Dopo aver pubblicato singoli su etichette prestigiose, il giovane produttore parigino, da poco trasferitosi a Berlino, Olivier Ducreux, meglio noto come Shonky, ha da poco pubblicato l’album di debutto “Time Zero”. Lo abbiamo intervistato.
Ciao Shonky e grazie per l’intervista. So che sei in tour e quindi, attualmente, non hai molto tempo.
1. Partiamo subito dall’album. Quanto hai impiegato a completare “Time Zero”?
Ho lavorato all’album per circa un anno. Ho sviluppato l’idea di un progetto in cui ogni traccia avesse qualcosa di interessante. E’ difficile avere una visione precisa a priori ed è sempre interessante improvvisare ma sapevo, tuttavia, in quale direzione volevo dirottare il lavoro.
Inoltre, molti pezzi sono stati completati nello studio Freak n’Chic. E’ stato bello lavorare in modo professionale, decisamente meglio rispetto al mio studio personale.
2. Cosa mi dici del titolo? Cosa significa “Time Zero”?
La definizione esatta di “Time Zero” è il momento preciso in cui l’universo è stato creato, rappresenta il big bang.
3. Quale traccia dell’album preferisci o ti ha dato maggiori soddisfazioni?
Onestamente, sono soddisfatto di tutte le tracce ma se dovessi sceglierne una, sceglierei “Nebula” o “Magma” perché mi ricordano quello che suonavo quando ho cominciato a fare il dj nel 1998. Tutta quella musica proveniente da San Francisco e Chicago: l’ho suonata in molti dei miei set; in pratica ho utilizzato queste radici.
4. Quali sono le tue influenze?
Mi hanno influenzato molte cose: dalle mie radici musicali come il funk, il soul, il punk a quello che ascolto quotidianamente. Ma, soprattutto, sono stato ispirato dai miei tour in Europa e fuori dal continente europeo. Ci sono così tanti artisti che amo, come ad esempio Villalobos, Hawtin, Baby Ford, Gemini e molti altri.. Secondo me, ci sono in giro molti grandi artisti e sceglierne uno è sicuramente impossibile.
Mi piace molto anche Mathias Kaden: per questa ragione gli ho chiesto di fare un remix del mio singolo “Time Zero”.
5. C’è stato un momento particolare in cui la stampa e tutti gli appassionati guardavano Parigi e, più in generale, la Francia con molto interesse. Alludo ad artisti quali Daft Punk, Motorbass e tutti coloro racchiusi, al tempo, nella definizone di “french touch”.
Ora, sembra che una nuova generazione di talenti stia facendo cose interessanti. Cosa mi puoi raccontare della scena parigina attuale?
Per tre anni la scena parigina ha vissuto un grande revival, soprattutto la scena underground. Per quanto mi riguarda, ho deciso di trasferirmi a Berlino perchè è una città dove si respira una grande passione per la musica elettronica. Se prima dovevo inviare e-mail a tutti i miei contatti, ora li posso incontrare comodamente al caffè dietro al mio appartamento: è molto piacevole e decisamente meglio dal punto di vista dei rapporti interpersonali.
Ti posso segnalare, comunque, questi nomi da seguire con attenzione: Dyed Soundorom, Rose and Ulysee, Paul Ritch e Djebali.
6. Cosa vuol dire essere parte della Freak n’Chic? Sei in contatto con gli altri produttori dell’etichetta?
La maggior parte di noi si conosce da tempo, più o meno dal 1998. Siamo tutti buoni amici. Abbiamo molte radici in comune nella musica elettronica e abbiamo cominciato a produrre musica nello stesso momento. Andavamo ai party al Batofar dove Dan Ghenacia era il dj resident. Alla Freak n’Chic mi conoscono bene dall’inizio e sanno esattamente in quale direzione voglio muovermi musicalmente, di conseguenza ci sono tutti i presupposti per lavorare insieme nelle migliori condizioni.
Stanno facendo ottime cose e io sono orgoglioso di farne parte.
7. Quali produttori ti piacciono?
Attualmente seguo con grande interesse Mathias Kaden – come avrai potuto capire – e produttori deep house come Sasha Dives e Mountain People.
8. Tre pezzi che ami particolarmente?
Al momento”Remote Cocktail”di Dyed Soundorom, presto pubblicato su Freak n’Chic (vedi recensione nella sezione “single reviews”), tutte le produzioni d Phil Weeks e Derrick Carter.
9. Di cosa sei maggiormente fiero?
Vivere per la musica: questa è la cosa che più mi soddisfa. Ho lavorato duro e ancora lo sto facendo ma, nello stesso tempo, sto cominciando a raccogliere i primi frutti.
10. Cosa vorresti dimenticare?
Niente
by Antonio Di Gioia
fonte:www.basebog.it
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