"l'intensità della vita non si misura con il numero dei respiri,ma in base ai luoghi e ai momenti che ci hanno fatto mancare il fiato"
Intervista a Giorgio Gigli
Giorgio Gigli è uno di quei pochi artisti italiani che mettono ancora l’anima nelle cose che fanno, amalgamando alla perfezione la doverosa serietà necessaria a creare prodotti di qualità alla semplicità con la quale si rapporta con il mondo. Questa la nostra intervista, un piacevole racconto che mette a nudo passato, presente e futuro di questo musicista da supportare!
E: nelle tue nuove produzioni per la Aconito records appare evidente lo studio forsennato sulla ritmica e sull’utilizzo di sonorità sperimentali, fattori che, ascoltando a distanza di tempo le tue vecchie produzioni su Elettronica Romana e Mental Groove, suonano come piacevoli novità nonché come un eccitante sfida per il futuro. Cosa sta influenzando il tuo modo di produrre musica in questo momento?
G.G.: l’evoluzione fa parte dell’indole umana e questa ne è la prova!
Inevitabilmente ognuno di noi cambia di continuo con il passare del tempo.
Rispetto alle produzioni di qualche anno fa, in cui c’era un forte legame con quelle che erano le sonorità dei primi anni novanta rappresentate da artisti come Emmanuel Top o Plastikman, dove dominava una matrice esclusivamente ritmica, adesso la ricerca si è spostata verso lo studio dell’ambiente che la circonda.
Mi hanno influenzato moltissimo produttori come Robert Henke, Ben Lukas aka HECQ, Boysen, Stefan Goldmann.
Ascoltando le loro produzioni mi sono sempre più appassionato a quel tipo di sonorità, ho cercato di studiare molto e di trovare il modo migliore per far entrare in sintonia quelle ambientazioni con la ritmica.
Il risultato si potrà cogliere nelle prossime produzioni su Aconito e Prologue recordings.
E: credi ci sia più senso nel produrre suoni scavando a fondo nella propria anima o pensi debba esistere comunque una parte razionale che si rapporti con la società esterna ed il mercato discografico, al fine di non apparire troppo “diverso” dalla massa?
G.G.: reazioni chimiche nel cervello producono stati d’animo, rispetto a questi, vengono a crearsi i suoni e le melodie.
Chi esprime i propri stati d’animo non lo fa pensando se a qualcuno piaccia il suo umore, ma lo fa semplicemente per farsi conoscere.
Dentro la mia musica ci sono io e attraverso la stessa mi rapporto con la società esterna.
Ascoltando le produzioni spesso si può capire molto di un artista, è come una sorta di biografia.
Vorrei che le persone mi conoscessero per quello che sono e non per quello che bisogna apparire, quindi continuerò a produrre musica nel modo più puro possibile senza scendere a compromessi, è difficile sopravvivere in una società dove ormai si tende a inseguire l’ideale di se stessi. Ma è proprio questo il punto dove nasce il compromesso, se tutti fossimo più liberi di esprimerci nessuno si sentirebbe “diverso”.
E: a volte mi piace immaginare alcuni producer influenzati da qualcosa che non è propriamente la loro strada, nel tuo caso ho pensato chissà come suonerebbe Giorgio in un contesto house. Hai mai sentito il bisogno di dedicarti a qualcosa di (musicalmente) diverso magari soltanto per staccare la spina e sondare nuovi territori?
G.G.: quando iniziai a suonare i primi dischi che comprai furono House, che ho poi suonato per moltissimi anni, trovandola tutt’oggi ancora interessante.
Quando si parla di musica house mi viene subito in mente Larry Levan, il Paradise Garage, l’impianto audio di altissima qualità, la cuffia “a doccia” e il mixer Rotary Fader.
All’idea di suonare in un club House così, mi vengono i brividi, sarebbe come percorrere al contrario il mio cammino professionale.
Per quanto riguarda il dedicarmi a qualcosa di musicalmente diverso, lo sto già facendo, la musica d’ambiente mi ha totalmente affascinato e quando posso cerco sempre di dedicarmi alla ricerca e alla produzione di nuove atmosfere.
E: alcuni produttori di musica elettronica stanno sperimentando con successo l’interazione con la musica classica, non ultimo, il sorprendente disco di Carl Craig insieme a Maurizio. Questo fa si che anche nella techno sia in atto una sorta di mutazione che ci fa assistere sempre più spesso all’esecuzione di live e/o Dj set in luoghi impensabili quali teatri, musei, arene ecc.
Anche nei tuoi dj set è palpabile una sorta di ricerca che mira a creare un viaggio ed un immaginario sempre diversi grazie all’inserimento di elementi ambient e sperimentali.
Cosa significa per te eseguire un dj set? Poni dei limiti ai luoghi nei quali eseguirli?
Ed ancora: il contesto nel quale puoi trovarti a suonare in che percentuale influisce sulle tue scelte?
G.G.: hai citato a mio avviso una delle migliori produzioni in assoluto,Carl Craig e Maurizio hanno fatto un esperimento fantastico! Da questi progetti si può soltanto imparare.
Questo insegna che l’arte non ha mai dei limiti, la ricerca porta sempre qualcosa di nuovo.
È inevitabile che questo modo di interagire tra varie tipologie di artisti porti anche a sperimentare nuove location dove esibirsi.
Eseguire un dj set per me significa come prima cosa cercare di far ascoltare buona musica e divertire chi è venuto ad ascoltarmi
Porsi dei limiti rispetto al luogo dove lavorare è impossibile, tutto ormai può trasformarsi in una location adatta, che sia un terrazzo di un palazzo o un club, piuttosto che l’Auditorium, cerco sempre di studiare un minino il contesto dove sto andando a suonare, tutto il resto lo fa lo stato d’animo che ho in quel momento.
La cosa negativa è che per questo motivo quando lavoro mi porto sempre dalle 3 o 4 valigie di dischi, che mal di schiena!
E: qual è la produzione alla quale ti senti più legato? Hai da raccontarci una bella storia legata a qualche tuo brano?
G.G.: non c’è una traccia a cui sono legato particolarmente, non ho un buon rapporto con le mie produzioni, non suono quasi mai le cose che produco.
Una volta finite e andate in stampa, il momento più bello è quando arriva il pacco dei vinili, per me è un emozione unica aprire il cartone e vedere che all’interno c’è frutto del lavoro fatto con tanta costanza e passione.
Però se proprio devo raccontare un bel periodo legato alle mie produzioni, quello che ricordo con più nostalgia è quello quando nacque Elettronica Romana. In quel periodo c’era molto fermento, era un continuo confronto tra noi artisti della label e Sandro il label manager, in quel periodo stava nascendo un nuovo movimento a Roma e noi eravamo i primi a cavalcarlo, quando io e Donato (Dozzy) arrivammo da Sandro con il master di “Chiki Disco”, l’espressione del suo volto ascoltando le tracce fu per me un piacere indescrivibile.
E: noi di electronique.it ci rapportiamo spesso con la scena techno ed in generale elettronica dei primi anni ’90, dove per poter produrre musica vi era la necessità di uno studio vero e proprio con tutti i suoi sintetizzatori, batterie elettroniche, campionatori ecc. Un modus operandi che creava una sorta di elite che ad oggi è scomparsa per mezzo dell’avvento dei software.
Qual’è la tua posizione rispetto a tutta questa tecnologia “facile”? Pensi che ciò abbia determinato un generale crollo qualitativo della musica o trovi comunque lati positivi in questa sorta di globalizzazione?
G.G.: quando ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto provare a creare musica, era verso la metà degli anni ’90.
Mi informai su che tipo di attrezzatura sarebbe servita per cominciare, capii che la spesa era veramente troppo elevata per me, quindi, conoscendo persone che avevano uno studio dove producevano musica elettronica, mi appoggiai a loro per apprendere le tecniche di produzione.
Era un emozione unica entrare in quelle cantine dove lungo il corridoio che portava all’entrata dello studio, l’odore di muffa si mischiava al suono del basso, e più ti avvicinavi più si faceva presente, le luci erano sempre molto basse, appena si entrava la cosa che colpiva di più era la luce del monitor del computer, piccolo e in bianco e nero, era un Atari “mega STE” il sequencer utilizzato era Cubase 2 poi c’era un banchetto dove erano posizionate delle meravigliose macchine tra cui i gioielli Roland TR909, TB303, TR808 e un sintetizzatore Juno60.
Ho cominciato così, ma con il passare del tempo la tecnologia è andata avanti, i prezzi dei personal computer si abbassavano e alcune software house cominciavano a sviluppare programmi che permettevano di poter fare più o meno tutto.
Appena uscì Reason di Propellerhead nel 2000 mi appassionai molto e cominciai a provare a fare le prime produzioni da solo.
Negli ultimi anni mi sono trovato a lavorare con persone che hanno degli studi notevoli con hardware vintage eccellenti e non ti nascondo che per me è stata una forte emozione lavorare con quelli che erano i primi strumenti con cui ho cominciato.
Sono un fan di tutto questo, mi emoziono ogni volta che entro in uno studio dove posso ammirare queste macchine come in un museo, e nessun software potrà mai emulare le emozioni che si provano usandole fisicamente.
Non credo che la tecnologia sia “facile” ma credo che possa aiutarci a sviluppare quelle che sono le nostre idee, dipende come la si usa.
Una grande svolta c’è stata quando Robert Henke e Gerhard Behle noti come Monolake hanno fondato la software house Ableton, con l’avvento di “Live” è cambiato il modo di produrre musica.
Un software apparentemente facile da usare che rappresenta a pieno la ricerca di nuove possibilità espressive attraverso la musica elettronica, mettendo sullo stesso piano strumenti vintage, software e computer.
Per quanto riguarda la qualità delle produzioni è diverso, le idee e la fantasia non si comprano, credo che questi software abbiano dato la possibilità a quasi tutti di potersi esprimere nel miglior modo possibile, c’è da dire che a differenza della tecnica che si può imparare nel tempo, il gusto è una cosa che ho si ha o non lo si può acquistare da nessuna parte.
E: oltre al modo di produrre musica, la tecnologia ha inevitabilmente mutato il mercato discografico, una cosa annunciata da tempo se pensiamo che la Sony dopo aver inventato il formato CD ha messo in commercio i masterizzatori, ma che ora comincia a mietere vittime in ogni dove e continuamente assistiamo alla chiusura di negozi di dischi e label indipendenti, che dopo l’avvento del formato mp3 hanno visto crollare verticalmente le vendite.
La musica elettronica è nata su vinile ed ha vissuto il suo massimo splendore su questo formato.
Tu continui imperterrito a proporlo come soluzione unica per l’acquisto dei tuoi brani. Credi ci sia bisogno di più militanza per tornare ad una logica di mercato che veda premiati economicamente gli sforzi dei produttori? Vedi il mercato digitale come un reale valore aggiunto?
G.G.: questo è un discorso molto articolato e difficile da affrontare, per quanto mi riguarda le label che producono solo musica digitale sono figlie dei tempi, l’avvento di software che hanno permesso di emulare a pieno il vinile hanno dato un forte contributo all’ascesa del formato digitale.
È inutile nascondere che molti lo fanno per comodità, piuttosto che portarsi 2 valigie di dischi, basta un laptop e 2 “vinili” e la serata è risolta.
Sicuramente il lato economico non va trascurato, il vinile costa e non tutti possono/vogliono permetterselo, acquistare musica digitale è più facile e meno costoso.
Molti lo fanno perché sono nati con questa cultura, chi si avvicina alla musica è sempre molto giovane quindi conosce le tecnologie del tempo in cui vive, non gli interessa come si suonava negli anni novanta.
Quindi se oggi un ragazzo vuole cominciare a “mettere i dischi” compra 2 cdj un mixer e il gioco è fatto.
Non esiste memoria storica nelle nuove generazioni la cosa che li preoccupa è solo l’idea del futuro.
Non posso fare a meno di lasciarti con le parole di un collega, che spero possano servire a far riflettere sul valore aggiunto di quel pezzo di plastica nero.
Dieci anni di dischi. Già, i dischi. Chissà cosa ce li fa amare così tanto?! Qual'è quella magia, quell'alchimia che ce li fa scegliere? Appoggiamo la puntina su quel pezzo di plastica nera e diciamo si o no, e dietro questa scelta c'è il nostro gusto, il nostro pensiero, la nostra storia.
Una storia piena di brividi, di emozioni, di certezze, di insicurezze. Piena di aspirazioni, di delusioni e di grande gioia.
Io, a volte, lo capisco dalla copertina se un disco mi piacerà e dalle prime note mi accorgo se dentro quel 'cerchio' di vinile c'è un progetto, un'idea, una passione. Allora lo scelgo, senza pensare al genere o allo stile. Senza domandarmi come e quando lo userò. Già il concetto di 'usare' la musica mi dà fastidio. Un disco in cui ci hai sentito quel 'non so ché' si rivelerà sempre un buon investimento. Hai voglia tu a parlare di nuove tecnologie, di inventare nuovi supporti… Cd, mini disk, mp3: certo, tutta roba utile ed importante… tutta roba che semplifica la vita.
Ma quel brivido che si prova quando si estrae quel pezzo di plastica nera dalla copertina, quell'odore, quella sensazione che si ha quando con la mano lo si ruota sopra il tappetino di feltro, in cerca della battuta, non si sostituisce con niente. E, in questi tempi di marketing, di sponsors, di addetti stampa e di 'guest stars', è bene ricordare che il nostro mestiere è fatto, soprattutto, di queste cose. Semplici e selvagge.
E: purtroppo anche sulle nuove generazioni si è abbattuto il fardello, mi arrivano email di ragazzi che chiedono dove poter “scaricare” i dischi che recensisco su electronique.
Non esiste in loro il valore della musica e l’illegalità sembra stia diventando un “bene” di uso comune. Alcuni artisti stanno seriamente pensando di regalare la propria musica, ed alcuni in effetti già stanno cominciando a farlo, Grandmaster Flash all’uscita del suo nuovo album dopo 20 anni di inattività ha dichiarato che il disco è ormai paragonabile ad un flyer di una serata, lo lasci in giro e ti fa pubblicità. Cosa pensi abbia determinato tutto ciò? E soprattutto vedi risolvibile in qualche maniera il fenomeno del download illegale?
G.G.: come ti dicevo prima,i ragazzi che ti chiedono dove poter scaricare i dichi,sono figli dei tempi.
Viviamo in una società dove viene consumato tutto velocemente e di conseguenza non viene dato più valore alla musica,quello che prima era un vinile e una copertina,oggi è un file mp3 .
Non esiste più il valore affettivo dell’oggetto ma interessa solo il suo immediato utilizzo,il processo è questo: scarico>suono>dimentico
I vinili sono un modo per ricordare chi sono stato dietro quelle copertine colorate che riempiono le mie librerie c’è la mia storia,forse sono troppo romatico ma a me piace viverla così la musica,mi ha dato talmente tanto che all’idea di sfruttarla preferirei non farla più.
Cosa pensi abbia determinato tutto ciò?
Forse oggi viene dato poco valore alla musica…
Vedi risolvibile in qualche maniera il fenomeno del download illegale?
Ormai definirlo illegale credo sia inesatto, partendo dal fatto che le compagnie telefoniche fanno offerte sempre più vantaggiose e veloci, quindi mettono in condizioni l’utente di poter scaricare tutto con tempi minimi, in rete ci sono moltissimi programmi p2p che permettono il download veloce di tutte le ultime novità discografiche di qualsiasi genere, per quale motivo bisognerebbe comprarsi la musica digitale?
Se tutto è alla portata di tutti senza pagare nulla, forse l’unica salvezza è la coscienza?
E: tornando al lato prettamente musicale ci piacerebbe sapere cosa vedi di veramente buono intorno a te, nella scena elettronica pensi ci siano ancora i cosiddetti “movimenti musicali” oppure i frutti migliori sono da cercare nascosti tra i fittissimi rami?
G.G.: più che intorno a me, dentro di me, di buono sono le emozioni, che sono il valore aggiunto per poter fare musica senza di quelle la tecnica sarebbe fine a se stessa.
Nella scena elettronica a parte i classici, sono esistiti nuovi movimenti negli ultimi quattro anni? Peccato non me ne sono accorto!
Non sempre i frutti che appaiono più belli esteticamente sono quelli più buoni, a volte quelli che hanno l’aspetto più brutto hanno un sapore più intenso, bisogna saperli cercare, e una volta trovati , assaggiarli.
E: so che sei in costante contatto con produttori scandinavi ed in generale ami particolarmente il tipo di suono che sta giungendo da quelle terre, chi sono i nomi di riferimento secondo te e quale credi sia il motivo di tanto calore dietro le loro produzioni e sonorità? Possiamo aspettarci qualche tuo nuovo lavoro con qualcuno di questi?
G.G.: è vero! Ho conosciuto delle persone meravigliose, Samuli Kemppi e Teemu Tuominen sono gli artisti che negli ultimi tempi mi hanno più condizionato.
Le loro sonorità così calde saranno forse date per compensare il freddo che c’è da quelle parti!
Per quanto riguarda le collaborazioni spero di trovare il modo di concludere qualcosa con il mio amico Samuli.
E: il disco che hai ascoltato più volte nella tua vita. Non voglio una lista, semplicemente il disco che è finito più volte nel tuo giradischi e perché.
G.G.: Protection dei Massive Attack
E: in fine il disco che non compreresti mai.
G.G.: Crookers - Limonare
liquid
fonte:www.electronique.it
E: nelle tue nuove produzioni per la Aconito records appare evidente lo studio forsennato sulla ritmica e sull’utilizzo di sonorità sperimentali, fattori che, ascoltando a distanza di tempo le tue vecchie produzioni su Elettronica Romana e Mental Groove, suonano come piacevoli novità nonché come un eccitante sfida per il futuro. Cosa sta influenzando il tuo modo di produrre musica in questo momento?
G.G.: l’evoluzione fa parte dell’indole umana e questa ne è la prova!
Inevitabilmente ognuno di noi cambia di continuo con il passare del tempo.
Rispetto alle produzioni di qualche anno fa, in cui c’era un forte legame con quelle che erano le sonorità dei primi anni novanta rappresentate da artisti come Emmanuel Top o Plastikman, dove dominava una matrice esclusivamente ritmica, adesso la ricerca si è spostata verso lo studio dell’ambiente che la circonda.
Mi hanno influenzato moltissimo produttori come Robert Henke, Ben Lukas aka HECQ, Boysen, Stefan Goldmann.
Ascoltando le loro produzioni mi sono sempre più appassionato a quel tipo di sonorità, ho cercato di studiare molto e di trovare il modo migliore per far entrare in sintonia quelle ambientazioni con la ritmica.
Il risultato si potrà cogliere nelle prossime produzioni su Aconito e Prologue recordings.
E: credi ci sia più senso nel produrre suoni scavando a fondo nella propria anima o pensi debba esistere comunque una parte razionale che si rapporti con la società esterna ed il mercato discografico, al fine di non apparire troppo “diverso” dalla massa?
G.G.: reazioni chimiche nel cervello producono stati d’animo, rispetto a questi, vengono a crearsi i suoni e le melodie.
Chi esprime i propri stati d’animo non lo fa pensando se a qualcuno piaccia il suo umore, ma lo fa semplicemente per farsi conoscere.
Dentro la mia musica ci sono io e attraverso la stessa mi rapporto con la società esterna.
Ascoltando le produzioni spesso si può capire molto di un artista, è come una sorta di biografia.
Vorrei che le persone mi conoscessero per quello che sono e non per quello che bisogna apparire, quindi continuerò a produrre musica nel modo più puro possibile senza scendere a compromessi, è difficile sopravvivere in una società dove ormai si tende a inseguire l’ideale di se stessi. Ma è proprio questo il punto dove nasce il compromesso, se tutti fossimo più liberi di esprimerci nessuno si sentirebbe “diverso”.
E: a volte mi piace immaginare alcuni producer influenzati da qualcosa che non è propriamente la loro strada, nel tuo caso ho pensato chissà come suonerebbe Giorgio in un contesto house. Hai mai sentito il bisogno di dedicarti a qualcosa di (musicalmente) diverso magari soltanto per staccare la spina e sondare nuovi territori?
G.G.: quando iniziai a suonare i primi dischi che comprai furono House, che ho poi suonato per moltissimi anni, trovandola tutt’oggi ancora interessante.
Quando si parla di musica house mi viene subito in mente Larry Levan, il Paradise Garage, l’impianto audio di altissima qualità, la cuffia “a doccia” e il mixer Rotary Fader.
All’idea di suonare in un club House così, mi vengono i brividi, sarebbe come percorrere al contrario il mio cammino professionale.
Per quanto riguarda il dedicarmi a qualcosa di musicalmente diverso, lo sto già facendo, la musica d’ambiente mi ha totalmente affascinato e quando posso cerco sempre di dedicarmi alla ricerca e alla produzione di nuove atmosfere.
E: alcuni produttori di musica elettronica stanno sperimentando con successo l’interazione con la musica classica, non ultimo, il sorprendente disco di Carl Craig insieme a Maurizio. Questo fa si che anche nella techno sia in atto una sorta di mutazione che ci fa assistere sempre più spesso all’esecuzione di live e/o Dj set in luoghi impensabili quali teatri, musei, arene ecc.
Anche nei tuoi dj set è palpabile una sorta di ricerca che mira a creare un viaggio ed un immaginario sempre diversi grazie all’inserimento di elementi ambient e sperimentali.
Cosa significa per te eseguire un dj set? Poni dei limiti ai luoghi nei quali eseguirli?
Ed ancora: il contesto nel quale puoi trovarti a suonare in che percentuale influisce sulle tue scelte?
G.G.: hai citato a mio avviso una delle migliori produzioni in assoluto,Carl Craig e Maurizio hanno fatto un esperimento fantastico! Da questi progetti si può soltanto imparare.
Questo insegna che l’arte non ha mai dei limiti, la ricerca porta sempre qualcosa di nuovo.
È inevitabile che questo modo di interagire tra varie tipologie di artisti porti anche a sperimentare nuove location dove esibirsi.
Eseguire un dj set per me significa come prima cosa cercare di far ascoltare buona musica e divertire chi è venuto ad ascoltarmi
Porsi dei limiti rispetto al luogo dove lavorare è impossibile, tutto ormai può trasformarsi in una location adatta, che sia un terrazzo di un palazzo o un club, piuttosto che l’Auditorium, cerco sempre di studiare un minino il contesto dove sto andando a suonare, tutto il resto lo fa lo stato d’animo che ho in quel momento.
La cosa negativa è che per questo motivo quando lavoro mi porto sempre dalle 3 o 4 valigie di dischi, che mal di schiena!
E: qual è la produzione alla quale ti senti più legato? Hai da raccontarci una bella storia legata a qualche tuo brano?
G.G.: non c’è una traccia a cui sono legato particolarmente, non ho un buon rapporto con le mie produzioni, non suono quasi mai le cose che produco.
Una volta finite e andate in stampa, il momento più bello è quando arriva il pacco dei vinili, per me è un emozione unica aprire il cartone e vedere che all’interno c’è frutto del lavoro fatto con tanta costanza e passione.
Però se proprio devo raccontare un bel periodo legato alle mie produzioni, quello che ricordo con più nostalgia è quello quando nacque Elettronica Romana. In quel periodo c’era molto fermento, era un continuo confronto tra noi artisti della label e Sandro il label manager, in quel periodo stava nascendo un nuovo movimento a Roma e noi eravamo i primi a cavalcarlo, quando io e Donato (Dozzy) arrivammo da Sandro con il master di “Chiki Disco”, l’espressione del suo volto ascoltando le tracce fu per me un piacere indescrivibile.
E: noi di electronique.it ci rapportiamo spesso con la scena techno ed in generale elettronica dei primi anni ’90, dove per poter produrre musica vi era la necessità di uno studio vero e proprio con tutti i suoi sintetizzatori, batterie elettroniche, campionatori ecc. Un modus operandi che creava una sorta di elite che ad oggi è scomparsa per mezzo dell’avvento dei software.
Qual’è la tua posizione rispetto a tutta questa tecnologia “facile”? Pensi che ciò abbia determinato un generale crollo qualitativo della musica o trovi comunque lati positivi in questa sorta di globalizzazione?
G.G.: quando ho cominciato a pensare che mi sarebbe piaciuto provare a creare musica, era verso la metà degli anni ’90.
Mi informai su che tipo di attrezzatura sarebbe servita per cominciare, capii che la spesa era veramente troppo elevata per me, quindi, conoscendo persone che avevano uno studio dove producevano musica elettronica, mi appoggiai a loro per apprendere le tecniche di produzione.
Era un emozione unica entrare in quelle cantine dove lungo il corridoio che portava all’entrata dello studio, l’odore di muffa si mischiava al suono del basso, e più ti avvicinavi più si faceva presente, le luci erano sempre molto basse, appena si entrava la cosa che colpiva di più era la luce del monitor del computer, piccolo e in bianco e nero, era un Atari “mega STE” il sequencer utilizzato era Cubase 2 poi c’era un banchetto dove erano posizionate delle meravigliose macchine tra cui i gioielli Roland TR909, TB303, TR808 e un sintetizzatore Juno60.
Ho cominciato così, ma con il passare del tempo la tecnologia è andata avanti, i prezzi dei personal computer si abbassavano e alcune software house cominciavano a sviluppare programmi che permettevano di poter fare più o meno tutto.
Appena uscì Reason di Propellerhead nel 2000 mi appassionai molto e cominciai a provare a fare le prime produzioni da solo.
Negli ultimi anni mi sono trovato a lavorare con persone che hanno degli studi notevoli con hardware vintage eccellenti e non ti nascondo che per me è stata una forte emozione lavorare con quelli che erano i primi strumenti con cui ho cominciato.
Sono un fan di tutto questo, mi emoziono ogni volta che entro in uno studio dove posso ammirare queste macchine come in un museo, e nessun software potrà mai emulare le emozioni che si provano usandole fisicamente.
Non credo che la tecnologia sia “facile” ma credo che possa aiutarci a sviluppare quelle che sono le nostre idee, dipende come la si usa.
Una grande svolta c’è stata quando Robert Henke e Gerhard Behle noti come Monolake hanno fondato la software house Ableton, con l’avvento di “Live” è cambiato il modo di produrre musica.
Un software apparentemente facile da usare che rappresenta a pieno la ricerca di nuove possibilità espressive attraverso la musica elettronica, mettendo sullo stesso piano strumenti vintage, software e computer.
Per quanto riguarda la qualità delle produzioni è diverso, le idee e la fantasia non si comprano, credo che questi software abbiano dato la possibilità a quasi tutti di potersi esprimere nel miglior modo possibile, c’è da dire che a differenza della tecnica che si può imparare nel tempo, il gusto è una cosa che ho si ha o non lo si può acquistare da nessuna parte.
E: oltre al modo di produrre musica, la tecnologia ha inevitabilmente mutato il mercato discografico, una cosa annunciata da tempo se pensiamo che la Sony dopo aver inventato il formato CD ha messo in commercio i masterizzatori, ma che ora comincia a mietere vittime in ogni dove e continuamente assistiamo alla chiusura di negozi di dischi e label indipendenti, che dopo l’avvento del formato mp3 hanno visto crollare verticalmente le vendite.
La musica elettronica è nata su vinile ed ha vissuto il suo massimo splendore su questo formato.
Tu continui imperterrito a proporlo come soluzione unica per l’acquisto dei tuoi brani. Credi ci sia bisogno di più militanza per tornare ad una logica di mercato che veda premiati economicamente gli sforzi dei produttori? Vedi il mercato digitale come un reale valore aggiunto?
G.G.: questo è un discorso molto articolato e difficile da affrontare, per quanto mi riguarda le label che producono solo musica digitale sono figlie dei tempi, l’avvento di software che hanno permesso di emulare a pieno il vinile hanno dato un forte contributo all’ascesa del formato digitale.
È inutile nascondere che molti lo fanno per comodità, piuttosto che portarsi 2 valigie di dischi, basta un laptop e 2 “vinili” e la serata è risolta.
Sicuramente il lato economico non va trascurato, il vinile costa e non tutti possono/vogliono permetterselo, acquistare musica digitale è più facile e meno costoso.
Molti lo fanno perché sono nati con questa cultura, chi si avvicina alla musica è sempre molto giovane quindi conosce le tecnologie del tempo in cui vive, non gli interessa come si suonava negli anni novanta.
Quindi se oggi un ragazzo vuole cominciare a “mettere i dischi” compra 2 cdj un mixer e il gioco è fatto.
Non esiste memoria storica nelle nuove generazioni la cosa che li preoccupa è solo l’idea del futuro.
Non posso fare a meno di lasciarti con le parole di un collega, che spero possano servire a far riflettere sul valore aggiunto di quel pezzo di plastica nero.
Dieci anni di dischi. Già, i dischi. Chissà cosa ce li fa amare così tanto?! Qual'è quella magia, quell'alchimia che ce li fa scegliere? Appoggiamo la puntina su quel pezzo di plastica nera e diciamo si o no, e dietro questa scelta c'è il nostro gusto, il nostro pensiero, la nostra storia.
Una storia piena di brividi, di emozioni, di certezze, di insicurezze. Piena di aspirazioni, di delusioni e di grande gioia.
Io, a volte, lo capisco dalla copertina se un disco mi piacerà e dalle prime note mi accorgo se dentro quel 'cerchio' di vinile c'è un progetto, un'idea, una passione. Allora lo scelgo, senza pensare al genere o allo stile. Senza domandarmi come e quando lo userò. Già il concetto di 'usare' la musica mi dà fastidio. Un disco in cui ci hai sentito quel 'non so ché' si rivelerà sempre un buon investimento. Hai voglia tu a parlare di nuove tecnologie, di inventare nuovi supporti… Cd, mini disk, mp3: certo, tutta roba utile ed importante… tutta roba che semplifica la vita.
Ma quel brivido che si prova quando si estrae quel pezzo di plastica nera dalla copertina, quell'odore, quella sensazione che si ha quando con la mano lo si ruota sopra il tappetino di feltro, in cerca della battuta, non si sostituisce con niente. E, in questi tempi di marketing, di sponsors, di addetti stampa e di 'guest stars', è bene ricordare che il nostro mestiere è fatto, soprattutto, di queste cose. Semplici e selvagge.
E: purtroppo anche sulle nuove generazioni si è abbattuto il fardello, mi arrivano email di ragazzi che chiedono dove poter “scaricare” i dischi che recensisco su electronique.
Non esiste in loro il valore della musica e l’illegalità sembra stia diventando un “bene” di uso comune. Alcuni artisti stanno seriamente pensando di regalare la propria musica, ed alcuni in effetti già stanno cominciando a farlo, Grandmaster Flash all’uscita del suo nuovo album dopo 20 anni di inattività ha dichiarato che il disco è ormai paragonabile ad un flyer di una serata, lo lasci in giro e ti fa pubblicità. Cosa pensi abbia determinato tutto ciò? E soprattutto vedi risolvibile in qualche maniera il fenomeno del download illegale?
G.G.: come ti dicevo prima,i ragazzi che ti chiedono dove poter scaricare i dichi,sono figli dei tempi.
Viviamo in una società dove viene consumato tutto velocemente e di conseguenza non viene dato più valore alla musica,quello che prima era un vinile e una copertina,oggi è un file mp3 .
Non esiste più il valore affettivo dell’oggetto ma interessa solo il suo immediato utilizzo,il processo è questo: scarico>suono>dimentico
I vinili sono un modo per ricordare chi sono stato dietro quelle copertine colorate che riempiono le mie librerie c’è la mia storia,forse sono troppo romatico ma a me piace viverla così la musica,mi ha dato talmente tanto che all’idea di sfruttarla preferirei non farla più.
Cosa pensi abbia determinato tutto ciò?
Forse oggi viene dato poco valore alla musica…
Vedi risolvibile in qualche maniera il fenomeno del download illegale?
Ormai definirlo illegale credo sia inesatto, partendo dal fatto che le compagnie telefoniche fanno offerte sempre più vantaggiose e veloci, quindi mettono in condizioni l’utente di poter scaricare tutto con tempi minimi, in rete ci sono moltissimi programmi p2p che permettono il download veloce di tutte le ultime novità discografiche di qualsiasi genere, per quale motivo bisognerebbe comprarsi la musica digitale?
Se tutto è alla portata di tutti senza pagare nulla, forse l’unica salvezza è la coscienza?
E: tornando al lato prettamente musicale ci piacerebbe sapere cosa vedi di veramente buono intorno a te, nella scena elettronica pensi ci siano ancora i cosiddetti “movimenti musicali” oppure i frutti migliori sono da cercare nascosti tra i fittissimi rami?
G.G.: più che intorno a me, dentro di me, di buono sono le emozioni, che sono il valore aggiunto per poter fare musica senza di quelle la tecnica sarebbe fine a se stessa.
Nella scena elettronica a parte i classici, sono esistiti nuovi movimenti negli ultimi quattro anni? Peccato non me ne sono accorto!
Non sempre i frutti che appaiono più belli esteticamente sono quelli più buoni, a volte quelli che hanno l’aspetto più brutto hanno un sapore più intenso, bisogna saperli cercare, e una volta trovati , assaggiarli.
E: so che sei in costante contatto con produttori scandinavi ed in generale ami particolarmente il tipo di suono che sta giungendo da quelle terre, chi sono i nomi di riferimento secondo te e quale credi sia il motivo di tanto calore dietro le loro produzioni e sonorità? Possiamo aspettarci qualche tuo nuovo lavoro con qualcuno di questi?
G.G.: è vero! Ho conosciuto delle persone meravigliose, Samuli Kemppi e Teemu Tuominen sono gli artisti che negli ultimi tempi mi hanno più condizionato.
Le loro sonorità così calde saranno forse date per compensare il freddo che c’è da quelle parti!
Per quanto riguarda le collaborazioni spero di trovare il modo di concludere qualcosa con il mio amico Samuli.
E: il disco che hai ascoltato più volte nella tua vita. Non voglio una lista, semplicemente il disco che è finito più volte nel tuo giradischi e perché.
G.G.: Protection dei Massive Attack
E: in fine il disco che non compreresti mai.
G.G.: Crookers - Limonare
liquid
fonte:www.electronique.it
Chemical Brothers-It began in Afrika
Singolo con influenze tribal uscito nel dicembre 2000,facente parte dell'album Come with us
raggiunse il numero 8 nella classifica di vendite dei singoli in uk nel 2001
raggiunse il numero 8 nella classifica di vendite dei singoli in uk nel 2001
Red Zone 28 Marzo 09 The art of mixing:dj Daniele Baldelli
DANIELE BALDELLI , il precursore dei dee-jay italiani. Ha iniziato quando ancora non c'erano ne' mixer ne' cuffia! Fondamentali quei suoni per moltissimi top djs che adesso ricordano come veri e propri maestri coloro i quali furono i primi, ovvero: Daniele Baldelli e Claudio Rispoli aka Mozart. Prima degli anni settanta non esisteva la discoteca. Nelle "sale da ballo" regnava la musica dal vivo. Successivamente, si iniziarono a ballare i dischi, in alternativa o come pausa musicale delle orchestre. Ecco esordire i primi dee-jay. Dovevano mettere i dischi, semplicemente uno dopo l'altro. Daniele Baldelli inizia la sua carriera nel 1969 (come "metti dischi" non era stata ancora coniata la parola Disc-Jockey, almeno in Italia) al Tabu' club di Cattolica , sulla riviera adriatica . I dischi erano tutti 45 giri di rock, funk & soul. Il mestiere del DJ era ancora tutto da inventare, Daniele Baldelli era solo: con la sua fantasia, la sua voglia di musica, la sua ricerca tecnica, la passione e l'istinto, ha sperimentato tutti gli stili musicali senza avere moduli o modelli di riferimento. Nel 1970 la musica che Daniele suonava, si poteva forse dividere in due grandi tipi: la musica Bianca, di provenienza europea, e la musica Nera di provenienza americana. Si parla sempre di 45 giri e si mescolavano dei dischi europei, che erano quasi sempre canzonette allegre e commerciali, con dischi americani soul, rhythm & blues e funky di artisti quali: Arthur Conley, Joe Tex, Wilson Pickett, James Brown, Rufus Thomas, Lyn Collins, ecc. Naturalmente reperire questo materiale non era sempre facile. Daniele frequentemente andava a Lugano e a Parigi dove riusciva a reperire i dischi d'importazione. Un altro particolare delle serate in discoteca negli anni 70 era che la musica veloce che si ballava come "shake" veniva alternata da lenti. La proporzione era di 5 shake e 5 lenti, poi, col passare degli anni, trenta minuti di shake e 3 lenti. Nel 1977-78 approda alla Baia degli Angeli (insieme ad un altro dj, Claudio Rispoli, in arte Mozart). Era il periodo della disco-music e del philadelphia sound. Viene quindi notato e ingaggiato per essere il dj resident del COSMIC che viene inaugurato nellíaprile 1979. Ed e' qui che nasce quel fenomeno incredibile che veniva chiamato "AFRO" e poi piu' recentemente "COSMIC SOUND". L'"africanismo" Daniele Baldelli, lo esprimeva quando suonava il Bolero di Ravel sovrapponendolo ad un brano degli Africa Djole', oppure un pezzo sperimentale di Steve Reich sul quale mixava un "canto Malinke" della Nuova Guinea, mixando i T-Connection con Moebious e Rodelius, scoprendo nell'album Izitso l'unico brano ipnotico-tribale di Cat Steven, estraendo l'Africa nei Depeche Mode suonandoli a 33 giri o viceversa facendo diventare musica una voce reggae suonata a 45 giri, mixando una ventina di brani africani su uno stesso pattern di batteria elettronica o suonando insieme una batucada con Kraftwerk, usando gli effetti elettronici di un sintetizzatore per sovrapporli a brani di Miram Makeba, Jorge Ben o Fela Kuti o ancora ascoltando le melodie indiane di Hofra Haza o Sheila Chandra con le sonorita' elettroniche della Sky Record tedesca. Armato dei suoi piatti Technics SP-15, batteria elettronica Korg, sintetizzatore Yamaha, i primi rudimentali campionatori e l'inseparabile equalizzatore Teac, Daniele Baldelli inizia una sperimentazione totale mescolando insieme funky, reggae, jazz, fusion, brasil, dub, etno, tribale. Il tutto abbondantemente accompagnato da musica elettronica e da una predilezione maniacale per il "mixaggio": tutto questo lo ha reso sicuramente un indiscusso caposcuola!!!
www.danielebaldelli,com
www.myspace.com/djdanielebaldelli
c/o donna 10€,entro 1:30
tavoli 20€
info liste e tavoli Andrea 3333716363
email e msn:andreapantani@soundzculture.it
www.myspace.com/andreacdc
Chris Liebing-American madness
grande hit techno dell'estate 2003,prodotta dal tedesco Chris liebing!
Video Red Zone 21-03-09
Red Zone,Club in the club
saturday 21-03-09
dj Lory plays Dhs-House of god
dj Moko(acid tribe)
saturday 21-03-09
dj Lory plays Dhs-House of god
dj Moko(acid tribe)
Aggiunte line up maximal festival
Aggiunti Derrick May, Rino Cerrone vs Markantonio e Funk d Void alla line up del maximal festival che si svolgerà agli East End Studios a Milano il 13-06-09
www.maximalfestival.it
www.maximalfestival.it
intervista ad Andrew Fletcher(Depeche Mode)
"andrew fletcher non sorride. mai. se martin gore e dave gahan sono il cuore e l’anima dei depeche mode, lui è il cervello, l’uomo ombra che muove i fili di un gruppo azienda che non sbaglia un colpo da trent’anni. come gli u2. «la differenza» puntualizza fletcher «è che bono & c sono condannati a essere sempre i numeri uno. il loro modo di vedere le cose è “o siamo i più grandi oppure non siamo”. ecco, noi non puntiamo a questo tipo di primato. abbiamo appena finito un album di cui siamo orgogliosi, sound of the universe, e il nuovo singolo, wrong, sta andando benissimo. il prossimo passo è riempire di nuovo gli stadi. e quest’estate succederà».
succederà e lui continuerà a girare indisturbato per le vie dello shopping e i dance club di tutto il mondo. «sono una music star, non una celebrity. ho venduto 100 milioni di cd e almeno 15 milioni di persone mi hanno visto in concerto. ma quando ho voglia di mangiare fuori, non prenoto una saletta privata sorvegliata da gorilla. il nostro gol è sempre stato promuovere la musica, non le facce».
sta dicendo che le canzoni sono sempre state così forti da non avere bisogno di essere associate a un volto?
sono abbastanza arrogante da risponderle che è così. ma c’è anche una scelta, quella di non far nulla per stuzzicare i pruriti dei tabloid inglesi.
si fa per dire, visto che a un certo punto eravate diventati una zombie band: lei aveva l’esaurimento nervoso, dave gahan assumeva più droghe che pasti caldi, martin gore era in preda all’alcolismo acuto…
nella vita degli adulti non c’è niente di facile, in quella delle star ancora meno. los angeles e le sue notti tossiche stavano divorando vivo dave. era così fuori controllo che una notte s’è svegliato ammanettato al letto del suo albergo. lo aveva immobilizzato un poliziotto chiamato d’urgenza dal portiere. martin invece beveva e tremava come una foglia e io ero più a terra di uno pneumatico bucato. ma la cosa terribile era che non potevamo aiutarci perché nessuno dei tre aveva la minima intenzione di ammettere di avere un problema. quindi, ognuno s’è risolto il suo e poi siamo tornati a fare musica insieme.
risponda più sinceramente che può: che cos’è che trasforma la vita di una popstar in un inferno?
io ho vissuto per anni in una specie di bolla magica, convinto che i problemi quotidiani non mi avrebbero mai sfiorato. quando fai 160 concerti in un anno, il mondo reale non esiste più. sei un uomo valigia circondato da gente pagata per risolverti qualsiasi problema pratico. per quelli di testa devi fare da solo. magari passi un pomeriggio a piangere, ma poi dalle 8 di sera in poi sei un depeche mode. e devi dare ai fan quello che si aspettano. intanto la vita vera prosegue: i figli crescono (ne ha tre, ndr), le mogli si ritrovano con i capelli grigi e un giorno scopri che hai quasi 50 anni e che i pantaloni di pelle ti vanno un po’ stretti. se ha visto the wrestler, sa dove può portare la decadenza.
i rolling stones sono vicini ai 70, eppure sembra che si divertano ancora come ragazzini.
buon per loro, io a 55 anni (oggi ne ha 47, ndr) voglio staccare la spina. e poi loro funzionano ancora in concerto. quanto ai dischi, meglio sorvolare.
a che cosa si dedicherà quando i depeche mode andranno in pensione?
farò il produttore di nuovi artisti e aprirò ristoranti. quello che avevo a londra, the guascone, l’ho venduto poco tempo fa. era impossibile occuparsene seriamente con il gruppo in attività.
qual era il suo obiettivo quando ha iniziato a suonare?
durare almeno tre anni, dal 1980 al 1983, come mi aveva consigliato il commercialista. per ammortizzare le tasse pagate in anticipo era indispensabile che il gruppo durasse almeno 36 mesi. siamo andati un po’ oltre.
tasse a parte, qual è il senso di trent’anni di carriera dei depeche mode?
abbiamo portato la musica elettronica alle masse, riempiendo gli stadi contro ogni previsione (saranno all’olimpico di roma e al meazza di milano il 16 e il 18 giugno, ndr). mi lasci anche dire che dopo di noi il pop non è più stato lo stesso. abbiamo abbattuto il muro che c’era tra i generi musicali.
si riferisce a tutte le volte che una vostra canzone è finita negli album di altri colleghi?
la nostra enjoy the silence è stata rifatta da oltre 160 artisti e band, tra cui tori amos, linkin park e gli italiani lacuna coil. di personal jesus esistono più di 100 remake che vanno da johnny cash a marilyn manson. abbiamo conquistato gli estremi opposti: il più grande cantautore americano e il re dello shock rock. dio salvi i depeche mode!
dall’inizio dell’intervista è la prima volta che perde il suo aplomb.
mi accendo anche quando penso che oltre 2 milioni di persone stanno comprando i biglietti per venirci a vedere. in un mondo di numeri virtuali, di cifre sparate a caso, di star create al computer o nella casa del grande fratello, questo è un numero che pesa.
se ne fa una pura questione numerica, allora anche il «grande fratello» tiene incollati milioni di persone alla tv…
sarò snob, ma perdere ore per vedere dei pazzi che mangiano insetti su un’isola o una che sbatte le tette in faccia a un altro recluso in una casa piena di telecamere non è assimilabile ad andare a un concerto. oltre ai numeri, c’è la qualità dell’intrattenimento. bisogna avere rispetto di sé e trovare il coraggio di spegnere la tv e accendere il cervello. e magari alzare il volume dello stereo.
è intrattenimento di qualità anche ascoltare i vostri pezzi scaricati illegalmente da internet?
buona domanda, questa… guardi, a nessun musicista fa piacere essere rapinato della sua musica, ma noi apparteniamo a quella schiera di fortunati che funzionano anche negli store digitali dove le canzoni si pagano. wrong sta andando bene in tutte le classifiche di itunes"
tratto da panorama.it
Fuse Fifteen Years 25-04-09
grande line up per la celebrazione dei 15 anni del famoso club techno di Bruxelles,Fuse
la Location sarà un posto chiamato Tour & Taxis sempre a Bruxelles,la prevendita costerà 25€
Line up
room 01:
adam beyer
dave clarke
anthony rother live
monika kruse
deg
room 02:
ricardo villalobos
raresh
magda
marc houle live
pierre
www.fifteenyearsfuse.be
Video Red Zone 21-03-09:dj Lory
club in the club
title track:Donnacha Costello-Infinite now(Leeds Warehouse mix)
title track:Peyote-Alcatraz
title track:Donnacha Costello-Infinite now(Leeds Warehouse mix)
title track:Peyote-Alcatraz
Sven Vath-The beauty and the beast(Eric Prydz re-edit)
l'original è del 1994 ed era uno dei singoli dell'album"The Harlequin The Robot And The Ballet Dancer"prodotto da Sven Vath su Eye q,la prima label che fondò.
la traccia è un'intersssante fusione di elementi techno,trance ed house che poggiano su un frenetico battito afro-brasiliano
ottimo il re-edit uscito su Cocoon e fatto dallo svedese Eric Prydz,(produttore molto prolifico anche sotto alias come Pryda e Cirez d),che l'anno scorso ha dato nuova vita a questo pezzo
qui dj Lory suina il re-edit di Prydz sabato 21-03-09 al Red Zone
e qui la traccia per intero:
la traccia è un'intersssante fusione di elementi techno,trance ed house che poggiano su un frenetico battito afro-brasiliano
ottimo il re-edit uscito su Cocoon e fatto dallo svedese Eric Prydz,(produttore molto prolifico anche sotto alias come Pryda e Cirez d),che l'anno scorso ha dato nuova vita a questo pezzo
qui dj Lory suina il re-edit di Prydz sabato 21-03-09 al Red Zone
e qui la traccia per intero:
Loco Dice top 10
La rubrica Under the gun dell'autorevole magazine online Resident Advisor,questa settimana è dedicata a Loco Dice che parla dei 10 dischi che suona ed apprezza di + attualmente cioè questi:
Levon Vincent - These Games [Novel Sound]
Lawrence and Troxler (youANDme Edit) [White]
Livio & Roby vs George G - Invers De Palma [Cécille Numbers]
Sebastian Lutz - I'm Telling You (Robert Diet'z The Story Is Over Remix) [DoEasyRecords]
Derrick L. Carter - Dreamin' (Bonus Dub) [Classic]
Even Tuell - Untitled [Workshop]
Yakine - Backstabbers [Je T'Aime Records]
Kenny Larkin - Cirque De Soul [Planet E]
Mikael Stavöstrand feat. K.atou – Dark Eyes (Brothers Vibe Remix) [Lick My Deck]
Radio Slave - Koma Koma [Rekids]
fonte:www.residentadvisor.net
Levon Vincent - These Games [Novel Sound]
Lawrence and Troxler (youANDme Edit) [White]
Livio & Roby vs George G - Invers De Palma [Cécille Numbers]
Sebastian Lutz - I'm Telling You (Robert Diet'z The Story Is Over Remix) [DoEasyRecords]
Derrick L. Carter - Dreamin' (Bonus Dub) [Classic]
Even Tuell - Untitled [Workshop]
Yakine - Backstabbers [Je T'Aime Records]
Kenny Larkin - Cirque De Soul [Planet E]
Mikael Stavöstrand feat. K.atou – Dark Eyes (Brothers Vibe Remix) [Lick My Deck]
Radio Slave - Koma Koma [Rekids]
fonte:www.residentadvisor.net
Intervista a Rainer Weichhold(Great Stuff Records)
Great Stuff ha da poco compiuto i suoi primi cinque anni di vita.
Numerose produzioni di singoli/ep e una decina di album hanno visto alternarsi produttori tedeschi quali Luetzenkirchen, Butch, Gregor Tresher a cui vanno aggiunti gli inglesi Coburn, gli islandesi Gus Gus fino ad arrivare ai nuovi talenti Ramon Tapia e Mihalis Safras.
Abbiamo fatto il punto con Rainer Weichhold, label manager e A&R dell'etichetta bavarese.
1. Great Stuff ha appena compiuto cinque anni, puoi raccontarci come è cominciato tutto?
Tutto è cominciato cinque anni fa, quando il dj tedesco Tomcraft e due amici hanno deciso di dare il via ad un'azienda nuova e diversa che incorporasse un'etichetta, un'agenzia di management, un'agenzia per i booking, propri studi di registrazione e produzione di video/film.
2. Chi fa cosa alla Great Stuff?
Abbiamo diversi dipartimenti dove circa quindici persone trovano lavoro. Jean Claude Ades, Tomcraft and Luetzenkirchen sono in studio tutti i giorni. Io mi occupo di coordinare tutte le uscite.
3. Quali sono stati i best seller per i singoli/ep e per gli album?
Probabilmente "The Egg – Walking Away" per quanto riguarda i singoli e "Gregor Tresher – A Thousand Nights" per quanto riguarda gli album.
4. Quale invece l'uscita che avrebbe potuto essere un best seller ma non lo è stata?
Adoro assolutamente "Amelie" di Butch. Una traccia fantastica e molto melodica, tratta dal suo album di debutto "Papillon". Pensavo che sarebbe stata veramente grande. Per questo motivo abbiamo appena prodotto nuovi remix di Hugo, Format:B e Sis per riprovarci.
5. Suppongo che riceviate centinaia di demo. Come decidete se una produzione è adatta a Great Stuff?
Effettivamente riceviamo davvero molti demo tutti i giorni. A proposito, molti anche da italiani. Cerchiamo un suono diverso, speciale, con idee considerevoli per canzoni o melodie. Lo stile può essere diverso ma non vogliamo tracce che suonino come centinaia di altre già sul mercato...
6. E come decidete su quale etichetta produrli? A proposito, potresti spiegarci la differenza tra tutte le etichette della famiglia Great Stuff?
Se scegliamo una traccia, quindi valutiamo su quale etichetta sia meglio produrla in base allo stile. Le sotto-etichette sono: Craft Music (di Tomcraft), Swings Records (di Jean Claude Ades), Platform B (di Luetzenkirchen), Jee Productions (di Jerome Isma-ae), e Kling Klong (di Martin Eyerer). Ciascuna di loro ha un suo suono specifico.
7. Tornando al fatto che molti dei demo che ricevete sono di produttori italiani, spesso compaiono nelle produzioni Great Stuff nuovi artisti italiani. Cosa pensi del livello qualitativo raggiunto?
Assolutamente amo le produzioni italiane. Possiedono una qualità di suono di alto livello. Qualche volta mancano però dello speciale stile italiano. E' più ispirato da quello che accade in Germania mentre preferirei scoprire un suono di matrice italiano.
8. Quale è la tua definizione di "anthem" musicale?
Un "anthem" è un pezzo per il quale tutti urlano, gettano in aria le braccia e ne cantano la melodia.
9. Che cosa puoi dirci della serie "Great Stuff Roots Edition"?
Talvolta riscopriamo vecchi dischi nella nostra collezione che amiamo ancora e che pensiamo dovrebbero avere nuovi remix e godere di nuova vita. Questo è appena avvenuto, ad esempio, con Luomo. "Tessio" ha avuto remix da Stimming e Spektre ma avrà presto nuove versioni di Butch e Ramon Tapia!
10. Che cosa dobbiamo aspettarci nel 2009?
Realizzeremo nuovi album di Namito, Gregor Tresher e Ramon Tapia.
11. L'idea delle raccolte tematiche è molto divertente. Quale sarà la prossima? Quella sull'Oktoberfest?
Esatto, una grande raccolta dedicata all'Oktoberfest con pezzi esclusivi di artisti provenienti dal nostro quartier generale di Monaco. Amiamo l'Oktoberfest!!
12. Come è stata ricevuta "5 Years of Great Stuff", la raccolta che celebra i vostri primi cinque anni?
I nuovi remix fatti da Ramon Tapia, Fergie a Mihalis Safras, in particolare, hanno ricevuto grandi consensi. Molti dj suonano il mio remix per i Rockers Hi-Fi e questo mi rende molto felice.
13. Se dovessi scegliere un'uscita per ognuno di questi cinque anni, cosa sceglieresti?
2005: The Egg – Walking Away, 2006: Mason – Exceeder, 2007: Gregor Tresher – A Thousand Nights, 2008: Jean Claude Ades & Vincent Thomas - Shingaling
14. Secondo te, quale può essere il segreto del successo di Great Stuff?
La cosa più importante è l'atmosfera e la melodia di una traccia. Le battute e i groove saranno dimenticati ma la melodia può restare per sempre.
fonte:www.basebog.it
Chemical Brothers-Do it again
ultimo singolo di grande successo x i Chemical Brothers è Do it again,estratto dall'album We are the night,pubblicato nel 2007.
ecco il video ambientato nel deserto arabo in cui grazie alla forza trainante della musica i due ragazzi protagonisti del video cominciano a muoversi senza sosta,viaggiano su vari mezzi di trasporto,rapinano una banca ed acquisstano un dente d'oro:
ecco il video ambientato nel deserto arabo in cui grazie alla forza trainante della musica i due ragazzi protagonisti del video cominciano a muoversi senza sosta,viaggiano su vari mezzi di trasporto,rapinano una banca ed acquisstano un dente d'oro:
Serge Santiago-Atto d'amore
gran traccia electro con richiami all'italo-disco prodotta da Serge Santiago(ex-membro di Radio Slave assieme a Matt Edwards)nel 2005 sualla sua label Arcobaleno Records
questa è la dub version:
questa è la dub version:
Programma Dissonanze Roma 2009
SALONE DELLA CULTURA
VENERDI 8 MAGGIO
23.00 kenny larkin dj
24.30 moderat [modeselektor + apparat] live
01.30 timo maas dj
03.30 magda dj
SABATO 9 MAGGIO
23.00 lindstrom live
24.30 laurent garnier feat. scan x live !
02.00 a critical mass feat. ame, dixon, henrik schwarz live
03.00 francois kevorkian dj
www.dissonanze.it
VENERDI 8 MAGGIO
23.00 kenny larkin dj
24.30 moderat [modeselektor + apparat] live
01.30 timo maas dj
03.30 magda dj
SABATO 9 MAGGIO
23.00 lindstrom live
24.30 laurent garnier feat. scan x live !
02.00 a critical mass feat. ame, dixon, henrik schwarz live
03.00 francois kevorkian dj
www.dissonanze.it
Red Zone 21 Marzo 09:dj Timmy Regisford(Usa)
Timmy Regisford
Timmy Regisford è una delle grandi leggende della dance music.l’avvento del suo,internazionalmente acclamato,club Shelter party a New York,quindici anni fa ha aiutato i pionieri della musica house soulful,suono che ha cambiato l’aspetto dell’house music in tutto il mondo.
Introdotto nella scena dance in giovane età,e regolare frequentatore del Paradise Garage,venne presto fuori la sua abilità come dj e ciò gli portò notorietà all’interno della scena dei club underground di New York degli ultimi anni 70.nel 1982,gli fu offerto il Master mix show sulla grande radio di New York WBLS,dove lui sfidò gli ascoltatori con un unico ed energico stile di mixaggio che rimase poi il suo suono caratteristico.
Il 1983 vide la realizzazione del seminale”Music got me”sotto l’alias di Visual,su Prelude Records,co-prodotto con il compagno di serate al”Garage”,Boyd Jarvis,precursore del suono”deep house”che fiorirà circa 10 anni dopo.nel frattempo Regisford continua a consolidare la sua reputazione,suonando regolarmente a party in giro per New York,in club come The red Parrot,Tunnel,Palladium ed Area.
Nel 1991,Regisford aprì il proprio locale,assieme ai soci Freddy Sanon e Merlin Bobb,chiamato Shelter e situato al numero 6 di Hubert Street a Manhattan.un cliente costruì il sound system e curò l’acustica della sala,aiutando Regisford a guadagnare il titolo di”Maestro”con i suoi ispirati set settimanali di 12-18 ore.
Sempre conscio dell’importanza della musica live,lo Shelter ha ospitato molte memorabili performances negli anni, da parte di artisti degni di nota come Grace Jones,Ashford & Simpson,Femi Kuti,Sound of Blackness,Chaka Khan,Mary j Blige,Liz Torres,per citarne alcuni.
Nel 2001,dopo una decade ad Hubert Street,lo Shelter si è trasferito nel centro di Manhattan,Cinque anni dopo lo Shelter si è trasferito a Soho,vicino al suo sito originario.Regisford sta attualmente sviluppando il suo artista Quentin Harris con uscite sulla sue label Unrestricted Acces e Restricted Acces.
In generale la carriera di Regisford è sfaccettata,combinando produzioni,remix,e lavoro di art director con dj.la sua estesa discografia di remix include rielaborazioni di classici di Diana Ross,Gerald Alston,Stevie Wonder,Patti Labelle,New Addition,Bobby Womack,Gladys Knight & The Pips,Mary j Blige,per citarne alcuni.come A&R esecutivo per Motown,MCA e Atlantic,l’attitudine di Regisford a trovare e sviluppare nuovi talenti ha portato gente come Blaze,Johnny Gill,Basic Black,Eric B & Rakim,Guy,Miki Howard,Ten City e Curtis Hairston,alla ribalta della scena musicale.egli ha consolidato anche accordi per la sua label con l’Apollo Theatre di New York e la prima UK label di Motown,la Funki Dred Records,guidata da Jazzy b di Soul II Soul
club in the club guest Viceversa
c/o donna 10€,entro 1:30
info liste e tavoli Andrea 3333716363
email e msn:andreapantani@soundzculture.it
www.myspace.com/andreacdc
Chemical Brothers-Hey boy hey girl
Hey boy hey girl è il singolo che diede il successo planetario ai Chemical Brothers,estratto nel 1999 dal loro album Surrender.
il campione vocale"Hey girl,hey boy,superstar dj's,here we go!"è preso dal brano hip-hop del 1994"the roof is on fire"di Rock Master Scott e Dynamic three.
Hey boy hey girl raggiunse la posizione n.3 nella uk singles chart,e rimase in classifica per ben 10 settimane
questo il video ufficiale popolato di scheletri:
il campione vocale"Hey girl,hey boy,superstar dj's,here we go!"è preso dal brano hip-hop del 1994"the roof is on fire"di Rock Master Scott e Dynamic three.
Hey boy hey girl raggiunse la posizione n.3 nella uk singles chart,e rimase in classifica per ben 10 settimane
questo il video ufficiale popolato di scheletri:
Video Red Zone 14-03-09:dj Andrea Romani
Red Zone,club in the club
saturday 14-03-09
dj Andrea Romani
title track:Zombie Nation-Kernkraft 400
parte 2
saturday 14-03-09
dj Andrea Romani
title track:Zombie Nation-Kernkraft 400
parte 2
Giuliano Ferrara"L'istruttoria":puntata sulle discoteche,ospite Lory d
anche qui siamo negli anni 90 e Giuliano Ferrara dedica alle discoteche una puntata della sua trasmissione "Listruttoria"che andava in onda su Italiauno.
ospite è Lory d,e poi segue un servizio in cui due inviati girano varie discoteche romane per poi finire ad un rave a Perugia(Quasar?)
ospite è Lory d,e poi segue un servizio in cui due inviati girano varie discoteche romane per poi finire ad un rave a Perugia(Quasar?)
Speciale Mixer 1993:Le discoteche
puntata speciale di Mixer datata 1993,che il conduttore Giovanni Minoli dedica alle discoteche,con ospiti in studio Luca Cucchetti,Lory d e Albertino,che discutono fra i vari argomenti anche sulla rivalità fra musica underground e commerciale
prima parte
seconda parte:
prima parte
seconda parte:
Larry Heard-The sun can't compare
una traccia di rara bellezza questa fatta uscire nel 2006 da Larry Heard sulla sua Alleviated Records.
in questo pezzo molto elaborato Larry Heard(famoso anche per le sue produzioni assieme a Robert Owens come Fingers inc,che diedero vita a "Can you feel it"considerato un classico della musica house),combina un bellissimo vocal maschile eseguito da Mr.White,con elementi acid house e deep,dando vita ad un capolavoro in grado di emozionare qualsiasi ascoltatore
in questo pezzo molto elaborato Larry Heard(famoso anche per le sue produzioni assieme a Robert Owens come Fingers inc,che diedero vita a "Can you feel it"considerato un classico della musica house),combina un bellissimo vocal maschile eseguito da Mr.White,con elementi acid house e deep,dando vita ad un capolavoro in grado di emozionare qualsiasi ascoltatore
Chemical Brothers-Out of control
una delle tracce di maggior successo prodotte da Tom Rowlands e Ed Simons che combina gran ritmo e note sintetiche.
il singolo è tratto dall'album Surrender del 1999 e fu accompagnato da un video di grande impatto,del regista Wiz, in cui si ironizza in maniera molto sottile sul mondo degli spot e della pubblicità.
In un generale clima da regime sudamericano, una bella ragazza ispanica(interpretata dalla bella attrice Rosario Dawson), vestita da soldato, ammicca (coprendo in questo modo la fuga del suo lui) verso i militari americani stappando una bevanda gassata. La sequenza però subisce un improvviso rallentamento e la bibita sembra in realtà essere una bomba molotov. Solo quando però la ragazza comincia a bere e gli americani scoppiano in un’ovazione, allora si capisce che ci si trova di fronte ad uno “spot pubblicitario”.
Il clip si conclude con le immagini reali della rivolta della folla nelle strade, travolgendo la falsa immagine dello spot.
il singolo è tratto dall'album Surrender del 1999 e fu accompagnato da un video di grande impatto,del regista Wiz, in cui si ironizza in maniera molto sottile sul mondo degli spot e della pubblicità.
In un generale clima da regime sudamericano, una bella ragazza ispanica(interpretata dalla bella attrice Rosario Dawson), vestita da soldato, ammicca (coprendo in questo modo la fuga del suo lui) verso i militari americani stappando una bevanda gassata. La sequenza però subisce un improvviso rallentamento e la bibita sembra in realtà essere una bomba molotov. Solo quando però la ragazza comincia a bere e gli americani scoppiano in un’ovazione, allora si capisce che ci si trova di fronte ad uno “spot pubblicitario”.
Il clip si conclude con le immagini reali della rivolta della folla nelle strade, travolgendo la falsa immagine dello spot.
Red Zone 14 Marzo 09:dj Francesco Zappalà
Francesco Zappalà
Zappala' è considerato uno dei nomi storici dell’elettronica italiana.Idolatrato grazie alla passione e al carisma che da sempre infonde nel suo lavoro, il dj siculo di nascita ma capitolino d’adozione è considerato un vero fenomeno soprattutto se si pensa ai leggendari successi raccolti ai campionati mondiali del DMC che gli offrirono la giusta occasione per mostrare una tecnica invidiabile mai andata scolorendosi nonostante l’incessante trascorrere degli anni. Il dj-producer, che sta per varcare la soglia dei quaranta, è ormai un personaggio di riferimento nel panorama elettronico italico e non solo visto che nel suo curriculum figurano esibizioni presso clubs come il Pacha, lo Space e l’Amnesia di Ibiza nonchè una ricca serie di apparizioni in discoteche inglesi, svizzere ed addirittura americane e venezuelane. Partendo dalla techno-rave dei primi anni novanta esternata in progetti come Net Runner ed R.F.T.R. si passa all’hypno-trance di Shadow Dancers e Virtual Age transitando per hits consacrate a livello internazionale come “I Need You”, “We Gotta Do It” e “No Way Out” e finendo al progetto Tractorecords (che Zappalà porta avanti assieme agli amici Francesco Passantino e Giosuè Impellizzeri aka Dj Gio MC-505) che riguarda l’evoluzione della musica dance elettronica vissuta all’interno delle sue moderne sfaccettature.
www.myspace.com/zaplanet
c/o donna 10€,entro 1:30
tavoli 20€
info liste e tavoli Andrea 3333716363
email e msn:andreapantani@soundzculture.it
www.myspace.com/andreacdc
Berghain-Panoramabar Berlino:programma marzo 2009
freitag 06.03.2009 start 24 uhr ... get perlonized
panorama bar
half hawaii live
vincent lemieux
sammy dee
zip
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samstag 07.03.2009 start 24 uhr klubnacht
berghain
shed live - ostgut ton
luke slater - mote evolver
monika kruse - terminal m
fiedel - mmm
panorama bar - versatile nacht
gilb'r - versatile
i:cube - versatile
basic soul unit - versatile
don williams - mojuba
sonntags: steffi - klakson
prosumer - ostgut ton
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freitag 13.03.2009 start 24 uhr
berghain leisure system
richard devine live - schematic
tim exile live - warp
otto von schirach live - schematic
jackson - warp
harmonic 313 - warp
n>e>d - voltek
panorama bar upon you nacht
mathias mesteno live
bart skils
the cheapers
marco resmann
marcus meinhard
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samstag 14.03.2009 start 24 uhr klubnacht
berghain
heartthrob live - m_nus
marc houle live - m_nus
nd_baumecker - freundinnen
marcel dettmann - ostgut ton/mdr
panorama bar - made to play from 12 to 12
dj sneak - magnetic
jesse rose - made to play zombie disco squad - zombie disco squad
sonntags: dixon - innervisions
oliver deutschmann - vidab
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mittwoch 18.03.2009 start 21 uhr
elektroakustischer salon - shitkatapult strike 100
berghain
jan jelinek live - scape
anders ilar live - shitkatapult
frank bretschneider live - raster/noton t.raumschmiere - shitkatapult
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freitag 20.03.2009 start 24 uhr kompaktorama
panorama bar
coma live
tim paris aka challenge
jo saurbier
navid
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samstag 21.03.2009 start 24 uhr klubnacht
berghain
jacek sienkiewicz live - recognition
rolando - crossroads
marcel fengler - ostgut ton
boris - careless
panorama bar - diynamic nacht
ost & kjex live - diynamic
solomun - diynamic
h.o.s.h. - diynamic
andré galluzzi - cadenza
margaret dygas - nsp
sonntags: âme - innervisions
nick höppner - ostgut ton
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freitag 27.03.2009 start 24 uhr nuits sonores - infiné tour panorama bar
agoria
danton
eeprom
clara
moto
stephan hill - vidab
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samstag 28.03.2009 start 24 uhr klubnacht
berghain
2000 and one live 100% - pure
norman nodge - ostgut ton
pete - scion versions
savas pascalidis - lasergun
panorama bar - macro nacht
santiago salazar rush hour
oliver ho macro
stefan goldmann macro
finn johannsen soundstream
sonntags:
tama sumo
ostgut ton dinky vakant
berghain / panorama bar
am wriezener bahnhof
10243 berlin friedrichshain / kreuzberg
Format-Solid session
pezzo storico datato 1991,prodotto dall'olandese Orlando Voorn,uno dei primi producer a stabilire un collegamento di grande importanza fra la musica di Amsterdam e quella di Detroit
questa traccia Solid session è una pietra miliare della musica elettronica
dj Lory l'ha riproposta sabato 07-03-09 al Red Zone:
qui la traccia per intero:
questa traccia Solid session è una pietra miliare della musica elettronica
dj Lory l'ha riproposta sabato 07-03-09 al Red Zone:
qui la traccia per intero:
Video Red Zone 07-03-09:dj Lory
Red Zone,club in the club
saturday 07-03-09
dj Lory
title track:dj Neg e Pech-Falling down(Technowagon rec.)
saturday 07-03-09
dj Lory
title track:dj Neg e Pech-Falling down(Technowagon rec.)
Video Red Zone 07-03-09:dj Steve Mantovani
Red Zone,club in the club
Doc Show party
dj Steve Mantovani
saturday 07-03-09
Doc Show party
dj Steve Mantovani
saturday 07-03-09
Ragdoll-Soundwave(Koen Groeneveld rmx)
gran traccia su etichetta Blu fin suonata da Andrea Romani sabato 07-03-09 al Red Zone
Video Red Zone 07-03-09:dj Andrea Romani
Red Zone,club in the club
dj Andrea Romani
saturday 07-03-09,gran serata!
parte 1
parte 2
dj Andrea Romani
saturday 07-03-09,gran serata!
parte 1
parte 2
Soddisfazione
nella vita dei giovani la gioia e la soddisfazione dovrebbero derivare dalle cose che fanno,anzichè da un superficiale e passeggero senso d'importanza dovuto a ciò che possiedono
Intervista a Joris Voorn
interessante intervista a Joris Voorn in vista dell'imminente iscita del suo cd mix per Balance Records
leggi
Video Red Zone 28-02-09:Moko plays Marco Carola-Avalanche
see you tomorrow in club in the club Red Zone from 2:00 am to very till late
intanto riscaldiamoci con questo video di sabato scorso:
intanto riscaldiamoci con questo video di sabato scorso:
This is Techno!-episodio 7
questi i migliori pezzi di vera techno che ho sentito negli ultimi tempi:
Woody Mcbride-Tell it as it is(White Noise 02)
altra grande bomba per la nuova label di Dave Clarke:questa volta l'autore è il veterano dj americano del Minnesota,Woody Mcbride,conosciuto anche come dj Esp
in particolare due tracce da segnalare:
la title track Tell it as it is,techno old-school,martellante e senza tregua
ascolta
e la seconda traccia Religious experience,dai bassi taglienti
ascolta
Speedy j-Edlx tool(Chris Liebing edit),(Clr 24)potente ed inesorabile,prodotto da una coppia che è una garanzia
ascolta
A Paul-Offline(The Light 04):techno corposa per il portoghese
ascolta
Reaky-Carpevita,original(Insane Life 03):oltre ai remix di stephame signore e Wehbba merita menzione anche l'original dello sloveno Reaky di questo ottimo vinile di musica techno travolgente
ascolta
Vizi
"I vizi dell'uomo,per quanto li si immagini pieni d'orrore,contengono la prova del suo gusto per l'infinito;ma è un gusto che molto spesso sbaglia strada"(Baudelaire)
Chemical Brothers-Galvanize
primo singolo estratto da Push The button,il quinto album dei Chemical Brothers,uscito nel 2005.
il singolo raggiunse il numero 3 nella classifica di vendite britannica
molto bello anche il video dedicato alla capoeira
il singolo raggiunse il numero 3 nella classifica di vendite britannica
molto bello anche il video dedicato alla capoeira
Tecnologia
"Tecnologia è tutto ciò che amplia i sensi dell'uomo,ne diventa un'estensione,li modifica.E attraverso la modificazione capillare delle singole esistenze permea la società nel suo insieme"(Gli strumenti del comunicare-Marshall Mcluhan)
Chemical brothers-Salmon dance
questo singolo uscito nel 2007 è stato accompagnato da un video molto simpatico diretto ancora una volta da Dom & Nick (gli stessi di Believe ed Hey boy, Hey girl)...c'è anche un pesce palla che fa beatboxing
Red Zone 7 Marzo 09:Doc Show feat.Steve Mantovani
dj Steve Mantovani
Stefano(Steve) Mantovani nasce a Modena nel 1967, è stato lo storico resident al Mazoom/Le Plaisir di Desenzano, il club che dal 1994 ha lanciato in Italia il party "WHITE TRASH", la serata ove è di rigore il bianco, sia nel look del pubblico, che nella scenografia del locale.Attualmente suona al Doc Show di Bologna una domenica al mese e special guest in diversi club in giro per l'Italia. La musica che suona è house, electro, nu-funk, deep, classics,in perfetta linea con le tendenze attuali. Da diversi anni produce e remixa dischi. Con la Pride Records ha mixato le compilation White Trash e Summer Soul.
www.myspace.com/stevemantovani
c/o donna 10€,entro 1:30
tavoli 20€
info liste e tavoli Andrea 3333716363
email e msn:andreapantani@soundzculture.it
www.myspace.com/andreacdc
Pasta Boys-Live in Mazoom(compilation)
La nuova compilation selezionata e mixata dai Pasta Boys (Uomo, Rame e Dino Angioletti) si chiama Pasta Boys Live in Mazoom (Mazoom Lab - Pride Records). I tre dj emiliani sono accomunati da una grande passione per la musica house, ma soprattutto dal desiderio di utilizzare la pista da ballo come luogo di sperimentazione sonora (oltre che di intrattenimento). Lavorano insieme dal 1995, muovendosi con disinvoltura, tra citazioni che arrivano dalla disco più classica, sino a lambire il soul, il blues ed il latin jazz. La loro nuova compilation mixata invece un viaggio tra la miglior musica del 2009, a cavallo tra funk, techno e house. Molto curato, come sempre per le produzioni Pride Records - Mazoom Lab, il packaging. Al posto del solito box in plastica, ne è stato scelto uno in cartone che si apre da tre lati e contiene diverse foto della dj band e pure una foto di ogni dj da solo. Mazoom Lab si muove molto bene anche su Beatport e sugli altri portali dedicati ai dj. Tra le più recenti release dell'etichetta. SUNTHIC GENIUS "Rubix Kube ep", ELEKTROBOY "Rundfunk" (include Namito & Pizeta Remix),�CRISTIAN VIVIANO "Idolo Viajero" Mazoom Lab, JIMITHESUN "Fresh & Gull Rule".
Tracklist:
Masomenos, Ladies
Argy & The Martinez Brothers, Debbie Downer
Damian Schwartz, Plastico
Guillaume & The Coutou Dumonts, I was only my way to hell
Matt Star, Kuhle Fliege (Hugo remix)
Pasta Boys, Cloud Nine
Kerry Chandler, Pong (Ben Klock's bones & strings reworks)
Lemos, Tsalapatar
Morgan Geist, Detroit
Mathias Mesteno, Dixie's diner
Rolando, where were you
Ost & Kjex Solomun, Federgewicht (Oslo Version)
fonte:www.mariopsx.com
Lunatic House Sounds-Hallucinogen
gran traccia dal ritmo inesorabile prodotta nel 2000 dai Lunatic House sounds,duo formato da Frederic Verpraet e Mathieu Kaczmarek,uscito prima sulla label belga Diki Records e poi sull'italiana Stik
qui Moko che suona questa traccia sabato 28-02-09 al Red Zone
e qui la traccia per intero:
qui Moko che suona questa traccia sabato 28-02-09 al Red Zone
e qui la traccia per intero:
Faithless-We come one(Dave Clarke rmx)
We come one è una canzone prodotta dalla band inglese Faithless,e composta dal produttore Rollo(fratello maggiore della famosa cantante Dido),dalla dj Sister Bliss e dal cantante Maxi Jazz,e famosa anche per altre tracce come Insomnia e God is a dj.
il pezzo uscì nel 2001 e raggiunse il numero 3 delle uk singles chart,raggiungendo i primi posti anche nelle chart di vendita in Usa ed Olanda
molto bello anche il remix di Dave Clarke di questo singolo,che Moko ha proposto sabato 28-02-09 al Red Zone
qui il rmx di clarke per intero:
il pezzo uscì nel 2001 e raggiunse il numero 3 delle uk singles chart,raggiungendo i primi posti anche nelle chart di vendita in Usa ed Olanda
molto bello anche il remix di Dave Clarke di questo singolo,che Moko ha proposto sabato 28-02-09 al Red Zone
qui il rmx di clarke per intero:
Video Red Zone 28-02-09
Red Zone
saturday 28-02-09
dj Sauro+animazione
dj Moko plays Robert Armani-Road tour(Dave Clarke rmx)
dj Moko plays Thomas Schumacher-1,2,3 und 4
saturday 28-02-09
dj Sauro+animazione
dj Moko plays Robert Armani-Road tour(Dave Clarke rmx)
dj Moko plays Thomas Schumacher-1,2,3 und 4
Video Cocoricò Memorabilia 28-02-09
title track:
1-Veracocha-Carte blanche
2-Skynet uk-Open the floodgates 99
1-Veracocha-Carte blanche
2-Skynet uk-Open the floodgates 99
Depeche Mode-Wrong(official music video)
Ecco il video del primo singolo tratto da Sounds Of The Universe, ennesimo album dei Depeche Mode, in uscita il prossimo 20 Aprile
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