamentalista e quindi non tendo ad escludere totalmente la strumentazione digitale.
Per cui ogni tanto mi ritrovo ad aprire dei software e provare ad immergermi in quel tipo di sonorità. Mi interessano ed affascinano ancora, quello che ci tengo a precisare è che accetto tutti i tipi di tecniche, purchè ci sia criterio in quel che si fa.
E: In base alla tua esperienza quale pensi debba/possa essere il periodo di gestazione minimo per fare di un semplice “smanettone” un vero produttore?
D.D.: Beh questo credo sia totalmente soggettivo, dipende da quanto tempo impieghi a far materializzare quello che hai in mente.
Io sono diffidente verso le persone che producono a raffica, creando un percorso senza soste, questa a mio avviso è una mancanza di autocontrollo, credo un produttore debba avere un minimo di senso del limite e di autocritica oltre che la giusta coerenza e l’onestà verso il proprio pubblico.
Questo ti porta ad essere in un certo senso maturo e quindi ti permette di compiere il salto di qualità necessario a farti considerare un vero produttore.
E: A nostro avviso questo termine è ormai abusato nel 90% dei casi, e solo raramente ci si può trovar a parlare con un produttore che può vantare uno studio come il tuo.
Questo ovviamente può tirarci contro molte persone, ma la nostra idea è che dovremmo in qualche modo riavvicinarci a quello status elitario che una decina di anni fa permetteva di farci ascoltare molta musica di qualità. Qual è il tuo pensiero riguardo alla massificazione alla quale stiamo assistendo?
D.D.: Ovviamente l’enorme mole di musica riversata su web ogni giorno ha creato una sorta di dispersione non controllata, e questo può essere un bene od un male, nel senso che ora, più che mai, c’è bisogno di selezione. Nei primi anni ’90 c’erano artisti come i Future Sound Of London ad esempio che avevano uno studio e delle strumentazioni fuori dal comune ed oltretutto erano appassionatissimi al loro lavoro, e se senti un loro brano puoi renderti conto che dentro c’è molto di più.
C’è tutto il peso dell’esperienza, della passione e delle capacità tecniche acquisite in anni di lavoro. Con questo non voglio dire che la tecnica non sia replicabile con un computer, ma certamente questa nuova “accessibilità” ha fatto aumentare di molto la quantità di musica prodotta e quindi bisogna impegnarsi per trovare qualcosa di veramente ricco.
Ovviamente la tecnologia và incontro sia al produttore che al consumatore, infatti oggi abbiamo strumenti sempre più raffinati per la ricerca della musica, mentre un tempo per trovare le cose migliori bisognava prendere un aereo e volare a Londra o, per chi poteva permetterselo, negli Stati Uniti. In fin dei conti credo continui ad esserci un equilibrio tra le parti.
E: Entrando nel vortice della produzione si può correre il rischio di isolarsi troppo dal mondo musicale arrivando a snobbare tutto ciò che non è stato concepito e creato da e per se stessi?
Ti faccio questa domanda perché sempre più spesso mi capita di intervistare artisti o leggere interviste nelle quali dichiarano fieri di non appartenere al mondo della musica elettronica e in molti casi di non conoscere artisti o dischi che magari sono seminali per la storia che stiamo raccontando.
D.D.: Anche in questo caso credo la cosa possa variare da artista ad artista, conosco persone assolutamente concentrate su sé stesse che conoscono praticamente soltanto la loro musica, però lavorano talmente bene che poi è un piacere sentire le loro creazioni.
Al contrario conosco altri artisti che immagazzinano quante più informazioni possibile, appassionandosi a fondo, i cosiddetti “tuttologi”, una categoria tutta a sè!
E: Quali sono i progetti a cui stai lavorando attualmente? C’è chi comincia a gridare all’album, cosa dobbiamo aspettarci?
D.D.: Non farò mai un album! Non ne sono capace! (risate) No, ok, in realtà stavo cominciando a pensare ad un album in un momento in cui credevo ancora particolarmente nell’industria della musica, ma subito dopo ci fu il tracollo che ha portato ad una riduzione drastica del consumo e della gestione delle cose. In quel momento sono rientrato in Italia ed ho dovuto cominciare a riconsiderare tutto, l’idea dell’album non era più viva e concreta come qualche tempo prima.
Se oggi dovessi immaginare un album, questo dovrebbe essere un prodotto senza alcun compromesso, totalmente libero. Soltanto ciò che è nella mia mente e forse, paradossalmente, questo potrebbe essere un momento adatto ad un prodotto del genere, perché chi compra vinile oggi è una persona che lo ama profondamente ed io produrrei il mio album solo ed unicamente in questo formato.
Da poco tempo sono stato contattato per la realizzazione di musica ambient da pubblicare su cassetta, e questa per me è stata una proposta molto stimolante, pensare ad un numero limitatissimo di pezzi, con art work fatti a mano è qualcosa che ho sempre voluto.
Al momento il mio interesse verso l’album è proteso senz’altro verso musica d’ascolto, non meno che a brani dance o quant’altro.
E: Hai mai pensato alla realizzazione di colonne sonore?
D.D.: Si, è una cosa che mi interessa moltissimo, aspetto soltanto di essere “illuminato” dall’idea di qualcuno!
E: Altri progetti?
D.D.: Beh sicuramente posso parlarti della mia creatura preferita al momento: Aquaplano, progetto che realizzo insieme al mio amico Manuel Fogliata, in arte Nuel.
Lui è una di quelle persone con le quali mi capisco al volo sia sotto il punto di vista tecnico che personale. Aquaplano vuole essere un progetto musicale autentico, vero, un prodotto che rispetti i tempi e si concentri sull’unica cosa importante, la musica.
Dopo i primi 2 dischi presto ne faremo uscire un terzo, ma quel che è più importante è che Aquaplano rappresenta la storia di un amicizia, è qualcosa di puro e sincero.
E: Di cosa si compone la tua collezione di dischi? Quanta musica nella tua vita e quanta altra oltre la techno?
D.D.: La mia collezione comprende dischi di tutti i tipi ognuno rappresenta uno step importante della mia vita, si và dal rock al reggae o ancora rap ed hip hop, dub, drum and bass, musica classica, folcloristica, sonorizzazioni, musica italiana…
E: Quali sono gli artisti italiani che apprezzi maggiormente?
D.D.: Paolo Conte, Franco Battiato, PFM e De Andrè su tutti, poi Gino Paoli, Mina, Rino Gaetano ed altri.
E: Sei stato influenzato in qualche maniera dalla disco music?
D.D.: Tantissimo, ne ero molto affascinato, “The Chase” di Moroder, per esempio è un pezzo che da piccolo mi ha “rotto in due”! E’ musica che anticipava molte delle componenti che ora sono parte fondante della mia musica, dalle bassline alla cassa alle melodie, non è mai successo, ma è un brano che potrei anche suonare in uno dei miei set.
E: Ora una domanda che è un po’ il rito di chiusura, qual è il disco che hai ascoltato più volte nella tua vita? Voglio un solo nome, quello che semplicemente è finito più volte nel tuo lettore e perché.
D.D.: Tommy degli Who!
E: Perché?
D.D.: E’ figlio di un periodo di forte psichedelia, ha dei brani che viaggiano completamente nel tempo e nello spazio, ha delle tematiche molto molto acide, degli arrangiamenti e delle trovate ritmiche sublimi, un fortissimo potere descrittivo.
Per quanto mi riguarda è il simbolo della generazione dalla quale proviene, credo che la techno più psichedelica di adesso sia una conseguenza di quella musica, sono convinto che assistere ad una performance dal vivo degli Who provocava lo stesso effetto di un Jeff mills di adesso.
E’ un disco che riascolto sempre.
liquid
fonte:www.electronique.it
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