Monegros 12-7-2008:il reportage



è stato un bel festival,sicuramente da rifare, questo Monegros, che si svolge in una zona arida della Spagna, a 200 km da Barcellona, vicino Fraga, al confine fra le regioni Huesca e Tarragona: peccato solo per il maltempo ed il gran freddo notturno che non ce l'hanno fatto godere al meglio, infatti durante il viaggio di andata si scatena un'acquazzone fortissimo, ed arrivati sul posto, dopo che sembrava essere tornato il sereno, ancora pioggia quasi torrenziale.
Monegros dall'alto
Quindi il nostro Monegros, dopo una breve sosta al bancone merchandising, per acquistare qualche ricordino, comincia in una delle tre piste su sei dotate di tetto, ovvero la White label tent, dove suonano i due Ame, bella musica deep-house, ma qualche errore al mixer per il membro del duo occhialuto, quindi, dopo aver sentito il buon inizio di Steve bug nella stessa sala, finalmente la pioggia cessa, ed un bell'arcobaleno che solca il cielo ce lo annuncia, ma il clima continuerà ad essere molto freddo, in particolare la notte.

Cambiati gli euro con i monegrinos, unica valuta accettata all'interno del festival per acquistare drink e cibo, ci si dirige verso la principale arena open-air del festival, denominata Row14 stage, molto vasta e con un impianto perfetto, la cui acustica si apprezzava benissimo anche a grande distanza dalle casse, e con 3 schermi per i visual, uno più grande, dietro la consolle e due, più piccoli, ai lati: qui iniziava il suo set Dave Clarke, con tanto di asciugamano bianco al collo(?), per i miei gusti è stato il set migliore fra quelli che ho sentito, una techno tagliente, a tratti acida, dischi mai banali e sempre diversi da altre sue esibizioni anche recenti a cui ho assistito, con in mezzo qualche sua storica produzione, in questo caso Thunder(red 3), ogni volta che lo sento in questi eventi dà il meglio di sè e mi trascina con il suo sound, e come per me è così anche per molti altri, infatti quando suonava lui la pista mi sembrava più piena rispetto anche ai mostri sacri che hanno suonato dopo ovvero Vath, Hawtin e Derrick May.

Miss Kittin
Dopo il Barone rosso comincia uno Sven Vath molto minimal, che forse andava fatto suonare prima di Clarke, a mio parere, e decidiamo di andare a sentire il live di Miss Kittin e The Hacker, che, superati i problemi tecnici iniziali di Miss Kittin al microfono,si esibiscono in un live entusiasmante, pieno di energia, proponendo numerosi loro successi come Frank Sinatra, Stock Exchange, Flesh & bone, con una Miss Kittin mattatrice, dimagrita ed in forma smagliante che si presenta incappucciata e coperta da un mantello, che poi toglierà sfoggiando un'aderente abitino tutto luccicante.

Arriva la fame e ci vuole una veloce pizza, dando un'orecchio alla sala hardtechno dove una folla numerosissima ballava sotto i colpi di bassi violenti e ritmi velocissimi, dei vari Rush, Pet Duo e Marco Remus, ed alcuni temerari sfidando il vento gelido si erano messi anche a torso nudo, mi è sembrato di sentire ogni volta che passavo numerosi remake di pezzi classici in chiave hardtechno,  come ad esempio The Amazing-Qu'est-ce que vous voulez, oppure Rolando-Knight of the jaguar.
Saltiamo Hawtin, causa il gran freddo e ci rifugiamo di nuovo nella tenda San Miguel, dove si sta un pò riparati e suonano i Soulwax e dj Hell: per entrambi elettronica di gran classe.
alba al Monegros
Quindi un salto da Hernan Cattaneo: m'incuriosiva sentire questo dj argentino, di cui ho sentito tanto parlare, e non mi ha deluso, un set viaggioso, pezzi ipnotici, ma con cassa battente, lo etichettano come dj progressive-house, secondo me,al di là delle etichette, da quel che ho sentito, è uno che sa come far viaggiare il dancefloor e trascinare il pubblico, con un'ottima selezione di dischi.
L'alba la facciamo con Derrick May e la sua techno-detroit dalla ottima marcia, e quindi Agoria nel Bacardi stage, ci accompagna con un set che svaria fra Detroit e minimal-techno (tra i pezzi suonati Paul Ritch-Nordbahnof), mentre il sole comincia ad illuminare finalmente il Monegros, e l'atmosfera è molto bella.

Un' oretta la dedichiamo volentieri anche ad Ellen Allien, molto presa bene, simpatica e carina in consolle, e che instaura un buon feeling col pubblico: il suo set l'ho apprezzato perchè più potente rispetto ad altre volte.
In generale è stato un festival la cui nota più bella, oltre i grandi artisti presenti, è la grande aria di festa che si respira,il pubblico spagnolo è l'ideale per condividere certe esperienze.
Monegros people


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