In questo periodo stiamo a mio parere vivendo nel mondo dei nostri club un momento di confusione e disorientamento per cui sento la neccessità di esporre quello che penso e sento con la speranza che questo possa in parte chiarire a qualcuno certi aspetti ultimamente molto dibattuti.
Sono per la prima volta entrato in contatto con questa musica a Ibiza nel 1988. Non avevo mai ascoltato niente di simile e da quel momento la mia vita è cambiata per sempre. Da allora ho vissuto la mia vita in funzione di questa musica fantastica e la mia passione per le sue evoluzioni è rimasta negli anni sempre la stessa. Proprio come allora adoro andare a ballare e fare festa nei miei club preferiti in giro per l’Europa. Infatti più che un dj sono innanzi tutto un party boy (…ehm ehm… ) e quando suono propongo esattamente quello che vorrei sentire se fossi in mezzo alla pista. Vivo una serata allo stesso identico modo e ho le stesse identiche sensazioni dei ragazzi che mi stanno davanti. Fra me e loro c’è uno scambio di sensazioni. All’inizio di un mio set cerco sempre di proporre qualcosa di sciolto, invitante e suducente in modo da stabilire un contatto con tutti. Da questo momento inizia lo scambio di sensazioni. In base alla reazione del pubblico percepisco la direzione che devo prendere e disco dopo disco cerco lentamente di costruire un’intesità ritmica crescente fino ad arrivare ad un punto in cui tutti quanti si scatenano. Sfortunatamente da più di un anno ci sono delle persone che, a questo punto della serata, reagiscono in un modo negativo a certi dischi formando un cerchio umano e inziando a spintonarsi come bestie disinteressandosi totalmente delle persone che hanno intorno e arrecando contusioni a tutti sapecialmente alle ragazze. A questo punto lo scambio di sensazioni che ne deriva per me è uno schifo e il feeling positivo fantastico provato fino a quell’istante dinventa una merda. Quindi, purtroppo, per me la serata cambia. Semplicemente da quel momento in poi non posso più continuare a proporre certi dischi da me adorati perché ovviamente non posso essere il motore, la benzina, l’energia che fomenta questi incivili. Vorrei anche puntualizzare che questo non è, contrariamente a quanto pensano in molti, un qualcosa che mi è stato imposto dall’esterno e da qualcun’altro. Infatti non potrei mai mettere un disco che non mi sento di suonare e ancor meno che non mi piace. Semplicemente reagisco proponendo qualcosa che trasformi l’atmosfera in positivo tralasciando purtroppo dischi fantastici che in qualsiasi altra parte più civile del mondo avrebbero creato momenti indimenticabili.
Vorrei anche sottolineare quanto è assurda la discussione che va avanti da mesi sui generi musicali del tipo << Electro è meglio di Techno, Tech House è meglio di Electro, Techno è meglio di House, etc etc >>.
Innanzi tutto trovo estremamente riduttivo etichettare per forza un disco o ancora peggio un dj con un nomignolo come Techno o Electro. Poi credo che sia allucinante la ristretta mentalità ahimè tipicamente italiana secondo la quale se a qualcuno piace un certo stile allora necessariamente deve ripudiarne tutti gli altri. A mio avviso può esserci spazio per tutto in una serata che altrimenti risulterebbe alquanto noiosa senza variazioni e sempre con lo stesso stile. Per questo sottolineo l’importanza per un dj di esprimersi almeno per quattro o cinque ore durante le quali può attraversare e mostrare ogni sfumatura dell’infinito e stupefacente mondo fantastico della musica elettronica.
Concludo ringraziando tutti coloro che in questi anni hanno supportato e apprezzato gli sforzi miei e dei miei colleghi-amici avendoci così permesso di realizzare serate indimenticabili……
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