Inizia
la primavera e si lascia la calda Italia per la fredda Germania, infatti il 3
Aprile ci siamo messi in viaggio per Francoforte, per una buona causa, cioè la
ricerca di nuove emozioni e nuovi suoni che sapevamo di poter trovare in terra
tedesca grazie ad un club come il Cocoon e ad un'evento come il rave-festival
Time Warp.
locandine Cocoon Club a Francoforte |
La
clientela è molto ben selezionata,e la presenza femminile di qualità
alta, numerosi gli inglesi, gli spagnoli e gli italiani presenti, entriamo alle
23:30, mentre nell'altra sala, il Micro, che solo dopo una certa ora si
trasformerà in dancefloor, stanno ancora finendo di cenare, come si vede dai
vetri trasparenti: nella sala principale alle 24 già si comincia a ballare
tracce selezionate dalle sapienti mani del grande capo Sven Vath, e gradatamente
il locale e la pista si riempono sempre più.
la consolle spaziale del Cocoon Club Frankfurt |
Al
set di Sven Vath segue il live dei due svedesi Minilogue, autori dell'ottimo ep
Jamaica, recentemente uscito su Cocoon Records e quindi, pur non essendo dei
novellini, sono pronti ad essere ulteriormente lanciati da Sven Vath, in questo
caso talent-scout: i due si esibiscono in una postazione allestita proprio per i
live a stretto contatto col pubblico, e suonano musica allegra, divertente, con
cassa vigorosa ed anche alcuni inserti vocali robotici, pensavo fossero più
mentali e viaggiosi, invece un live tirato che gli fa meritare la palma dei
migliori della serata, almeno secondo me.
Minilogue live al Cocoon |
Dopo
di loro, alle 4, tocca a Loco Dice, che parte molto piano fra minimal ed
house, mettendo, fra gli altri, dei remix di Inner City-Good life e di
Romanthony-Let me show you love, poi comincia ad ingranare la quinta solo dopo
un'ora di set, suonando il pezzo di Ilario Alicante-Vacaciones en Chile e
continuando su ritmi più sostenuti, ma ad una certa ora, visto anche l'ormai
scarso numero di fanciulle rimaste rispetto ad inizio serata si decide di
andarsene e risparmiarsi per la maratona del giorno dopo.
Sabato 5 Aprile ci trasferiamo 80 km più a Sud, a Mannheim, inseguiti da pioggia e vento, e verso le 22 ci dirigiamo alla Maimarkthalle, dove il mega-evento Time Warp è già iniziato dalle 19, un rapido giro per orientarsi nelle varie sale, e notiamo che la sala minimal rispetto all'anno scorso è stata ingrandita ed invertita di posizione con la sala elettronica.
Ci
stabiliamo inizialmente in sala uno, dove, dopo un set techouse del talento
locale Nick Curly(8bit Records), concluso con la sempre coinvolgente John
Spring-Lava lava, tocca al live di Brian Sanhaji, artista entrato da tempo nelle
grazie di Chris Liebing, e proprietario dell'etichetta Enable, uno dei pochi
artisti in line up che non avevo mai sentito dal vivo: lui si presenta con una
maglietta con scritto Detroit ed il suo live è techno, forse più tedesca che
detroitiana, ma comunque potente e saltellante, gran ritmo, ottima esibizione per
lui.
A
mezzanotte in punto tocca a Chris Liebing e si accendono veramente le luci sul
Time Warp, dotato quest'anno di laser potentissimi e spettacolari, che accompagneranno, con le loro evoluzioni, le performance degli artisti sia in sala uno che in
sala due: l'intro di Liebing riprende le note di Jaydee-plastic dreams, ed il suo
set procede con una minimal-techno potente e continua, che fa saltare
tutti, felici, incluso lo stesso Liebing con il sorriso stampato per tutto il
set.
Ghianda,io e Francesco |
Il
suo set, rispetto a Liebing, è più caldo nei suoni, ma con più pause, alcune di
troppo, fra electro ed acid, seguite però da ripartenze mozzafiato, comunque sia Liebing che Cox hanno fatto una techno con qualche inserto di casse
minimali, dimostrando entrambi più volte l'abilità tecnica nel
mixaggio, che gli è riconosciuta universalmente.
Un
passaggio da Sven Vath, che tiene la pista per mano trascinandola con The
Amazing-Qu'est-ce que vous voulez, e ci si va a fare un antipasto di Laurent
Garnier, che è nel bel mezzo del suo set di 8 ore nella sala cinque, isolata
dalle altre room, più piccola, molto club, e coperta da una campana di vetro: il
francese gli sta dando di techno-funky e ci piazza anche la sua storica hit The
man with the red face.
Un
pò di riposo nell'area chill-out, dove coloro che hanno ceduto per ko già
abbondano, e si ricaricano le pile per il live degli Alter Ego, che suonano tutti
i pezzi del loro ultimo album, Gary, Jolly Joker, Why not, finendo in bellezza con
Rocker, musica divertente e non troppo impegnativa.
dj Laurent Garnier on the mix |
Grande musica per grandi momenti in queste due ore, in cui balliamo le sue produzioni come The man with the red face (messa per la seconda volta), Crispy Bacon, Coloured city, pezzi house come Byron Stingily-You make me feel, altre tracce più viaggiose, quasi neotrance, altre ancora techno, ed infine grande chiusura con Out of space dei Prodigy, ed i suoi colleghi dj Carl Cox, Karotte e Liebing a ballare con lui in consolle.
dj Richie Hawtin durante il suo set |
Il
suo stile è il solito, alza e toglie i bassi, ed il pubblico va in
delirio, qualche bombetta qua e là, ottimi gli ipnotici visual di Ali Demirel, poi per
un pò cede il testimone ad Heartthrob, che suona anche il proprio remix di
Personal Jesus dei Depeche Mode, e noi ci andiamo a fare il nostro mezzogiorno
di fuoco in compagnia delle tracce sconosciute ma bellissime di Raresh, grande
talento, selezione musicale ottima, peccato per l'impianto che nella sala tre in
cui suona il romeno non è dei migliori, infine un altro salto da Richie Hawtin
per onor di firma e la stanchezza prende il sopravvento…all'ora di pranzo si va
a dormire.
Top:
molta
più cura per le luci al Time Warp, in particolare i laser
il
set di Laurent Garnier
il
set di Raresh
Laurent
Garnier che suona Prodigy-Out of space alle 9 del mattino sotto il sole
Loco
Dice che suona Ilario Alicante-Vacaciones en Chile al Cocoon
l'atmosfera
e la clientela del Cocoon Club
il
live di Minilogue al Cocoon Club
la
compagnia, eravamo tanti dall'Umbria e dintorni
Flop:
La
sala 3 del Time Warp, invivibile e con impianto scadente
il
clima troppo rigido
Articolo originariamente apparso nel 2008 su Soundzmag, il magazine curato dallo staff della sala techno del Red Zone Club
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